Marketing online, il Garante della Privacy frena i consensi truccati 

Il Garante della Privacy ha sanzionato un'azienda che effettua campagne online per i consensi truccati. Ecco cosa è successo.

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Marketing online consensi truccati
  • Il Garante della Privacy censura i dark pattern utilizzati per il marketing online.
  • Irrogata una sanzione da 300.000 ad un’azienda che utilizzava i modelli oscuri, ovvero metodi scorretti per ottenere consensi sul web.
  • Per gli stessi motivi è stata anche sanzionata per 50.000 un’azienda sanitaria.

Arriva un completo e radicale giro di vite per i consensi del marketing online. Gli utenti che navigano su internet saranno maggiormente tutelati dalle richieste per ottenerli, che possono portarli ad accettare per sfinimento o per una semplice ed ingenua distrazione.

Ma soprattutto finirà la faticosa ed annosa ricerca dei riquadri con caratteri troppo piccoli da leggere se non addirittura nascosti. Al momento questo comporta anche un difficile percorso per cercare i consensi del marketing online tra le pagine internet e negarli definitivamente.

A prendere una decisa ed inequivocabile presa di posizione sui dark pattern, ossia i modelli oscuri, è direttamente il Garante della Privacy, attraverso l’ingiunzione n. 51 del 23 febbraio 2023. L’authority ha irrogato una sanzione di 300.000 euro ad una società che si occupa di marketing. Ma entriamo nel dettaglio.

Marketing online, il problema dei consensi

A finire nel mirino del Garante della Privacy sono i consensi del marketing online. Sotto la lente d’ingrandimento sono andati a finire, per la precisione, i dark pattern, ossia i cosiddetti modelli oscuri.

Di particolare importanza, per chi opera nel settore, è l’ingiunzione n. 51 del 23 febbraio 2023 del Garante, nella quale vengono inserite, all’interno del testo della pronuncia, le immagini delle pagine del sito internet incriminato, che riportano le condotte che l’authority ritiene illegittime.

Grazie a questa scelta visiva, si riesce a comprendere meglio quali siano le motivazioni che hanno portato all’ingiunzione.

Il Garante della privacy ha irrogato una sanzione pari a 300.000 euro ad una società specializzata nella realizzazione di campagne promozionali per dei clienti medio grandi, attraverso sms, e-mail e chiamate automatizzate.

In che cosa consisteva l’attività nello specifico? L’azienda ha inviato messaggi ricevuti dal committente a soggetti presenti all’interno della propria banca dati, senza che questi dati siano stati trasmessi al committente. Tra i servizi offerti dalla società vi è anche quello di noleggio di liste di telemarketing.

Il Garante ha contestato alla società di utilizzare dei trabocchetti, che vengono definiti tecnicamente modelli oscuri (o dark pattern): in altre parole l’azienda ha adottato delle modalità poco chiare per esporre le richieste, che sembrano a tutti gli effetti innocue. Ma risultano essere delle richieste di consenso mascherate.

Uno dei trucchi utilizzati più di frequente consiste nel chiedere il consenso più volte: questo serve a generare un vero e proprio equivoco. L’utente ritiene che si tratti di richieste tecniche indispensabili per poter proseguire con la navigazione.

Una delle altre violazioni è quella di mettere in maniera poco visibile, e a volte anche troppo in piccolo, il tasto per saltare un passaggio: gli utenti, a questo punto, sono obbligati a inserire i propri dati per poter andare avanti.

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I comportamenti censurabili dal Garante della Privacy

Adottando queste strategie di marketing online, l’azienda avrebbe portato gli utenti sprovveduti o frettolosi a dare i propri dati in pasto al marketing aggressivo. Questa è, sicuramente, la parte più rilevante del provvedimento adottato dal Garante sulla privacy, che ha provveduto a ritenere illegittime anche altre manovre, le quali fanno meno notizia, ma non sono meno gravi.

Tra queste rientrano quelle relative alla raccolta di dati senza consenso su abitudini e preferenze, in modo da costruire delle specifiche profilazioni. Ma anche la totale e completa mancanza di informative, l’errata qualificazione soggettiva di quanti stiano operando nel marketing online.

Risulta, inoltre, essere censurabile l’obbligo per gli utenti di inserire i dati di contatto come nome, cognome e mail, di amici e conoscenti, che potrebbero essere potenzialmente interessati ai servizi che vengono offerti.

Censurabile anche l’invito a cliccare su un link che conduce ad un sito diverso, dove poter scaricare un e-book: il problema, in questo caso, consiste nel fatto che i dati del profilo dell’utente risultano già essere riconosciuti ed i consensi sulla privacy tutti selezionati.

Garante della Privacy e anonimizzazione

Il Garante sulla Privacy, attraverso l’ingiunzione n. 74 del 2 marzo 2023 ha irrogato una sanzione di 50.000 ad un’azienda sanitaria che, attraverso la propria pagina web, ha diffuso gli elogi dei pazienti alle cure ricevute. Con questa operazione l’Asl ha diffuso sul web nomi e patologie.

L’importanza di questa ingiunzione consiste nell’aver messo in evidenza una condotta di tentata anonimizzazione, una procedura diffusa ma inefficace per mantenere l’anonimato: coprire con un tratto di pennarello o di bianchetto delle parole stampate su un foglio scansionato e successivamente convertito in documento informatico.

Questo tipo di cancellazioni, anche quando sono effettuate bene, non risultano essere valide a proteggere i dati delle persone nominate, per cui la semplice procedura manuale, con la quale vengono oscurate le generalità degli interessati, non è sufficiente.

Marketing online – Domande frequenti

Cosa sono i dark pattern?

I modelli oscuri sono delle modalità online per richiedere i consensi poco chiare, che possono indurre in errore gli utenti frettolosi o più distratti.

Perché non devono essere utilizzati i dark pattern?

Perché gli utenti devono fornire il proprio consenso consapevolmente, senza essere raggirati. Ecco cosa dice in proposito il Garante della Privacy.

Quali aziende ha coinvolto l’ultima censura del Garante in termini di Privacy sul web?

Il Garante della Privacy ha censurato alcuni comportamenti di marketing online scorretti per ottenere consensi. Inoltre è stata censurata anche l’azione di una attività sanitaria, che ha diffuso nomi e patologie dei pazienti che aveva in cura.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Ho una laurea in materie letterarie. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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