A partire dal 1 luglio 2025 le note lavatrici Candy non verranno più prodotte in Italia: la decisione è stata presa dalla multinazionale cinese Haier, che lavora nella produzione e nella vendita di elettrodomestici. La novità è da relazionarsi ad una scelta aziendale di razionalizzazione, di fronte ad un mercato sempre più complesso.
La vendita di elettrodomestici infatti ha subito un crollo generale in Europa nel periodo post pandemia, peggiorata a seguito delle ultime novità geopolitiche sugli scambi internazionali. Chiuderà quindi il sito di produzione di Brugherio in Italia, con operazioni di tutela per i lavoratori messe in campo in accordo con i sindacati.
Haier ferma la produzione Candy a Brugherio: le motivazioni
Haier Europe ha scelto di fermare la produzione di lavatrici Candy principalmente per la sede di Brugherio, Comune nella provincia di Monza. Questa linea produttiva, storica, che proseguiva da circa 80 anni, vedrà il suo stop definitivo da luglio 2025, con 160 lavoratori dipendenti da ricollocare o in uscita.
Le motivazioni stanno dietro a precise politiche aziendali di riconversione della sede e di razionalizzazione della produzione e della vendita di elettrodomestici in Europa. La novità in particolare è una risposta al calo delle vendite registrato in Italia, ma anche nel resto del continente europeo, dopo la pandemia.
Il comparto degli elettrodomestici è in crisi e molte aziende nel settore stanno cambiando rotta aprendosi a nuovi mercati o modificando le proprie strategie di business. La crisi di questa filiera coinvolge tutta l’Europa, segnando vendite per un -20% nel 2023. Le aziende europee spesso sono state al centro di acquisizioni da parte di colossi orientali (ad esempio Candy era stata acquisita dal gruppo cinese Qingdao Haier nel 2018).
Ma a questo sono seguite anche delle chiusure, ultima proprio quella della sede di produzione di Brugherio, che dava lavoro a diverse famiglie della zona. I produttori italiani quindi si trovano al centro di non poche difficoltà , tenendo presente l’andamento generale del settore in UE, con il rischio da un lato di perdere il made in Italy, dall’altro di veder crollare i posti di lavoro nel comparto.
Chiusura Candy: cosa spetta ai lavoratori
Per i lavoratori di Candy ci sono diverse prospettive dopo la chiusura. La sede di Brugherio sarà infatti riconvertita, ovvero rimarrà attiva come polo logistico, per cui saranno messi in campo 8,3 milioni di euro per la riconversione, da attuare entro luglio 2026.
Sarà quindi disposto in questa sede un centro per gli scambi e le spedizioni di pezzi prodotti per altri elettrodomestici da Haier. I lavoratori per cui cambieranno le carte in tavola sono 160, ma ci sono accordi con i sindacati locali per l’uscita o l’inserimento in altri comparti.
Nel dettaglio, i lavoratori verranno ridotti da 160 a 110 tramite il meccanismo dell’esodo volontario: gli verrà offerto un compenso economico unitario per uscire dall’azienda e potranno accettare o meno questa opzione. Allo stesso tempo verranno messi in campo ammortizzatori sociali come la cassa integrazione.
Per questa fase verrà quindi utilizzato il contratto di solidarietà , uno strumento che può essere applicato in caso di situazioni straordinarie di crisi per garantire una continuità lavorativa ai dipendenti, seppur con orario ridotto. I lavoratori verranno quindi impiegati per la riqualificazione degli spazi verso la nuova destinazione d’uso.
La regione Lombardia si era mostrata a sostegno della riconversione di questo centro, mentre la Fiom Cgil Monza Brianza era intervenuta per attenuare i rischi per i lavoratori, chiedendo garanzie all’azienda. Haier ha risposto in modo positivo, mettendo in campo diversi strumenti per la tutela dell’occupazione. Il sindacato sul suo profilo Facebook spiegava in un post del 26 giugno 2025:
“In data odierna, è stato sottoscritto con l’Azienda il Contratto di Solidarietà , che sarà attivato a partire dal 1° luglio 2025, per accompagnare la fase di riconversione industriale verso il futuro Haier Europe Service Hub. Il contratto riguarda il personale operativo coinvolto dalla transizione e si rende necessario a seguito della cessazione, al 30 giugno, della produzione di lavatrici.”
Tramite questo accordo, i lavoratori svolgeranno almeno il 20% dell’orario lavorativo previsto normalmente ogni settimana, ma probabilmente saranno impiegati per più ore. Inoltre verranno garantiti strumenti di welfare aziendale e verrà posta la maggiore attenzione verso gli esuberi.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it