Ricostruzione Ucraina: il contributo e le opportunità dell’Italia

Qual è il contributo dell'Italia all'Ucraina, e quali possibilità di business hanno le imprese italiane con la ricostruzione in Ucraina? Scopriamo quali porte si sono già aperte.

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Ricostruzione Ucraina contributo Italia
  • La ricostruzione in Ucraina richiederà molti interventi nell’arco dei prossimi dieci anni.
  • Le possibilità di business sono molteplici e passano dal settore delle costruzioni al farmaceutico.
  • Sarà importante l’intervento non solo della grande industria, ma anche delle imprese artigianali.

411 miliardi di dollari: è la cifra indispensabile per la ricostruzione e la ripresa in Ucraina, almeno secondo le stime dell’Unione europea, della Banca mondiale e delle Nazioni Unite.

La guerra si deve ancora concludere e a farsi avanti per avere un ruolo attivo nelle attività post belliche ci sono la Francia, la Germania e l’Italia.

La ricostruzione in Ucraina, secondo le istituzioni internazionali, dovrebbe avvenire su più tempi. Le prime operazioni dovrebbero coinvolgere le infrastrutture: l’offensiva russa ha distrutto quelle civili ed energetiche.

Stando ad una stima della Banca Mondiale per coprire questi costi sono necessari almeno 14 miliardi di dollari, 11 dei quali ancora da reperire. Sarà necessario provvedere allo sminamento e alla riabilitazione delle zone liberate.

La ricostruzione in Ucraina, le diverse fasi

La ricostruzione in Ucraina passa inevitabilmente dall’intervento degli altri paesi. Farsi trovare pronti nel momento in cui iniziano le operazioni è indispensabile per partire avvantaggiati nel momento in cui si dovrà procedere con la ricostruzione.

Per fare in modo che le imprese internazionali riescano ad operare in Ucraina è necessario che il paese prosegua nel suo processo di riforma: in questo modo saranno garantite la legalità e la trasparenza.

Secondo Antonio Tajani, Ministro degli Esteri:

“La ricostruzione in Ucraina rappresenta una opportunità, non possiamo lasciare la ricostruzione solo a imprese francesi, tedesche, americane o britanniche”.

A cogliere questa opportunità non dovrebbe essere esclusivamente l’industria, ma anche il mondo artigianale. Secondo Tajani, i progetti da realizzare sono molti e le opportunità altrettante: l’Italia deve essere in grado di raccoglierle.

La ricostruzione dell’Ucraina, tra l’altro, rappresenta uno dei capitoli più importanti del processo di rinascita del paese dalla guerra tra Russia e Ucraina, perché costituisce la parte economica del percorso che porterà il paese ad entrare nell’Unione europea.

A seguito degli aiuti che Kiev riceverà, si impegnerà a portare avanti una serie di riforme che dovrebbero garantire una maggiore trasparenza e legalità, che possano contribuire alla creazione di un ambiente favorevole alla realizzazione dei vari progetti.

In un secondo tempo infatti sarà necessario pensare alle operazioni a più lungo termine, che potranno avere un ampio orizzonte temporale, che riguarderanno la ristrutturazione vera e propria e l’ammodernamento delle varie infrastrutture del paese. Parallelamente ai lavori, l’intenzione è anche quella di promuovere tutti i processi indispensabili perché il paese possa aderire all’Unione Europea.

I paesi e le aziende che riusciranno a collocarsi in una buona posizione nella cosiddetta fase del fat recovery, ossia la prima parte delle operazioni, avranno delle ottime chance per trovarsi in una posizione di vantaggio quando avrà inizio la ricostruzione vera e propria.

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Ricostruzione Ucraina, quanto costa

Quali sono i settori aperti, nei quali le imprese potranno operare? Le opportunità sono molteplici: si parte dalle costruzioni per arrivare ai trasporti, si passa dall’energia per finire all’acciaio.

Le imprese italiane hanno la possibilità di sviluppare molteplici business: la Banca europea e la Banca mondiale hanno stimato che gli investimenti necessari avranno un costo complessivo pari a 411 miliardi di dollari nell’arco di dieci anni.

Le opportunità di fare business con la ricostruzione in Ucraina hanno iniziato a prendere corpo già da adesso: 650 imprese italiane si sono già interfacciate con 150 imprese ucraine per una serie di approfondimenti, che potrebbero avere importanti sviluppi.

Tra le prime imprese a sottoscrivere degli accordi c’è Webuild, che siglato un memorandum con Ukr Hydroenergy (uno dei principali gestori di centrali idroelettriche in Ucraina), attraverso il quale viene definito l’interesse delle parti a collaborare nel corso dei prossimi tre anni, per realizzare delle nuove infrastrutture elettriche nel paese.

Le parti si sono, inoltre, riservate la facoltà di valutare se sia possibile sviluppare nel territorio ucraino delle centrali idroelettriche o effettuare la loro conversione in stazioni di pompaggio. Questi progetti verranno definiti attraverso degli accordi specifici in un secondo momento.

Un altro memorandum è stato sottoscritto dal gruppo Mermec, un’azienda specializzata nella diagnostica in campo ferroviario, e le Ferrovie nazionali ucraine Ukrzaliznycja Jsc.

Italia e ricostruzione Ucraina: altre opportunità

Un settore nel quale si possono sviluppare delle interessanti opportunità di collaborazione è quello farmaceutico. Quello che potrebbe diventare essenziale è lo sviluppo e l’erogazione di servizi attraverso delle piattaforme digitali.

Questo strumento, al momento, risulta l’unico in grado di raggiungere tutti i territori e soprattutto tutti i cittadini ucraini, anche quando sono fuori dai loro territori.

Di particolare importanza, inoltre, sarà il settore della finanza digitale, che dovrà provvedere a supportare le istituzioni pubbliche e private nel loro percorso di ricostruzione.

Ricostruzione Ucraina – Domande frequenti

A quanto ammonta la spesa prevista per la ricostruzione in Ucraina?

Le stime prevedono un costo pari a 411 miliardi di dollari. Ma è probabile che nel tempo possa lievitare. Per saperne di più, leggi qui.

Qualche impresa italiana ha già iniziato a lavorare in Ucraina?

Al momento sono stati sottoscritti due memorandum molto importanti, uno dei quali dovrebbe portare alla costruzione di alcune centrali idroelettriche.

Ci sarà spazio solo per le grandi imprese nella ricostruzione dell’Ucraina?

No, la speranza è che possano sbarcare a Kiev anche le imprese artigianali italiane. Scopri quali sono i primi accordi in questo articolo.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Ho una laurea in materie letterarie. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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