Lavoro nero in aumento in Italia, oltre 72 miliardi nascosti al Fisco: i settori più colpiti

C'è chi lavora senza contratto e chi lavora parzialmente in nero, per un numero superiore di ore rispetto a quelle previste.

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Lavoro nero in Italia

Secondo i dati ISTAT pubblicati a ottobre 2025, il lavoro nero in Italia è in aumento. Il fenomeno coinvolge sia i lavoratori dipendenti che indipendenti, con tassi di irregolarità simili registrati per entrambi le categorie, e anche in questo caso in aumento. L’irregolarità, però, sembra seguire una certa dinamica settoriale, cioè è legata alla tipologia di bene o servizio scambiato e alle caratteristiche organizzative del lavoro. Infatti, alcuni settori sono più colpiti di altri.

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Lavoro nero in aumento in Italia, i dati

Secondo il report ISTAT pubblicato il 17 ottobre 2025, nel 2023 le unità di lavoro a tempo pieno in condizione di non regolarità sono state 3 milioni e 132 mila, con un aumento di oltre 145 mila unità rispetto al 2022. La maggior parte di questi sono dipendenti (circa 2,3 milioni). Anche la ricchezza prodotta in nero (quello che l’ISTAT chiama “valore aggiunto dal lavoro irregolare”) è aumentata. Crescendo dell’11,3% rispetto al 2022, i guadagni nascosti al fisco, creati da chi lavora senza contratto o parzialmente in nero, hanno raggiunto la cifra enorme di 77,2 miliardi di euro.

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Quali sono i settori più a rischio

I settori che registrano il tasso di irregolarità più alto, calcolato tenendo conto del numero di lavoratori regolari rispetto a quelli in nero, sono quattro. Ma il primato va al settore dei servizi per la persona, che registra un tasso di irregolarità pari al 40,5% (il più alto di tutti), principalmente per la domanda di lavoro domestico e di assistenza (colf, badanti), dove i rapporti di lavoro sono spesso gestiti in modo informale e diretto tra famiglie e lavoratori.

A seguire ci sono: il settore agricolo, silvicoltura e pesca con un tasso di irregolarità pari al 17,6%; commercio, trasporti, alloggio e ristorazione con un tasso di irregolarità del 15% e costruzioni, con tasso di irregolarità del 12,8%.

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Lavoro nero: le categorie di lavoratori più colpiti

In termini di numero complessivo di unità di lavoro a tempo pieno irregolari, i soggetti più a rischio sono i lavoratori dipendenti. Sono il gruppo dominante, con circa 2 milioni e 274 mila unità di lavoro irregolari nel 2023. Costituiscono infatti la prevalenza dei 3,132 milioni di irregolari totali.

Se si considera invece il numero di irregolari sul totale degli occupati regolari , anche in questo caso la percentuale tra i dipendenti, anche se di poco, è maggiore, del 12,9%, rispetto agli indipendenti (12,2%). In questo caso, ISTAT evidenzia che il sommerso è trainato da una crescita omogenea. Nel 2023, sia la componente dipendente (+4,9%) sia quella indipendente (+4,8%) del lavoro irregolare sono aumentate.

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