Manovra 2026, si parla già di modifiche: affitti, dividendi e forze dell’ordine tra i nodi principali

Il testo finale della legge di Bilancio 2026 dipenderà dalla capacità dei gruppi politici di trovare compromessi su un numero limitato di priorità, all’interno di un quadro economico che resta vincolato alle regole europee e agli obiettivi di contenimento del debito pubblico.

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Manovra 2026 modifiche

Il dibattito sulle manovra 2026 e sulle sue possibili modifiche è entrato nel vivo con l’arrivo del testo al Senato. Come è noto, l’approvazione finale, che dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2025, sarà preceduta dalla presentazione e discussione degli emendamenti. Tuttavia, le risorse a disposizione per questa fase non sono ampie. La cosiddetta “dote parlamentare” ammonta a 100 milioni di euro, da suddividere anche con le opposizioni.

Eventuali correzioni del testo bollinato potranno essere quindi solo marginali e dovranno mantenere invariati i saldi, questo vuol dire che bisognerà trovare un accordo, soprattutto sui punti più discussi, come gli affitti brevi, la riforma dei dividendi per gli azionisti delle società e l’aumento dell’età pensionabile delle Forze dell’ordine.

Manovra 2026 e affitti brevi: chieste modifiche sulla cedolare secca

Il primo fronte di confronto politico riguarda la cedolare secca sugli affitti brevi, che il Governo ha previsto di aumentare. All’interno della maggioranza si è alzato il pressing per cancellare la misura. I vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini si sono espressi chiaramente contro l’aumento (al 26%), chiedendo il ritorno alla normativa attuale (con aliquota pari al 21%).

All’interno della maggioranza emergono anche proposte alternative. Maurizio Lupi (Noi Moderati) ha suggerito di ridurre la cedolare secca al 15% per i contratti a canone libero, così da incentivare gli affitti a lungo termine di immobili oggi sfitti. La misura, che a regime dovrebbe garantire circa 100 milioni di euro l’anno, sarà una delle più discusse durante l’iter parlamentare, soprattutto per la ricerca delle coperture finanziarie.

Dividendi e imprese: le critiche di Confindustria

Un altro nodo è quello dei dividendi. La manovra prevede una stretta fiscale sui rendimenti azionari, limitando i benefici fiscali solo a chi possiede partecipazioni pari o superiori al 10%. Il Governo stima da questa misura un gettito di circa 1 miliardo di euro all’anno, ma il provvedimento non convince né il mondo imprenditoriale né parte della maggioranza.

Secondo Confindustria, la nuova impostazione rischia di penalizzare la competitività delle imprese italiane. Il presidente, Emanuele Orsini, ha ribadito a tal proposito la necessità di un confronto con il governo.

Sindacati contro l’aumento dell’età pensionabile

Un fronte di protesta è arrivato anche dal comparto sicurezza. I principali sindacati di polizia (Sap, Coisp, Fsp Polizia e Silp Cgil) hanno criticato l’articolo 42 del testo bollinato della manovra 2026, che prevede un aumento dell’età pensionabile di 3 mesi nel 2026 e 4 mesi nel 2027 per le Forze dell’ordine.

Inoltre, viene segnalata l’assenza di assunzioni straordinarie e di provvedimenti per colmare il vuoto di organico, stimato in oltre 10.000 unità. Con l’attuale limite del 75% nella copertura dei pensionamenti, si rischia di perdere altri 1.300 poliziotti nel 2026.

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