Fringe benefit auto aziendali, pubblicate tabelle ACI 2026: soglia di esenzione e come calcolare gli importi

Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso note le nuove aliquote in vigore dal 1° gennaio

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Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale delle nuove tabelle ACI 2026 sono stati aggiornati gli importi utilizzati per calcolare il valore dell’auto aziendale, concessa come fringe benefit ai lavoratori. Rispetto allo scorso anno, i modelli più recenti registrano in molti casi una riduzione dei costi, mentre per diverse auto il costo è aumentato.

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Come funziona il calcolo delle auto aziendali come fringe benefit nel 2026

I fringe benefit, superata la soglia di esenzione prevista per legge, concorrono alla formazione del reddito. E questo vale anche per l’auto aziendale, il cui uso viene quantificato e tassato. In particolare, per determinarne il valore, in questo caso bisogna moltiplicare la quota di percorrenza presunta per il costo chilometrico (che è quello indicato nelle tabelle ACI aggiornate al 2026).

La tassazione è legata al livello di inquinamento del veicolo. I veicoli elettrici (BEV) godono cioè della tassazione minima, mentre i motori endotermici puri subiscono il prelievo massimo. Il principio di base è che minori sono le emissioni di CO2 più bassa è la quota di auto aziendale che viene tassata come fringe benefit.

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Le aliquote 2026

I veicoli con emissioni comprese tra 0 e 20 grammi di CO2 per chilometro, cioè principalmente le auto elettriche, beneficiano dell’aliquota più favorevole. Solo il 10% del costo complessivo di utilizzo concorre infatti a formare il reddito imponibile del lavoratore. L’aliquota sale al 20% per i veicoli con emissioni tra 21 e 60 g/km, fascia che include soprattutto le ibride plug-in.

La percentuale è più alta, invece, per i veicoli con emissioni comprese tra 61 e 160 g/km di CO2. Si tratta soprattutto di auto a benzina e diesel di nuova immatricolazione, per le quali la percentuale di tassazione sale al 50% nel 2026. Infine, per i veicoli con emissioni superiori a 160 g/km, è prevista l’aliquota massima del 60%. In questa fascia rientrano le auto più inquinanti, spesso di grossa cilindrata o meno efficienti dal punto di vista energetico.

Va detto, tuttavia, che la manovra 2026 ha confermato le soglie di esenzione dei fringe benefit aziendali per i dipendenti. Pertanto, anche per il prossimo anno, il limite entro il quale il valore del bene non è tassato è fissato a 1.000 euro per la generalità dei lavoratori. La cifra raddoppia a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico e include nel calcolo non solo l’auto, ma anche eventuali rimborsi per utenze domestiche e canoni di locazione. Solo se il valore calcolato tramite le tabelle ACI supera queste soglie, l’intero importo concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente.

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A chi si applicano le tabelle ACI

Il calcolo coinvolge due categorie distinte di contribuenti: da un lato ci sono le imprese e i lavoratori dipendenti con auto a uso promiscuo, dove il benefit viene tassato direttamente in busta paga; dall’altro ci sono le partite IVA che utilizzano i parametri ACI per giustificare i rimborsi chilometrici in occasione di trasferte lavorative effettuate con il proprio mezzo privato.

Per un libero professionista, qualsiasi somma percepita in relazione all’incarico (compenso + rimborsi) costituisce reddito di lavoro autonomo (ex art. 54 del TUIR). Quindi il rimborso chilometrico va calcolato e inserito in fattura e su tale importo deve essere applicata la ritenuta d’acconto. L’importo concorre a formare la base imponibile su cui si pagano IRPEF e contributi previdenziali: in questo caso non valgono le soglie di esenzione previste, invece, per i lavoratori dipendenti.

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