AirBnb, arriva la stretta sugli affitti brevi

Arriva la nuova stretta del governo su Airbnb per ciò che riguarda gli affitti brevi. Ecco tutti i provvedimenti previsti.

di Valeria Oggero

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  • Arrivano alcune novità per ciò che riguarda gli affitti brevi, che coinvolgeranno direttamente la piattaforma online Airbnb.
  • Arriva una vera e propria stretta sugli affitti turistici, con il disegno di legge proposto recentemente dal Ministero del Turismo.
  • Secondo le proposte, i turisti non potranno alloggiare per meno di due notti presso immobili e appartamenti proposti da Airbnb, in alcune città italiane e nei centri storici.

Secondo il nuovo disegno di legge proposto di recente dal Ministero del Turismo, con Daniela Santanchè, verranno introdotte alcune modifiche agli attuali regolamenti alla base dell’utilizzo di Airbnb, per cui al momento si sta parlando di una vera e propria stretta per il turismo.

Le nuove regole hanno l’obiettivo di definire dei confini precisi per ciò che riguarda la possibilità di locazione turistica offerta dalle piattaforme online come Airbnb. L’obiettivo di tali proposte è quello di salvaguardare i centri storici per ciò che riguarda la residenzialità.

Tra le misure previste, si parla di un obbligo di alloggiare per almeno due notti presso gli appartamenti proposti tramite Airbnb per i centri storici, e l’introduzione di un codice identificativo nazionale che va a sostituire quelli che sono i codici regionali al momento presenti.

Stretta sugli affitti Airbnb: il disegno di legge

Il Ministero del Turismo ha disposto un disegno di legge specifico per regolamentare gli affitti brevi, al fine di tutelare il turismo soprattutto nelle grandi città italiane. Le misure previste coinvolgono da vicino Airbnb, introducendo una vera e propria stretta sulla possibilità di affittare per periodi previ le case tramite piattaforme online.

Al momento questo disegno di legge costituisce solamente una bozza, per cui si attende ancora la versione definitiva, che molto probabilmente conterrà ulteriori modifiche. Per il momento questa bozza va a delineare nello specifico cos’è una locazione turistica, introducendo un codice unico nazionale che va a sostituire quelli regionali.

Questa stretta alle regole presenti attualmente sugli affitti brevi coinvolge principalmente Airbnb e le piattaforme online dedicate alle locazioni brevi, tuttavia diverse parti coinvolte, come Federalberghi, si dimostrano deluse da questi provvedimenti, ritenendoli blandi e non efficaci.

La motivazione per cui vengono presi questi provvedimenti per il turismo è quello di salvaguardare il settore, anche facendo una distinzione tra quelle che effettivamente sono da considerare come locazioni turistiche, organizzate come attività, e le locazioni messe a disposizione di privati, tramite piattaforme online.

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Stretta sugli affitti brevi Airbnb: il limite di due notti

Una delle principali misure contenute nel decreto legge consiste nello stabilire un limite di permanenza all’interno delle strutture messe a disposizione con Airbnb, minimo, di due notti, nelle principali città italiane. Tale limite riguarda infatti 14 città metropolitane che hanno un’elevata densità turistica, ovvero i centri storici.

Si parla di un numero di Comuni coinvolto che non arriva al migliaio, su 78.882 comuni italiani. Nella pratica, non sarà possibile per i turisti alloggiare nelle locazioni messe a disposizione da piattaforme come Airbnb per meno di due notti, nelle città ad alta densità turistica, tra cui sono comprese le seguenti:

  • Roma;
  • Milano;
  • Napoli;
  • Torino;
  • Bari;
  • Palermo;
  • Catania;
  • Bologna;
  • Firenze;
  • Venezia;
  • Genova;
  • Messina;
  • Reggio Calabria;
  • Cagliari.

Coloro che desiderano pernottare presso una località per una notte dovranno quindi necessariamente riferirsi ad un hotel, rinunciando alle possibilità offerte da Airbnb di locazione breve. La sola eccezione per il momento è stata ipotizzata per nuclei familiari numerosi, composti da almeno un genitore e tre figli.

Al momento è ancora in fase di discussione la questione dell’applicazione di questo limite in determinate zone, per cui si ipotizza che non verrà applicato fuori dai centri storici.

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Stretta sugli affitti brevi Airbnb: il Codice Identificativo Nazionale

Uno dei provvedimenti ipotizzati dal Ministero del Turismo riguarda l’introduzione di un unico Codice Identificativo Nazionale (Cin) da sostituire agli attuali Codici Identificativi Regionali (Cir) che andrebbe applicato per ogni appartamento proposto tramite le piattaforme online.

Questo codice diventerebbe obbligatorio, e verrebbero stabilite delle sanzioni specifiche per chi non lo associa al proprio appartamento in locazione turistica. Verrà così costituita una banca nazionale i cui dati verranno raccolti e gestiti direttamente dal Ministero del Turismo.

Insieme all’introduzione di questo codice, si ipotizza che venga aperto uno specifico codice Ateco per i property manager, ovvero coloro che gestiscono gli immobili, e che dovranno agire come sostituti di imposta. L’articolo due li definisce come:

“soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare, ovvero soggetti che gestiscono portali telematici.”

Airbnb rientra tra questi soggetti, e questi nuovi limiti andranno a modificare l’attuale funzionamento delle locazioni brevi a fini turistici proposti dalla piattaforma. Dal canto suo, Airbnb ha già dichiarato che accoglierà con favore queste proposte del Ministero.

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I pareri contrari alle nuove regole per il turismo

Le nuove norme sarebbero introdotte per limitare le speculazioni attorno alle locazioni turistiche, e distinguere le strutture ricettive dai proprietari di casa che mettono a disposizione degli spazi per i turisti. Tuttavia questo intervento non ha riscosso particolare successo.

Le associazioni di gestori di affitti brevi hanno criticato le novità, soprattutto intorno all’obbligo di permanenza per almeno 2 notti imposto alle strutture delle piattaforme online: si stima che coloro che hanno la necessità di pernottare solamente per una notte difficilmente si sposteranno al mondo degli hotel, ma che invece tale condizione potrà incentivare ulteriormente gli affitti in nero.

I sindaci delle diverse città inoltre, in linea con le prospettive europee, chiederebbero limitazioni maggiori, soprattutto per ciò che riguarda la quantità massima di giorni di affitti brevi concessi a chi pone in affitto un proprio immobile, ma non è una struttura alberghiera.

Federalberghi si dimostra delusa da questa stretta, inferiore a quanto ci si aspettava, e che non andrebbe a tutelare realmente il settore. Al momento tuttavia si aspettano ancora le versioni definitive di questo disegno di legge.

Stretta Airbnb – Domande frequenti

Cosa prevede la recente stretta proposta dal governo su Airbnb?

Il Ministero del Turismo propone alcuni provvedimenti per tutelare il settore in Italia, rispetto all’utilizzo di locazioni turistiche tramite portali online come Airbnb: ecco tutte le prospettive.

Cos’è il Codice Identificativo Nazionale?

Si tratta di un codice unico valido a livello nazionale per il turismo, che sostituisce i codici regionali, secondo la proposta di legge del Ministero del Turismo.

Su quali città verrà applicato il limite di due notti per Airbnb?

Il Ministero del Turismo ha in bozze una proposta di legge che limita gli affitti brevi dei centri storici di queste città italiane, a due notti minime.

Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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