Tassa sugli extraprofitti 2023: potrebbe salire per le imprese dell’energia al 33%

La tassa sugli extraprofitti per il 2023 potrebbe aumentare, fino al 33% di aliquota. Ecco di cosa si tratta e le prospettive.

di Valeria Oggero

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Tassa extraprofitti 2023
  • La tassa sugli extraprofitti è un’imposta applicata sulle grandi aziende che producono o rivendono energia.
  • La tassa sugli extraprofitti nel 2023 potrebbe salire fino al 33% di aliquota.
  • Attualmente il Tar del Lazio boccia i ricorsi di molte aziende energetiche.

La tassa sugli extraprofitti è stata introdotta dal precedente governo Draghi a carico delle grandi aziende dell’energia, da un lato per tassare il guadagno aggiuntivo di queste imprese, e dall’altro lato per garantire con queste somme le iniziative di sostegno rivolte ai cittadini per il pagamento delle bollette.

Attualmente questa imposta è del 25%, fissata sui guadagni delle grandi imprese che producono o rivendono energia elettrica. Tuttavia questa aliquota potrebbe salire al 33% nel prossimo periodo, e nel 2023 potrebbe costare molto più cara per queste aziende.

Il governo attuale vede in modo favorevole l’aumento dell’imposta, tuttavia il principale obiettivo è quello di modificare il sistema di prelievo di queste somme, secondo diversi parametri. Vediamo nell’articolo tutte le prospettive in merito a questa decisione.

Imposta sugli extraprofitti: come funziona nel 2022

La tassa sugli extraprofitti è stata introdotta dal precedente governo come contributo straordinario contro il caro bollette, alla luce degli aumenti che sia le imprese italiane che le famiglie e le imprese hanno riscontrato negli ultimi mesi, prevalentemente su quei contratti di fornitura a prezzo variabile.

Attualmente l’imposta sugli extraprofitti introdotta dal governo Draghi viene applicata sul guadagno extra, ovvero sugli extra profitti, guadagnati dalle imprese dell’energia nel periodo di riferimento che va dal 1 ottobre 2021 al 31 marzo 2022, in confronto agli stessi mesi del periodo precedente.

L’aliquota di riferimento per quest’anno è del 25%, e si prospetta che questa tassa rimarrà invariata fino alla fine dell’anno. Tuttavia secondo i dati raccolti, questa imposta, le cui somme sono destinate a finanziare diversi sostegni ai cittadini, non ha dato i risultati sperati.

Inizialmente era stato ipotizzato che questa misura avrebbe portato allo stato una somma di 10,5 miliardi di euro, tuttavia così non è stato. Le cause sono differenti, ma vanno segnalati i diversi ricorsi presentati dalle aziende energetiche, che ne hanno rallentato o impedito l’applicazione.

Alla base dei ricorsi si parla di una incostituzionalità della misura, per cui molte aziende energetiche rifiutano di procedere con il pagamento. Tuttavia la situazione dal prossimo anno potrebbe nettamente cambiare, perché la tassa, come conseguenza di alcune modifiche strutturali della misura, potrebbe arrivare al 33% di aliquota.

Tassa extraprofitti cambia
pleo business

Imposta sugli extraprofitti 2022: le prospettive

Il nuovo governo infatti intende apportare delle modifiche sostanziali alla misura introdotta precedentemente, variando le modalità in cui l’imposta viene applicata. Secondo le prime ipotesi si parla di una modifica al provvedimento che stabilisce il calcolo dell’imposta.

Al momento infatti questa tassa viene stabilita sulla base dell’incremento del saldo tra operazioni attive o passive, misurate sulla base del differenziale Iva. Questo valore tuttavia non andrebbe a valutare correttamente i guadagni aggiuntivi di queste aziende.

Il governo Meloni ha dichiarato di voler modificare questo metodo di calcolo, introducendo una tassazione sugli utili invece che sul fatturato in base all’Iva. Questo provvedimento seguirebbe la linea adottata da altri paesi europei, e in questo modo l’aliquota di riferimento potrebbe salire al 33%, se non ad una percentuale ancora più alta.

Un’altra ipotesi, per cui tuttavia al momento non ci sono ancora proposte concrete, è quella di valutare un allargamento delle categorie di imprese incluse in questa tassa, che attualmente rientrano nei seguenti settori: generazione, importazione e vendita di elettricità, produzione, raffinazione, importazione e vendita di idrocarburi.

Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva dichiarato ad ottobre che la tassa sugli extraprofitti forse una norma necessaria, inoltre:

deve essere fatta in maniera opportuna: tanti sono stati i ricorsi delle aziende per non pagarla.”

Tassa sugli extraprofitti: il parere del Codacons

Anche il Codacons, a tutela dei consumatori, si è recentemente espresso sulla tassa sugli extraprofitti, dichiarando che i ricorsi delle aziende dell’energia sono “inammissibili”. Riportiamo parte del comunicato stampa del 16 novembre 2022 del Codacons:

“Ora le aziende dell’energia non hanno più scusanti e devono versare allo Stato la tassa sugli extraprofitti contribuendo alla lotta al caro-energia, pena inevitabili denunce e azioni giudiziarie in caso di ulteriore rifiuto – spiega il Codacons – La decisione del Tar che legittima il contributo richiesto alle società deve essere inoltre da stimolo al Governo sia per incrementare l’aliquota della tassa, come richiede anche l’Europa.”

L’intervento di modifica all’attuale provvedimento sugli extraprofitti sarebbe quindi necessario alla luce del caro energia e gas di questo periodo, e anche sulla base delle regole europee.

Il Codacons tuttavia individua anche altri tipi di aziende che hanno generato ingenti profitti nell’ultimo periodo, per cui potrebbe essere aggiunta questa imposta, ovvero: banche, assicurazioni, società farmaceutiche.

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Il Tar del Lazio boccia i ricorsi sulla tassa sugli extraprofitti

Il Codacons si è espresso anche a seguito della bocciatura dei ricorsi presentati dalle aziende energetiche da parte del Tar del Lazio. Circa venti imprese del settore dell’energia hanno infatti presentato ricorso di fronte alla tassa sugli extraprofitti relativa al periodo pandemico, fino ad oggi.

le motivazioni dei ricorsi stanno principalmente nel principio di incostituzionalità che alcune imprese dell’energia individuano in questo provvedimento. Tuttavia il Tar del Lazio ha respinto i ricorsi, sottolineando l’importanza di agire per rendere più efficace la misura.

Va tenuto in considerazione che nel mancato pagamento di questa imposta straordinaria, le imprese rischiano di vedersi applicare, come accaduto, sanzioni dal 30% fino al 60% delle somme non versate, con l’intervento anche dell’Agenzia delle Entrate.

I ricorsi quindi presentati all’Agenzia delle Entrate sarebbero inammissibili per il Tar del Lazio, e si stima che manchino almeno 5 miliardi di euro delle somme previste con la misura inizialmente.

Tassa sugli extraprofitti – Domande frequenti

Cos’è la tassa sugli extraprofitti?

Si tratta di una imposta straordinaria introdotta dal governo Draghi sui profitti delle aziende che producono e vendono energia. Ecco come cambierà il prossimo anno.

Come funziona la tassa sugli extraprofitti nel 2022?

Attualmente la misura prevede il 25% di aliquota sui guadagni extra delle grandi aziende dell’energia, sulla base dell’Iva calcolata dalle fatture.

Come funzionerà la tassa sugli extraprofitti nel 2023?

Si prevede che per il 2023 la tassa verrà aumentata dal 25% almeno al 33%, come conseguenza dell’adeguamento della misura ai provvedimenti europei.

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Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.

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