Intelligenza artificiale, in Italia un nuovo fondo pubblico da 150 milioni

Il governo ha annunciato l'arrivo di un nuovo fondo dedicato all'intelligenza artificiale in Italia, da 150 milioni di euro. Ecco quali sono le prospettive.

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • Il governo è intenzionato ad introdurre un fondo pubblico dedicato, in Italia, interamente all’intelligenza artificiale.
  • Il governo ha proposto per il fondo uno stanziamento di 150 milioni di euro.
  • L’intelligenza artificiale ha avuto un boom notevole negli ultimi anni, ma ancora l’Italia non aveva preso in considerazione un fondo apposito per il suo sviluppo.

L’intelligenza artificiale negli ultimi anni ha visto un vero e proprio boom, per cui, soprattutto in America, ma anche in Europa, hanno cominciato a diffondersi strumenti AI da impiegare in diverse circostanze, anche a livello imprenditoriale e come supporto al lavoro.

A parlare della necessità di introdurre una specifica strategia per l’implementazione del settore delle AI in Italia sono stati diversi governi, che si sono susseguiti negli ultimi anni, tuttavia arriva adesso una proposta che prevede uno stanziamento in denaro per lo sviluppo delle AI nel paese.

Il sottosegretario all’innovazione Alessio Butti ha dichiarato l’intenzione di stabilire un fondo pubblico italiano specifico per l’intelligenza artificiale, con 150 milioni di euro per questo settore, in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti.

Intelligenza artificiale in Italia

L’intelligenza artificiale è un campo piuttosto recente, che ha visto una vera e propria esplosione negli ultimi anni, in tutto il mondo. In alcuni casi le AI sono viste come strumenti utili per supportare il lavoro dell’uomo, mentre in altri casi possono anche essere considerate come una minaccia, a causa dei rischi collegati a questa nuova tecnologia.

Uno degli ultimi rapporti Censis ha mostrato l’andamento dell’opinione pubblica intorno alle AI, evidenziando come il 94,7% degli italiani presenti qualche timore nell’utilizzo di internet, associato a cyberattacchi, frodi o crimini informatici.

Anche sulle AI ci sarebbero ancora diverse perplessità da parte dei cittadini, anche se il 46,3% degli italiani vede in questi strumenti delle opportunità. La maggior parte dei cittadini italiani vorrebbe vedere introdotte regole specifiche sull’utilizzo delle intelligenze artificiali, con l’obiettivo di ridurne i rischi e intervenire con delle norme ben definite sul loro utilizzo.

I principali problemi intorno all’uso delle AI sarebbero da riscontrare nella possibile circolazione di notizie false e nella gestione difficoltosa dei dati. Anche se a livello europeo alcune norme sono già state introdotte, in Italia si chiede maggiore attenzione sull’uso delle AI.

Ricordiamo in particolare l’episodio di blocco della famosa AI ChatGPT in Italia, disposto dal Garante della Privacy, che si è risolto con l’introduzione, da parte di OpenAI, di filtri più stringenti per la protezione dei dati, con il relativo sblocco dello strumento.

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Nuovo fondo pubblico per le AI in Italia

Il governo recentemente è intervenuto con la proposta concreta di istituire un nuovo fondo pubblico per il settore delle AI, con almeno 150 milioni di euro di stanziamento. Fino a questo momento, anche il PNRR ha contenuto alcuni interventi in materia AI, tuttavia si tratta di una tematica marginale all’interno del Piano Nazionale di di Ripresa e Resilienza.

L’intervento di un nuovo fondo potrebbe essere messo in campo con Cassa Depositi e Prestiti, tuttavia questo potrebbe non bastare, per cui si ritiene necessario incentivare i fondi privati addizionali per aumentare gli investimenti.

Insieme all’istituzione di un fondo, si prevede quindi soprattutto la necessità di stabilire le strategie per lo sviluppo di questo settore anche in Italia, pensando ad esempio a come incentivare le startup del settore, e garantirgli uno spazio apposito per lo sviluppo.

Fondo pubblico italiano per le AI: i numeri

Anche se la proposta di un nuovo fondo pubblico italiano dedicato all’intelligenza artificiale segna una nota positiva, va ricordato che altri paesi hanno investito, e stanno tutt’ora investendo, somme di denaro maggiori, con strategie di sviluppo precise.

Pensiamo prima di tutto ai 47 miliardi di dollari investiti negli Stati Uniti, da cui è nata già da diversi anni OpenAI, che ha dato vita alla famosa ChatGPT, l’intelligenza artificiale ad oggi più utilizzata sul web, accessibile anche dall’Europa e dall’Italia.

Ma anche altri paesi UE, sull’onda delle iniziative europee, hanno investito denaro in questo settore, come la Spagna, che nonostante i ritardi per questo settore, vi ha investito 500 milioni di euro, in aggiunta ad altre risorse presenti nel paese.

Il problema dei fondi da destinare a questo settore in Italia si è fatto sentire già dal governo Conte e con il governo Draghi, per cui le diverse iniziative non hanno poi portato ad un effettivo investimento per lo sviluppo del settore.

Il nuovo fondo da 150 milioni di euro non rappresenta un bacino di risorse elevato, tuttavia potrebbe essere un punto di partenza per ulteriori iniziative, per cui si attende che venga messo a disposizione dal governo.

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Prospettive per l’intelligenza artificiale

Le AI si stanno poco alla volta sviluppando arrivando anche in Italia, e questi strumenti, seppur con diverse criticità, stanno diventando dei validi supporti se utilizzati a livello imprenditoriale e di lavoro. Ad oggi ad apprezzare le AI, tra cui la più nota ChatGPT, sono soprattutto i giovani, più vicini all’evoluzione tecnologica.

Tuttavia anche le aziende e i professionisti con Partita Iva hanno iniziato a impiegare questi strumenti come supporto al lavoro. Le AI infatti possono essere adoperate soprattutto per l’assistenza clienti online, con apposite chat, oppure di supporto a lavori di grafica, stesura di codice, scrittura e traduzione di testi.

Se da un lato le AI semplificano lo svolgimento di lavori ripetitivi, dall’altro lato vi sono alcuni rischi collegati ad esse, tant’è che l’Europa ha deciso di introdurre specifiche regole relative al grado di rischio di ciascuna AI, a partire dalla gestione dei dati alle influenze della nuova tecnologia sulle opinioni dei cittadini.

A livello europeo si incentiva lo sviluppo di queste tecnologie, ma vengono introdotte anche forme di gestione organizzata di queste innovazioni, come l’AI Act, un regolamento europeo, con specifiche sanzioni in caso di violazioni delle linee guida. Si attende anche per l’Italia una strategia accurata che riguardi lo sviluppo e l’utilizzo di queste nuove tecnologie.

Intelligenza artificiale, nuovo fondo – Domande frequenti

Come sarà il futuro con l’intelligenza artificiale?

L’AI può essere ad oggi applicata per diversi scopi, anche a livello lavorativo e imprenditoriale. Oltre ad essere un’opportunità può comportare anche dei rischi: ecco quali sono le prospettive di regolamentazione in Italia.

Cosa prevede l’UE per l’intelligenza artificiale?

L’Unione Europea sta introducendo un AI Act specifico, per regolamentare il funzionamento e le applicazioni dell’intelligenza artificiale nel continente.

Cosa prevede l’Italia per l’intelligenza artificiale?

Il governo ha recentemente proposto un nuovo fondo per l’intelligenza artificiale, da 150 milioni di euro: tutti i dettagli nell’articolo.

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Valeria Oggero

Giornalista

Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 15 Giugno 2023
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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