Vendere su Etsy: è necessario avere la Partita IVA? 

Etsy permette di proporre in vendita online diversi tipi di prodotti: quando è necessaria la Partita Iva? Ecco cosa sapere.

di Maria Saia

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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vendere su etsy
  • Vendere su Etsy è semplice e sicuro, ma ci sono delle regole da seguire.
  • La piattaforma può essere utilizzata da tutti in modo sporadico e occasionale.
  • Quando la vendita online si trasforma in un lavoro a tutti gli effetti, quindi continuativo, è necessario aprire la Partita IVA.

Etsy è un marketplace creativo che permette di acquistare e vendere un gran numero di prodotti: si possono mettere in vendita le proprie creazioni per soli 20 centesimi di dollaro. Soltanto quando si conclude una vendita, si pagheranno le commissioni di transazione, di gestione pagamento e la pubblicità offsite.

Una domanda molto comune per i creativi che si sono ritrovati a voler utilizzare Etsy è se sia effettivamente necessario procedere con l’apertura della Partita IVA o se è comunque possibile vendere con una semplice ritenuta d’acconto. 

Quali sono i criteri che si devono considerare? Come funziona l’incasso? Vediamo come funziona la piattaforma, e come si dovrebbe procedere con la vendita per essere in regola. 

Vendere su Etsy con Partita IVA nel 2022

La legge italiana relativa all’apertura della Partita IVA è molto più semplice di ciò che si potrebbe pensare: l’obbligo di Partita IVA scatta nel momento in cui l’attività diventa regolare e continuativa, a prescindere dal numero di vendite. Vi rientrano dunque anche i casi in cui:

  • si guadagnano importi irrisori;
  • non si riesce a vendere quasi sulla, ma gli oggetti vengono esposti in modo prolungato sul proprio store online.

Si può evitare di aprire la Partita IVA se, invece, si propone un prodotto sporadico su Etsy, saltuariamente, anche nel caso in cui il suo prezzo di vendita sia superiore a 5.000 euro.

vendere su etsy
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Continuità e abitualità delle vendite su Etsy: cosa significa

Tra i parametri che si consiglia di prendere in considerazione per capire se bisogna davvero aprire una posizione fiscale ci sono la continuità e l’abitualità delle vendite. Cosa significa in altre parole? Si dovranno mettere in conto:

  • il numero di oggetti che si deciderà di vendere;
  • la durata dell’esposizione;
  • la professionalità del proprio esercizio: si deve valutare se si tratta di un’attività commerciale a tutti gli effetti, e se si utilizzano strumenti per farsi pubblicità e, dunque, proporre nuove vendite.

Tali elementi rendono obbligatoria l’apertura della Partita IVA, anche se in un primo momento l’attività non sta funzionando e, dunque, non si fattura proprio nulla. La Partita IVA serve a prescindere, perché l’obiettivo delle vendite è comunque quello di riuscire a produrre reddito. 

Anche se con un certo ritardo, la stessa Etsy aveva invitato nel 2020 i venditori iscritti al marketplace a regolarizzare la propria posizione fiscale, procedendo con l’apertura della Partita IVA entro e non oltre il 21 gennaio 2021. La conseguenza è purtroppo stata la sospensione dello shop di molti venditori. 

etsy e codice ateco

Codice Ateco per vendere su Etsy

Un primo passaggio fondamentale legato all’apertura della Partita IVA è la scelta del codice Ateco: qual è quello ideale per un’attività su Etsy? Una prima ipotesi è il codice Ateco che identifica l’attività dell’artista

In questo caso si intende una produzione e vendita di opere uniche, che non sono dunque replicabili in quanto non vengono prodotte in serie. Il suo codice Ateco è 90.03.09, mentre per i contributi dovrà iscriversi alla Gestione Separata INPS

Una seconda ipotesi è l’apertura di Partita IVA come artigiano, professionista che realizza opere che sono replicabili e realizzabili in serie. Il suo codice Ateco è il 47.91.10, per il commercio al dettaglio effettuato via internet. Per il versamento dei contributi si fa riferimento alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS (sarà inoltre necessario iscriversi al Registro delle Imprese e presentare la SCIA al proprio Comune di residenza).

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Vendere su Etsy: il regime fiscale

Considerato che in un primo momento le vendite potrebbero essere scarse e decollare soltanto dopo un po’ di tempo, potrebbe essere utile iniziare con la Partita IVA in regime forfettario

Nel caso della Partita IVA da artista, si pagheranno imposte (al 5% o al 15%) e contributi soltanto su quanto effettivamente guadagnato in un anno fiscale, poiché non saranno previsti contributi minimi obbligatori. È molto importante, invece, per poter restare in questo regime fiscale, non superare i 65.000 euro annui di fatturato lordo.

Qualora il proprio business online dovesse poi ingranare, si potrebbe decidere di passare alla contabilità semplificata, che prevede la tassazione IRPEF sui compensi, e non un’imposta sostitutiva come nel regime forfettario. Considerato che si tratta di un regime fiscale più complesso, è bene sceglierlo con il supporto di un commercialista, che potrà fornire la preparazione adeguata in merito agli adempimenti necessari. 

Chi si iscrive alla Gestione Commercianti o Artigiani INPS dovrà invece pagare un contributo annuo fisso pari a 4.000 euro, anche nel caso in cui non dovesse guadagnare nulla, ai quali si dovranno aggiungere i contributi legati al proprio guadagno. 

etsy e regime fiscale

Vendite su Etsy e controllo dell’Agenzia delle Entrate

Il Decreto Crescita (DL 34/2019) ha introdotto l’obbligo per i marketplace di trasmettere i flussi di vendita degli iscritti all’Agenzia delle Entrate, con cadenza trimestrale. In questo modo sarà possibile monitorare il volume delle vendite. 

A cosa serve di preciso questa forma di monitoraggio? Considerato che la vendita occasionale per artigiani e commercianti non esiste, sarà possibile segnalare la presenza di posizioni irregolari, ovvero di persone che (anche da anni) vendono senza la Partita IVA. 

Vendere su Etsy – Domande frequenti

Come vendere su Etsy senza Partita IVA?

Vendere su Etsy senza Partita IVA è possibile solo nel caso in cui si svolga un’attività sporadica e non continuativa. 

Quale Partita IVA serve per vendere su Etsy?

Per vendere su Etsy in modo regolare, si potrebbe aprire la Partita IVA da artista, oppure quella per artigiani e commercianti. Scopri di più nell’articolo.

Come funziona il pagamento su Etsy?

Su Etsy è possibile pagare in tanti modi diversi, come per esempio con l’utilizzo di carte di credito o di debito, con buoni regalo, tramite Google Pay o Apple Pay.

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Maria Saia

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Una laurea in Traduzione e un sogno nel cassetto: non vedere più le È con l'apostrofo al posto dell'accento online. La sua più grande passione - scrivere - è anche il suo lavoro: provate a cercarla su Google.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 26 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

29 commenti su “Vendere su Etsy: è necessario avere la Partita IVA? ”

  1. Salve,
    volevo sapere ma vendendo su ETSY prodotti digitali , nel senso prodotti non fisici , come inviti per feste , party …etc…come funziona per la partita iva ? Grazie,saluti

    Rispondi
      • Salve, approfitto della domanda posta dal sig. Savino. Io sto cercando di capire quale partita IVA è richiesta nel caso di vendita di prodotti digitali. Bisogna necessariamente iscriversi alla gestione commercianti? Oppure si può vendere con partita iva da libero professionista? Grazie

        Rispondi
        • Buongiorno,
          per definizione l’attività di vendita di prodotti fisici o immateriali (pensiamo al rivenditore di software) richiede la definizione della posizione fiscale e contributiva come commerciante. Il libero professionista presta servizi di opera intellettuale.

          Grazie per averci scritto

          Rispondi
  2. Buonasera, quali sono i parametri che definiscono il numero di oggetti che si deciderà di vendere e la durata dell’esposizione? Ci sono numeri e durate precise che segnalano l’occasionalità della vendita? Grazie

    Rispondi
  3. Salve,
    Per legge però la partita IVA è obbligatoria se si superano i 5000 euro di guadagno all’anno. Quindi anche se uno lascia su le sue foto o ne vende alcune e fattura un somma pari a 100 euro la partita IVA non serve. Quindi non capisco questa imposizione della partita IVA anche se uno mette le foto in vendita e non ci guadagna nulla.
    Grazie per la risposta.

    Rispondi
    • Buonasera,
      non esiste nessuna legge che rende la partita iva obbligatoria al superamento di 5.000 euro di compensi. Per verificare la occasionalità o meno delle prestazioni e il momento in cui aprire una partita iva, è necessaria un’analisi molto più complessa e articolata.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  4. Buongiorno
    Penso di vendere di tanto in tanto su Etsy.
    1. Se apro un negozio su Etsy ho bisogno della Partita IVA?
    2. Aprire un negozio su Etsy senza Partita IVA?

    Rispondi
    • Buonasera,
      il termine “di tanto in tanto” è molto ampio e ci entra tutto. Sarebbe opportuno approfondire per evitare di incorrere in qualsiasi tipo di problema.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  5. Buonasera e complimenti per l’articolo.

    Sono un fotografo con p. IVA da professionista (quindi non da commerciante) e vorrei vendere le mie stampe tramite Etsy.

    Posso proseguire col mio codice Ateco (altre riprese fotografiche) e compilando le fatture come ho sempre fatto (ipotizzando che i clienti online mi scrivano i loro dati), o devo per forza diventare un artigiano/commerciante, con tutto ciò che ne consegue (4.000 euro di contributi fissi INPS l’anno, compilazione corrispettivi e relativo invio)?

    Grazie.

    Rispondi
    • Buonasera,
      la scelta del fotografo di essere professionista/artista o artigiano, dipende da come si svolge la sua attività. In buona sostanza se si tratta più di una attività artistica/intellettuale o più manuale/seriale. Il confine è labile tra le due situazioni, tuttavia, stabilito a monte quale sia l’inquadramento corretto, la vendita on line è una diretta conseguenza. Tendenzialmente se vende foto uniche a 1.000 euro o foto seriali a 3 euro è abbastanza chiara la sua impostazione, in mezzo ci sta tutto e dovrebbe essere approfondito come caso concreto.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
      • Buonasera, potreste spiegare meglio questo caso? Cosa significa “è abbastanza chiara la sua impostazione”. Io sono una grafica freelance e ho lo stesso dubbio del fotografo: produco per lo più opere digitali (grafiche), però mi piacerebbe realizzare e vendere delle cartoline o dei calendari con le mie grafiche. Questo è possibile? Così come quando mi vengono commissionati biglietti da visita: i clienti chiedono di avere i biglietti stampati, non solo il PDF. Come regolarsi?
        Grazie

        Rispondi
        • Buonasera,
          in caso di esercizio di attività di stampa di biglietti da visita e opere grafiche su carta, in modo continuativo sarà necessaria la iscrizione in camera di commercio.

          Grazie per averci scritto

          Rispondi
  6. Grazie per l’articolo e per le preziose informazioni. Ciò nonostante, dalle risposte ai commenti degli altri utenti, non mi è totalmente chiaro il discorso dell’inquadramento come artista o come artigiano/commerciante. Certamente la materia è ostica e il confine tra il tipo di attività, come avete scritto più volte, può essere labile. Riporto il mio caso, simile a quello di altri utenti, per cercare di dare una quadra al discorso e aiutare anche gli altri utenti.

    Sono già possessore di una p.iva codice ateco 59.12.00 (post produzione cinematografica, video e programmi). Essendo anche un grafico, mi sarebbe piaciuto vendere delle opere digitali su Etsy. Quindi, a titolo di esempio, creare un A4 con delle scritte e illustrazioni, e mettere il file in vendita.

    Volevo aggiungere un altro codice ateco alla stessa partita iva (si può, vero?), e pensavo di farlo con il codice per artisti che voi suggerite, il 90.03.09. È giusto? Per definizione, come avete riportato, il codice ateco si intende per “una produzione e vendita di opere uniche, che non sono dunque replicabili in quanto non vengono prodotte in serie”. Di fatto io elaboro un’opera (nell’esempio un A4 con scritte e illustrazioni) e do la possibilità agli altri di scaricarselo, previo compenso, e stamparselo.

    Quindi, torna come ragionamento? Può andar bene in questo caso il codice ateco come artista?
    Ripeto, vorrei vendere SOLO opere digitali, quindi il file. E ne metto a disposizione uno (non uno in assoluto, ma uno per ogni opera).

    Grazie

    Rispondi
    • Buonasera,
      la difficoltà a dare un inquadramento è il risultato di una normativa fiscale e amministrativa che non è adeguata al mercato e all’evoluzione tecnologica molto rapida. Confermiamo che è possibile avere più codici ateco per una stessa partita iva. Il problema, tuttavia, si pone da un punto di vista amministrativo e, come scrive bene, delinea dei confini molto labili. Chi stampa un calendario è un artigiano, chi produce una stampa ripetuta, anche da incorniciare, probabilmente è un artigiano, chi realizza una stampa numerata, probabilmente è un artista, chi dipinge un quadro unico è un artista.
      Un elemento che può aiutare nella classificazione, oltre alla serialità della produzione, è il valore della grafica prodotta.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  7. Salve, grazie per l’ottimo articolo.
    Se aprissi un negozio su Etsy che vende meno di una decina “listing” (si tratterebbe di servizi di vario tipo in cui di fatto produrrei documenti unici per ogni cliente, in base alle esigenze e a degli input di tipo testuale/grafico dati dal cliente) abilitando il rinnovo manuale dei “listing” (e non automatico, quindi non sarebbero sempre disponibili per l’acquisto ) e senza mai utilizzare strumenti pubblicitari per aumentare le vendite, mi servirebbe aprire la partita iva?

    In teoria starei rispettando tutti e tre i punti che avete indicato:
    – il numero di oggetti che si deciderà di vendere;
    – la durata dell’esposizione;
    – la professionalità del proprio esercizio: si deve valutare se si tratta di un’attività commerciale a tutti gli effetti, e se si utilizzano strumenti per farsi pubblicità e, dunque, proporre nuove vendite.

    Rispondi
    • Buongiorno,
      “in teoria” potrebbe funzionare. Il rischio di ricadere nella disciplina di cui al DPR 633/1972 (Decreto Iva) resta, comunque, elevata.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  8. Salve,
    nel caso io volessi vendere ritratti digitali e/o cartacei con una cadenza periodica e non costante, ma “pubblicizzando” con dei post non sponsorizzati su instagram o con delle storie, il fatto che io produco questi prodotti e li metto in vendita saltuariamente – il tutto con un guadagno annuo ben al di sotto di 5000 euro – può essere attuato senza partita iva?
    Grazie

    Rispondi
    • Buonasera,
      in linea di principio se l’attività non è svolta con carattere di abitualità non è indispensabile aprire la partita iva. Non vi sono parametri oggettivi, ma solo principi da osservare e tutto è molto opinabile e rilasciato al buon senso di ognuno.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  9. In generale il discrimine essenziale tra l’essere venditore e non,per il fisco è avere posto un prezzo sotto alla foto di un prodotto?

    Rispondi
    • Buonasera,
      l’indicazione di un prezzo al pubblico su un prodotto in vendita, se non decisivo, potrebbe essere un valido indicatore per individuare un venditore.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  10. Buonasera,
    nel caso volessi vendere articoli fisici personalizzabili su Etsy, quale tipo di p. iva dovrei aprire?
    Si da il caso che io sia un lavoratore dipendente full-time e mi piacerebbe svolgere
    Ci sono dei vantaggi per i lavoratori dipendenti? qual è il range che dovrei pagare annualmente se dovessi aprire una p. iva?

    Grazie mille

    Rispondi
    • Buongiorno,
      l’unica agevolazione per i lavoratori dipendenti a tempo pieno (o quasi tempo pieno) è quella di poter evitare il versamento dell’inps commercianti. Il costo di una partita iva forfettario tra consulenza e diritti camerali si aggira intorno a 500/700 euro, imposte escluse.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi
  11. Buonasera,
    nel caso volessi vendere articoli fisici personalizzabili su Etsy, quale tipo di p. iva dovrei aprire?
    Si da il caso che io sia un lavoratore dipendente full-time e mi piacerebbe svolgere
    Ci sono dei vantaggi per i lavoratori dipendenti? qual è il range che dovrei pagare annualmente se dovessi aprire una p. iva?

    Grazie mille

    Rispondi
  12. Buonasera,
    è possibile aprire diversi negozi online (Amazon, Ebay, Etsy, ecc.) con un’unica P.IVA (Regime forfettario)? o bisogna pagare qualcosa in più visto che si vuole aprire diversi negozi (un negozio per ogni piattaforma)?

    Grazie Mille

    Rispondi
    • Buongiorno,
      non sembrerebbero esserci specifici impedimenti da un punto di vista normativo. Si tratta pur sempre di attività di commercio on line che sfruttano piattaforme di terzi.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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