Manovra 2026, vicino l’accordo su contributo banche e tassa su oro: cosa prevede

Dopo settimane di trattative, il governo e il sistema bancario sembrano prossimi a un’intesa. Sfuma invece l’ipotesi di una tassa su lingotti e monete: l’oro resta nelle casse del Banca d'Italia, ma con nuove formule per valorizzare le riserve.

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Manovra 2026 accordo su banche e oro

Si delineano i contorni della manovra 2026 prima della sua approvazione definitiva. Il governo è ancora a caccia di risorse per finanziare gli interventi previsti e, proprio su questo fronte, un passo in avanti sembra essere stato fatto riguardo il contributo chiesto alle banche e la tassazione dell’oro.

Manovra 2026, l’accordo sul contributo delle banche

Nella prima stesura della manovra 2026, il governo aveva previsto un aumento di 2 punti percentuali dell’aliquota IRAP per banche e assicurazioni. Durante l’esame parlamentare, però, era stata presa in considerazione anche l’ipotesi di un aumento più consistente dell’imposta, pari al 2,5%. In questo modo la maggioranza voleva assicurarsi più coperture per le nuove misure, gli aiuti e i bonus nel 2026. Tuttavia, dopo una serie di incontri tecnici, l’esecutivo e gli istituti di credito sembrano aver trovato un punto di equilibrio: l’aumento dell’IRAP dovrebbe restare quello originariamente proposto, fermandosi a +2 punti percentuali.

L’aliquota IRAP per il settore bancario salirà quindi dal 4,65% al 6,65%, evitando l’inasprimento ipotizzato nelle settimane scorse. Questo serve per garantire all’esecutivo il gettito necessario. La proposta arriverà, definita nei suoi dettagli, oggi pomeriggio al Comitato di presidenza dell’ABI (l’Associazione bancaria italiana), che sembra intenzionato a dare l’ok.

Le novità sulla tassazione dell’oro

Un altro fronte di copertura finanziaria riguarda l’oro da investimento. La nuova misura vuole incoraggiare proprio chi possiede lingotti o monete d’oro non dichiarati a ufficializzare e dichiarare il loro valore. Molte persone, infatti, possiedono oro senza prova d’acquisto o registrazioni ufficiali (“non documentato”). In assenza di un costo d’acquisto dimostrabile, la normativa prevede che, in caso di vendita, la plusvalenza venga calcolata sul 25% del corrispettivo lordo di vendita. Ebbene, con la nuova procedura di regolarizzazione prevista dalla manovra 2026, viene offerta la possibilità di pagare un’imposta sostitutiva con aliquota agevolata del 12,5% sul valore dell’oro dichiarato. L’adesione deve avvenire entro il 30 giugno 2026. In caso di successiva vendita dell’oro, la plusvalenza tassabile al 26% non sarà più calcolata sull’intero importo della cessione, ma solo sulla differenza tra il prezzo di vendita effettivo e il nuovo valore affrancato (il costo riconosciuto).

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