Tassazione dividendi: come funziona, la guida completa

Gli azionisti di una società ricevono periodicamente i dividendi, parti dell’utile ottenuto da suddividere in modo proporzionale. Ma ai dividendi è applicata una tassazione: ecco come funziona.

di Ilenia Albanese

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Tassazione sui dividendi
  • I dividendi sono una parte dell’utile realizzato da una società che viene distribuita in modo proporzionale agli azionisti (titolari di quote o azioni).
  • La tassazione sui dividendi varia in base al soggetto che li percepisce, in relazione alla normativa vigente.
  • La legge n. 205/2017 ha stabilito che sia per i dividendi derivanti sia dalle partecipazioni qualificate che per quelle non qualificate viene applicata la stessa tassazione per le persone fisiche.

Chi sceglie di investire parte del capitale per acquistare una porzione di un’azienda ha la possibilità a ricevere una parte dei suoi utili, ossia i dividendi. Tuttavia, è importante sapere che sui dividendi è prevista una tassazione disciplinata e stabilita dalle normative vigenti.

Quindi, se hai acquistato quote o azioni di un’azienda ti sarai chiesto quanto effettivamente percepirai di quegli utili. Ed è proprio questo che tratteremo in questa guida.

Al termine della lettura, quindi, saprai quanto vengono tassati i dividendi, come e quando le aziende distribuiscono gli utili agli azionisti e con quali modalità si pagano le ritenute sui dividendi.

Cosa sono i dividendi?

I dividendi rappresentano una quota di utile che la società distribuisce ai suoi azionisti anche con cadenza periodica. Queste parti di utile possono essere distribuite trimestralmente, semestralmente, annualmente o una tantum.

La società, una volta approvato il bilancio, può scegliere tra due opzioni:

  • pagare i dividendi agli azionisti;
  • trattenere i profitti mantenendo i dividendi in azienda per coprire perdite o reinvestirli.

Se l’azienda sceglie la prima alternativa, i dividendi spettano a tutti gli azionisti dell’azienda che hanno acquistato quote o azioni della stessa. L’entrata percepita dagli azionisti poi dipenderà dalla quantità di azioni dell’azienda presenti in portafoglio.

Vi sono due tipologie di pagamento di un dividendo:

  • Pagamento dei dividendi in numerario: proprietario dei titoli di una società riceve una somma pari alla parte di guadagni realizzati dalla società che emette i titoli, in funzione del numero di azioni o parti che possiede;
  • Pagamento dei dividendi in azioni: proposto da alcune società ai propri azionisti che diventano proprietari di nuove azioni, al posto di ricevere del capitale materiale.

È bene chiarire che il dividendo non è un vero e proprio diritto che spetta agli azionisti, poiché la società può decidere di non staccare il dividendo e di reinvestire il capitale.

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Tipologie di dividendi

Le tipologie di dividendo che le aziende possono distribuire sono due:

  • Dividendo ordinario: ottenuto dai profitti generati, si tratta di una parte degli utili che l’azienda decide di distribuire agli azionisti;
  • Dividendo straordinario: ottenuto dagli utili straordinari di una società in un determinato periodo, ovvero dalle riserve aggiuntive di liquidità.

Questi ultimi non sono pagamenti regolari ma, al contrario, dipendono dall’eccesso di liquidità o se l’azienda ha ricevuto benefici straordinari. L’azienda può decidere di distribuire i dividendi straordinari agli azionisti oppure di reinvestirli.

Come vengono pagati i dividendi

I dividendi generalmente in Italia vengono pagati in contanti agli azionisti semestralmente. Questo pagamento avviene in una data definita come data ex-dividendo, ed è preceduto da alcune fasi. Con il termine ex-dividendo si intende quel tempo che intercorre dalla data di “stacco” dei dividendi fino all’effettivo pagamento. Nello specifico si parla di:

  • data di annuncio: quando il consiglio di amministrazione comunica agli azionisti l’importo del dividendo;
  • ex Dividend Date: si tratta del giorno da cui l’azionista ha il diritto di ricevere il dividendo;
  • data di registrazione: quando la società determina ufficialmente chi sono i suoi principali azionisti;
  • data di pagamento: quando viene effettivamente pagato il dividendo.

Tassazione dividendi: come funziona

I dividendi rientrano tra i redditi di capitale e sono soggetti ad una tassazione che varia in base al soggetto precettore. I soci che percepiscono i dividendi possono rientrare nelle seguenti categorie:

  • società di capitale;
  • società di persone o ditta individuale;
  • persona fisica, non imprenditore.

Per ogni tipologia di soggetto, la normativa applica una disciplina differente.

Secondo l’articolo 3 e dell’articolo 23 del DPR n. 917/86, i dividendi sono assoggettati a tassazione in Italia nel momento in cui il soggetto che li eroga è un soggetto residente (o una stabile organizzazione in Italia di un soggetto non residente), e solamente quando sono percepiti da un soggetto residente, se il soggetto che li eroga è non residente.

Come abbiamo anticipato, la tassazione dei dividendi varia a seconda delle caratteristiche del soggetto ricevente. Infatti, la persona fisica che esercita l’attività imprenditoriale avrà una tassazione differente rispetto al soggetto “privato“. Possiamo quindi avere diverse fattispecie di tassazione.

Tassazione dei dividendi per soggetti Irpef non imprenditori

I dividendi percepiti da persone fisiche non imprenditori sono assoggettati ad imposizione con ritenuta a titolo di imposta del 26% sull’intera base imponibile secondo l’articolo 27 del DPR n. 600/73.

Dal 2018 questo regime è stato applicato sia ai dividendi su partecipazioni qualificate e sia sulle partecipazioni non qualificate.

La società erogante o l’intermediario finanziario applicherà la ritenuta a titolo di imposta direttamente sull’intero ammontare del dividendo erogato. Di conseguenza, il contribuente, o persona fisica, non è tenuto a riportare nulla in dichiarazione dei redditi poiché in questo caso è la società stessa che versa la ritenuta d’acconto del 26%.

Invece, per gli enti non commerciali, i dividendi percepiti concorrono alla formazione del reddito imponibile nella misura del 100% del loro ammontare.

Tasse sui dividendi

Tassazione dei dividendi per il socio imprenditore

Per i soggetti imprenditori la disciplina prevede tassazioni diverse sui dividendi a seconda della qualificazione fiscale del socio.

Infatti, la disciplina di riferimento per gli imprenditori individuali, o persone fisiche titolari di partita IVA, e le società di persone si basa sull’articolo 59 del DPR n. 917/86, mentre per le società di capitali sull’articolo 89 del DPR n. 917/86.

Per gli imprenditori individuali, le Snc e le Sas, l’articolo 59 del DPR n. 917/86 stabilisce una tassazione delle ordinarie aliquote IRPEF sulla base imponibile del:

  • 58,14% se prodotti dal 01 gennaio 2017, per ditte individuali e società di persone;
  • 100%, se derivano dalla partecipazione in una società localizzata in Stati o territori a fiscalità privilegiata.

Invece, per gli utili maturati sino all’esercizio 2017 la tassazione progressiva IRPEF verrà applicata sul 40% dei dividendi distribuiti ai soci detentori di partecipazioni qualificate sino al 31 dicembre 2007 (periodo in cui l’aliquota Ires era al 33%).

Sui dividendi distribuiti ai soci con partecipazioni qualificate fino al 31 dicembre 2016 (periodo in cui l’aliquota Ires era al 27,50%), la base imponibile è del 49,72%.

Tassazione dei dividendi per le società di capitali

Le società di capitali possono subire una doppia imposizione:

  • In capo al soggetto collettivo all’atto della formazione;
  • In capo al socio all’atto della distribuzione.

Per la rimozione di questa doppia tassazione è possibile affidarsi al criterio dell’esenzione. Infatti, la società che percepisce il dividendo applica una esenzione dello stesso nella misura del 95% secondo prevede l’articolo 89, comma 2 del TUIR. La norma prevede la tassazione ai fini IRES sul 5% del dividendo incassato dal soggetto percettore residente con le ordinarie aliquote IRPEF.

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Tassazione dividendi esteri

Se si sceglie di investire in titoli esteri bisogna fare molta attenzione alla doppia tassazione. Infatti, oltre all’aliquota italiana del 26% bisogna tener presente anche l’eventuale trattenuta alla fonte al momento dello stacco dal Paese d’origine della società che emette il dividendo.

Per i dividendi di fonte estera, l’utile concorre alla formazione della base imponibile nel limite del 5% secondo quanto prevedono i commi 2 e 3 dell’articolo 89 del TUIR.

Di conseguenza, per le imprese italiane non vi sono differenze tra dividendo italiano o ricevuto da una società controllata in Paese white list.

Invece, nel caso in cui il dividendo sia erogato da società controllata residente in Paese black list il dividendo percepito è totalmente imponibile.

Quando e come si pagano le tasse sui dividendi

Ad occuparsi del versamento delle ritenute sui dividendi corrisposti nel trimestre solare precedente, nonché delle ritenute sui dividendi in natura, versate dai soci nel medesimo periodo sono:

  • Società di capitali;
  • Enti pubblici e privati diversi dalle società;
  • Trust residenti nel territorio dello Stato che hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali.

Tale versamento deve avvenire attraverso il Modello F24 utilizzando i codici;

  • 1035 – Ritenute su utili distribuiti da società, ritenute a titolo di acconto e/o imposta;
  • 1036 – Ritenute su utili distribuiti a persone fisiche non residenti o a società ed enti con sede legale e amministrativa estere.

La ritenuta deve essere versata dalle società entro il 16 del mese successivo al trimestre.

Tassazione dividendi – Domande frequenti

Come vengono tassati i dividendi?

La tassazione sui dividendi cambia in base al tipo di soggetto che li percepisce. Infatti, per le persone fisiche non imprenditori la tassazione corrisponde al 26%. Per le società di capitali e di persone vengono applicate le aliquote IRPEF ordinarie sulle basi imponibili che abbiamo indicato all’interno dell’articolo.

I soggetti Irpef non imprenditori devono dichiarare i dividendi?

No, il contribuente, definito come persona fisica, non è tenuto a riportare nulla in dichiarazione perché sarà la società stessa a versare la ritenuta del 26% prima di erogare il dividendo. Ecco come funziona la tassazione sui dividendi.

Qual è la disciplina che regola la tassazione sui dividendi?

La tassazione sui dividendi è regolata da più leggi e normative. La legge di bilancio 2018 (L. 205/2017) regola la tassazione dei dividendi percepiti dalle persone fisiche, per quelli percepiti dalle società di persone ci si rifà all’articolo 59 del DPR n. 917/86. Infine, per le società di capitali la tassazione è stabilita dall’articolo 89 del DPR n. 917/86.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 2 Maggio 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

2 commenti su “Tassazione dividendi: come funziona, la guida completa”

  1. il 26% si calcola dopo aver dedotto Irap e ires, mentre l’Inps che il socio lavoratore versa per lui è deducibile dalla base imponibile sui calcolare il 26%?

    Rispondi
    • Buongiorno,
      il 26% è la tassazione sulla distribuzione dei dividendi per gli utili, già tassati ai fini ires e irap. Il socio lavoratore ha un reddito assoggettato a contribuzione inps in base alle risultanze della dichiarazione dei redditi della società, a prescindere dalla distribuzione.

      Grazie per averci scritto

      Rispondi

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