Poste Italiane è nell’occhio del ciclone, perché è stata multata dall’Antitrust per una cifra di 4 milioni di euro per pratiche scorrette. Al centro dell’attenzione una violazione dei dati degli utenti che utilizzano le app Banco Posta e Postepay.
L’app richiederebbe infatti agli utenti di rilasciare una propria autorizzazione per permettere l’accesso ai dati contenuti all’interno dello smartphone. L’Antitrust ha reagito in modo deciso.
Poste Italiane sanzionata dall’Antitrust
Nel bollettino periodico dell’Antitrust si legge il riferimento a Poste Italiane in merito al provvedimento n.31566 con cui l’ente interviene contro le politiche commerciali scorrette, ponendo al centro la richiesta di autorizzazioni delle app di Poste Italiane all’utente.
Nello specifico l’utente sarebbe posto di fronte ad una scelta, nell’uso di alcune importanti applicazioni digitali delle Poste: dare il consenso di accedere ai propri dati sullo smartphone oppure essere completamente tagliati fuori dall’uso delle app.
Le app in questione sono quelle di Banco Posta e Postepay, che hanno l’obiettivo di facilitare la gestione del risparmio di moltissimi cittadini. Le due applicazioni si possono scaricare liberamente su Android e possono essere utilizzate facilmente dagli utenti dal telefono, ma la richiesta di accesso ai dati non ha convinto l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Poste Italiane ha stabilito un vero e proprio blocco alle app se l’utente rifiuta di autorizzare l’accesso ai propri dati su smartphone. Una pratica considerata aggressiva e in violazione aperta dei principi di base della tutela dei dati. L’obiettivo di questo meccanismo era quello di prevenire frodi attraverso i sistemi informatici, ma stando all’AGCOM, era possibile intervenire diversamente.
L’Antitrust ha chiesto quindi alle Poste di pagare 4 milioni di euro di sanzione, a causa della pratica scorretta. Una regola importante che riguarda la tutela dei dati è proprio quella della pertinenza: nessuno può chiedere informazioni che esulano da motivi strettamente collegati all’uso di un determinato strumento informatico.
Non è la prima volta che l’Antitrust interviene su questioni critiche a sanzionare o chiedere chiarimenti alle Poste, ad esempio un’altra multa, da 5 milioni di euro, era stata applicata nel 2020 a causa dei ritardi nelle consegne delle raccomandate.
Su questioni informatiche a volte i confini possono sembrare più sfumati e le questioni si fanno delicate. In questo caso l’autorizzazione all’accesso ai dati per l’uso delle app era stata introdotta nell’aprile 2024, per cui presto le Poste dovranno intervenire per fare marcia indietro.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it