Leggi incomprensibili sul Fisco, la “zona grigia” favorisce gli evasori fiscali: tutti i paradossi

Dall'efficacia delle sentenze del giudice penale sul giudizio tributario all'applicabilità dell'IVA sulla tassa di smaltimento dei rifiuti. La mancanza di chiarezza allontana l'agognata "compliance".

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Le leggi incomprensibili sul Fisco continuano a produrre effetti negativi. Il tema è tornato in auge nei giorni scorsi, quando il Presidente della Repubblica ha invitato il parlamento a correggere persino la legge che istituisce il 4 ottobre come festa nazionale di San Francesco. Leggi scritte male, confusione e scarsa trasparenza generano disastri soprattutto in materia tributaria. A spiegare tutti i paradossi del sistema a Partitaiva.it è Salvatore Forastieri, giudice tributario, già Garante dei diritti del contribuente per la Sicilia e direttore responsabile dell’Osservatorio tributario, organo di stampa dell’Associazione magistrati tributari.

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Leggi incomprensibili sul Fisco, ecco la “zona grigia” perfetta per gli evasori

Sono diversi i motivi che stanno alla base della confusione esistente in ambito tributario e che spesso genera leggi incostituzionali. “A cominciare dallo stratificarsi sregolato delle disposizioni tributarie – esordisce Forastieri – quasi che il legislatore, aggiungendo norme su norme e adempienti su adempimenti, avesse ritenuto di limitare in questo modo l’evasione fiscale. Così non è stato”.

In pratica, troppe le norme da conoscere e le relative difficoltà interpretative hanno reso impossibile il sogno di un Fisco semplice e alla portata di tutti, creando piuttosto in una zona grigia dove gli evasori stanno benissimo, mentre i contribuenti onesti fanno fatica ad operare, peraltro rischiando spesso di incorrere, senza volerlo, in sanzioni abbastanza pesanti.  

Leggi e provvedimenti “scritti male”: decine di migliaia di commi da interpretare

“A proposito di leggi scritte male – sottolinea – da un’indagine condotta dai dottori commercialisti, in meno di un decennio, tra leggi finanziarie (o di Stabilità o di Bilancio), manovre correttive, decreti milleproroghe ed altri provvedimenti legislativi o ministeriali, siamo giunti a quasi diecimila commi da leggere, interpretare e applicare. Il tutto senza parlare dei numerosissimi decreti attuativi che superano sempre la quantità delle disposizioni primarie”. 

Nello stesso periodo, le circolari dell’Agenzia sono state ben 490, le risoluzioni 1.768 e i provvedimenti del direttore della stessa Agenzia delle Entrate ben 2.023. Il tutto corrispondente a quasi 50.000 pagine. Oggi, nel frattempo, il materiale da studiare, interpretare e applicare sarà raddoppiato. Ed è così che il principio di leale collaborazione tra Fisco e contribuente va a farsi benedire. Una speranza di “salvezza” arriva dalla riforma tributaria, quella di cui alla legge delega n. 111 del 9 agosto 2023 che si pone l’obiettivo, tra le altre cose, di razionalizzare e dare una sforbiciata alle troppe disposizioni tributarie esistenti.

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Leggi incomprensibili sul Fisco: le interpretazioni giurisdizionali poco chiare

A prescindere dalla quantità (enorme) delle disposizioni tributarie applicabili, secondo Forastieri spesso la confusione è dovuta non solo a lacune legislative, ma qualche volta, anche a interpretazioni giurisdizionali (talvolta anche della Cassazione) che mettono in seria difficoltà contribuenti ed addetti ai lavori, compresi gli uffici. “Gli esempi – ci spiega – potrebbero essere tantissimi. Per molte lacune, comunque, qualche volta anche grazie all’intervento del Garante del contribuente (nonostante i suoi scarsi poteri, ma con la sua capacità di dialogo), la soluzione è stata trovata. Non senza sacrifici di coloro i quali hanno voluto fortemente trovare le giuste interpretazioni e dei contribuenti che hanno dovuto affrontare contenziosi defatiganti”.

Gli esempi emblematici

“Quanto tempo – si chiede il nostro esperto – è stato necessario chiarire che la mancanza del modello VR (la segnalazione all’Agente della Riscossione di un credito chiesto a rimborso), non fa venir meno il diritto al rimborso, se regolarmente indicato in dichiarazione? Quanto tempo è stato necessario chiarire l’importo di debito iscritto a ruolo necessario per iscrivere l’ipoteca nei confronti del debitore?”. Contro le leggi fiscali incomprensibili si poteva intervenire con immediatezza ma ciò non è avvenuto.

Altri esempi emblematici, ci riferisce Forastieri, riguardano l’applicabilità (o meno) dell’IVA sulla somma dovuta ai Comuni per lo smaltimento dei rifiuti (IVA sulla TIA): principio che non è stato ancora  affermato in modo chiaro e definitivo, nonostante le sentenze della Cassazione ed addirittura anche quella della Corte Costituzionale la quale, dopo che l’Argenzia delle Entrate, tempo fa, aveva previsto l’applicazione del tributo ritenendo la TIA un corrispettivo di un servizio, ha affermato che la TIA, come qualunque altra somma pagata per un servizio pubblico, non è corrispettivo, ma un tributo, sul quale – evidentemente – nessun altro tributo (nemmeno l’IVA) è dovuto”.

Giudizio tributario e giudizio penale, come la Cassazione ha sparigliato le carte

Ma anche la Corte di Cassazione spesso ha creato confusione. Con sentenza n.9157 depositata in data 8 aprile 2025, ha ritenuto che la sentenza di assoluzione definitiva del giudice penale non può avere efficacia nel relativo giudizio tributario, in quanto ha effetto nel giudizio tributario limitatamente all’aspetto sanzionatorio, restando al Giudice tributario la valutazione in merito al tributo.  

“In pratica – spiega il giudice tributario – proprio quando si credeva che finalmente fosse stato eliminato il doppio binario tra processo tributario e processo penale, la Cassazione ha rimesso tutto in discussione, sostenendo che il nuovo principio possa valere solo per le sanzioni. Cosa che fa nascere altri dubbi stante che non si capisce come il giudicato penale possa avere effetto solo nel campo sanzionatorio, pur sapendo che le sanzioni non sono altro che una conseguenza della violazione che, con la citata sentenza, la Corte di Cassazione, dopo l’assoluzione penale, non vuole considerare venuta meno”.  

In soldoni, molti dei casi in cui l’interpretazione si è rivelata veramente difficile con la conseguenza di un contenzioso elevatissimo, sono stati già chiariti. Ma si rischia che per una stessa violazione tributaria/reato, come l’emissione o l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, in ambito penale possa si possa avere l’assoluzione mentre, in ambito tributario, la condanna (magari senza sanzioni, come stabilisce il nuovo decreto legislativo).

Riforma tributaria: “Nessuna semplificazione”

Ora siamo già alle prese con le novità della riforma tributaria, compresa l’applicazione di tutte le disposizioni contenute nei nove Testi unici di prossima entrata in vigore. Purtroppo, però, ancora qualche prescrizione della delega riguardante la semplificazione non pare sia stata ancora accolta. “All’articolo 16 della delega fiscale (intitolato “Princìpi e criteri direttivi per la revisione generale degli adempimenti tributari e degli adempimenti in materia di accise e di altre imposte indirette sulla produzione e sui consumi”), si stabilisce di ‘armonizzare progressivamente i tassi di interesse applicabili alle somme dovute dall’Amministrazione finanziaria e dai contribuenti‘. Eppure questo argomento non risulta ancora affrontato. Speriamo lo sia al più presto”, conclude Forastieri.

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Interessi fiscali e rottamazione delle cartelle: l’effetto delle leggi incomprensibili sul Fisco

Anche quello degli interessi fiscali è un problema che, accanto alle leggi scritte male, alla confusione e alla giurisprudenza ondivaga, può determinare ingiustizie a danno dei cittadini., facendo vacillare il principio di leale collaborazione tra Fisco e contribuente. “Questo – chiosa Forastieri – avviene quando la loro misura, oltre ad essere estremamente variegata e complicata in relazione alle singole fattispecie di morosità o di dilazioni, mostra in modo estremamente evidente la disparità di trattamento (sicuramente censurabile anche dal punto di vista costituzionale), principalmente tra quello riservato al Fisco in caso in cui sia lui il debitore, e quello riservato ai contribuenti, morosi o ai quali è stata accordata una rateizzazione”.

Forastieri torna nuovamente sulla riforma tributaria, ancora in progress, attorno alla quale c’è grande aspettativa ma anche la consapevolezza che non sarà facile adeguarsi alle nuove regole fiscali. “Sappiamo – conclude – che tutti i cambiamenti portano difficoltà. Questa volta dobbiamo saperle affrontare sperando che, una volta assimilate le nuove norme, si possano finalmente ottenere norme chiare e di facile applicazione”.

Le speranze dei contribuenti italiani sembrano essere rivolte dunque a cambiamenti che possano trasformare il volto del Fisco, rendendolo finalmente un Fisco semplice e “amico”. L’auspicio è che giunga l’agognata certezza del diritto necessaria per evitare non solo liti e contenziosi infiniti ma per far sì che gli investitori stranieri non fuggano dall’Italia penalizzando così il nostro tessuto produttivo.

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Patrizia Penna

Giornalista professionista

Sono nata a Catania, mi sono laureata con lode in Lingue e Culture europee all'Università di Catania. Ho lavorato per quasi vent'anni come redattore al Quotidiano di Sicilia, ho curato contenuti ma anche grafica e impaginazione. Oggi sono una libera professionista. Mi occupo di informazione, uffici stampa e curo sui social media la comunicazione di aziende, anche straniere.

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