La Commissione UE ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia sul regime forfettario delle partite IVA. L’accusa è di applicare una disparità di trattamento tra i contribuenti italiani e i residenti in altri Stati UE.
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Regime forfettario, l’accusa dell’UE
Per la Commissione UE l’Italia tratterebbe in modo diverso i contribuenti italiani e i residenti in altri Paesi europei: ai primi offrirebbe la possibilità di accedere al regime forfettario, escludendo però i secondi, a patto che non facciano derivare almeno il 75% del loro reddito dall’Italia.
Inoltre le partite IVA italiane all’estero risulterebbero soggette alle aliquote più alte per il pagamento dell’IRPEF. Così l’UE ha inviato una lettera di costituzione in mora al Belpaese, chiedendo un adeguamento entro 60 giorni. Se ciò non accadrà, potrebbero arrivare le sanzioni.
Procedura d’infrazione: nuove regole in vista?
L’infrazione, di per sé, non cambia le regole per le partite IVA con regime forfettario in Italia. Ma è certamente un “incentivo” a cambiare le regole in materia fiscale, rendendo più attrattiva l’Italia per gli investitori esteri.
Le altre procedure di infrazione
Altre procedure d’infrazione sono state mosse per le agevolazioni IMU e TARI per i pensionati all’estero. Lo sconto, infatti, è riservato a coloro che percepiscono la pensione da un Paese estero e hanno versato i contributi previdenziali in Italia e nel Paese ospitante. Tale politica penalizzerebbe il target, violando la libertà di circolazione e stabilimento.
E poi ci sono le infrazioni sulla mancata designazione dell’autorità nazionale sul metano, sui ritardi nella trasmissione dei dati doganali e nel recepimento della direttiva Daisy Chains II sul risanamento bancario.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it