Nasce il primo anagrafe internazionale per le case in affitto. Lo ha annunciato il ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), confermando l’adesione dell’Italia all’accordo OCSE che lo ha istituito. In questo modo, i Paesi che hanno raggiunto l’intesa, sapranno chi possiede immobili nel loro territorio e quali sono i redditi da locazione (anche breve) che ne derivano. L’incrocio dei dati, tra le altre cose, permetterà individuare gli evasori fiscali su scala internazionale.
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Come funziona la nuova anagrafe internazionale per le case in affitto
Il nuovo sistema introduce per la prima volta lo scambio automatico e standardizzato delle informazioni immobiliari tra amministrazioni fiscali a livello internazionale. Per gli accertamenti, quindi, non serviranno più indagini complesse o richieste caso per caso. I dati verranno inseriti nell’anagrafe e aggiornati sistematicamente da ogni paese firmatario dell’accordo. Di conseguenza, le autorità competenti potranno consultarle e verificarle quando vogliono.
Le informazioni condivise riguarderanno i dati identificativi dei proprietari (persone fisiche o società), indirizzo e caratteristiche dell’immobile, valori fiscali e catastali registrati nel paese dove l’immobile si trova, eventuali redditi da affitto generati dall’immobile e/o da compravendite, trasferimenti di proprietà e variazioni.
Per chi possiede case o terreni all’estero, questo significa che l’amministrazione fiscale del paese di residenza potrà verificare se il bene è dichiarato correttamente, se risultano redditi da locazione che non sono stati comunicati oppure se esistono discrepanze tra stato patrimoniale e reddito dichiarato.
Quali Paesi hanno aderito
La dichiarazione congiunta è stata firmata da 25 Paesi. Hanno confermato l’intenzione di aderire al nuovo anagrafe per le case in affitto: Belgio; Brasile; Cile; Costa Rica; Finlandia; Francia; Germania; Grecia; Islanda; Irlanda; Italia; Corea; Lituania; Malta; Nuova Zelanda; Norvegia; Perù; Portogallo; Romania; Slovenia; Sudafrica; Spagna; Svezia; Regno Unito; Gibilterra.
È un gruppo articolato, che unisce Europa, America Latina, Asia e Oceania, delineando una piattaforma potenzialmente destinata a diventare globale nei prossimi anni.
Quando entra in vigore
L’accordo è stato firmato a dicembre 2025, ma deve ora essere percepito della singole giurisdizioni, secondo le rispettive procedure nazionali. L’obiettivo è l’implementazione completa entro il 2029 o il 2030. I primi scambi di dati potrebbero partire già prima in alcuni Paesi, ma probabilmente sarà pienamente operativo entro la fine del decennio.













Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it