In Italia aumenta il reddito disponibile degli italiani, ma il gap tra i più ricchi e più poveri si allarga. La povertà assoluta, invece, resta stabile. Ecco i dati dell’analisi dell’andamento degli indicatori di Benessere equo sostenibile (Bes) dell’allegato del Dpfp 2025 pubblicato dal Mef, che include ben 12 indicatori che appartengono a 7 domini: benessere economico, salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione tempi di vita, sicurezza, politica e istituzioni, ambiente.
Aumento del reddito degli italiani? Solo per i ricchi
Il reddito disponibile lordo corretto pro capite nominale cresce anche nel 2024 registrando un +3% rispetto all’anno precedente. A fine periodo, l’indicatore dovrebbe crescere dell’11,5% rispetto al 2024. dovrebbe essere più elevato del 11,5% rispetto al 2024. Data l’inflazione in calo, in termini reali si stima un aumento del reddito pro capite del 5,2% nel 2025 rispetto al 2019 e dell’8%, in termini cumulati, nel triennio successivo.
L’aumento però non è per tutti. Anzi, sembra allargare ulteriormente la forbice tra ricchi e poveri: la disuguaglianza del reddito netto nel 2024 è in aumento di 0,2 punti e si prevede rimanga stabile – come i dati sulla povertà assoluta familiare – nel triennio 2025-2028.
I numeri della disuguaglianza
Nel 2024 c’è stato un aumento dei trasferimenti in kind (di beni e prestazione di servizi primari), forniti dalle amministrazioni pubbliche e dalle istituzioni sociali private senza scopo di lucro. La disuguaglianza del reddito netto, misurata dal rapporto fra reddito disponibile equivalente del quinto di popolazione con il reddito più alto e quello del quinto con il reddito più basso, è in rialzo nel 2023. Rispetto alla stima Istat nella relazione Bes 2025, il dato definitivo per il 2023 è stato rivisto lievemente al rialzo e pari a 5,5. Nel 2024, previsto un altro peggioramento. Le stime per il triennio 2025-2028, tuttavia, non considerano i prossimi interventi che saranno contenuti nella legge di Bilancio, come la riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche.
La povertà assoluta del 2023 raggiunge l’8,5% dei nuclei familiari e il 9,8% degli individui residenti in Italia. L’aumento più consistente si era registrato nel 2022, che aveva rispettivamente segnato incrementi dello 0,6 e dello 0,7%. Meglio, invece la mancata partecipazione al lavoro, che nel 2024 scende dell’1,5% e che si prevede possa ulteriormente scendere – di 0,2 punti – anche per il 2025-2028.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it