CGIA, gli sprechi della Pubblica Amministrazione valgono il doppio dell’evasione fiscale

Il valore delle tasse non pagate in Italia corrisponde alla metà degli sprechi nella Pubblica Amministrazione: lo rilevano i dati della Cgia di Mestre.

di Laura Pellegrini

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  • Le tasse non pagate in Italia ammontano a 83,6 miliardi di euro, la metà rispetto agli sprechi che si verificano ogni anno nella PA.
  • Gli sprechi all’interno della Pubblica Amministrazione ammontano a 180 miliardi di euro l’anno e a farne le spese sono soprattutto i contribuenti.
  • Oltre all’evasione fiscale, che non va giustificata, una PA poco efficiente causa danni economici ancora più ingenti, secondo la Cgia di Mestre.

L’evasione fiscale in Italia ammonta complessivamente a 83,6 miliardi di euro, ovvero la metà degli sprechi nella Pubblica Amministrazione, che pesa circa 180 miliardi di euro l’anno sui conti dei cittadini: ciò significa che gli sprechi di denaro nel settore pubblico sono più elevati rispetto al valore complessivo dell’evasione dei cittadini.

Questo è quanto emerso dall’ultimo rapporto della Cgia di Mestre1 (datato 27 gennaio 2024). L’evasione fiscale ha dei livelli ancora molto alti in Italia e questo porta a danni economici enormi: a rimetterci maggiormente, nel rapporto tra Stato italiano e singolo cittadino, secondo gli artigiani mestrini, sarebbe il contribuente.

Al di là di questo, una PA poco efficiente causa danni economici ancora più ingenti rispetto all’evasione fiscale. Ecco cosa rivelano i dati della Cgia di Mestre in merito all’evasione fiscale e agli sprechi nella PA e come bisogna intervenire per fermare questo circolo vizioso.

Evasione fiscale e spreco nella PA: i dati

L’Ufficio tecnico della Cgia di Mestre ha analizzato l’impatto dell’evasione fiscale in Italia e le conseguenze dello spreco di denaro nella PA: mentre il valore delle tasse non pagate in Italia si mantiene su livelli altissimi, gli sprechi nella PA raggiungono il doppio del valore dei primi.

Da un lato, quindi, bisogna continuare a mettere in atto delle regole e dei controlli per disincentivare l’evasione; ma dall’altro lato bisogna rendere più efficienti alcuni servizi pubblici per non andare a gravare sui cittadini.

Se da un lato l’evasione fiscale italiana costa ogni anno 83,6 miliardi di euro alla Stato (ovvero il valore delle tasse che non vengono pagate e non entrano nelle casse statali), dall’altro lato abbiamo almeno 180 miliardi di euro di spreco della Pubblica Amministrazione che spesso vanno a gravare sui conti della collettività.

I principi dello Stato di diritto e le violazioni europee

Considerando che i livelli di evasione fiscale in Italia rimangono altissimi, seppure ancora inferiori agli sprechi nella Pubblica Amministrazione, non possiamo dimenticare che il principio su cui si basa uno Stato di diritto è la legalità: le leggi devono essere rispettate da tutti, cittadini privati o enti pubblici.

Le numerose infrazioni europee dimostrano come le istituzioni pubbliche del nostro Paese abbiamo registrato un livello di violazione particolarmente elevato rispetto agli altri Paesi membri.

In particolare, tra le procedure ancora aperte nei confronti dell’Italia ci sono:

  • il mancato rispetto dei diritti civili;
  • la violazione delle norme sulla concentrazione di polveri sottili nell’aria;
  • la presenza di arsenico nell’acqua potabile;
  • gli sforamenti dei tempi di pagamento da parte della Pubblica amministrazione verso i fornitori;
  • i livelli di inquinamento nell’area industriale dell’ex Ilva a Taranto.

Indubbiamente questi dati ci mostrano come in Italia ci siano ancora diverse questioni aperte non risolte, che talvolta si portano avanti anche per diversi anni, comportando nella situazione peggiore sanzioni da parte dell’Europa.

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Quanto costano gli sprechi nella PA

Secondo l’ufficio tecnico della Cgia di Mestre si possono distinguere diverse tipologie di sprechi nella PA inerenti diversi ambiti sociali:

  • il costo sostenuto dalle imprese per la gestione dei rapporti con la burocrazia (57,2 miliardi);
  • i debiti commerciali della PA nei confronti dei fornitori (49,5 miliardi);
  • la lentezza della giustizia, che costa al Paese 2 punti di Pil (ovvero 40 miliardi);
  • le inefficienze e gli sprechi nella Sanità (per un valore di 24,7 miliardi all’anno);
  • il trasporto pubblico locale (12,5 miliardi all’anno).

Tutte queste inefficienze della macchina pubblica, insieme al peso dell’evasione fiscale sulle casse statali, vanno ad aggravare maggiormente il bilancio economico. Bisogna però sottolineare che tutte queste inefficienze nella PA non si possono sommare tra di loro perché in alcuni casi si accavallano.

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I livelli di eccellenza nella PA

Bisogna però riconoscere di contro, anche i livelli di eccellenza che caratterizzano la Pubblica Amministrazione e riguardano principalmente:

  • la Sanità nelle regioni centro-settentrionali,
  • il livello di insegnamento e di professionalità presenti in molte Università-enti di ricerca;
  • la qualità del lavoro effettuato dalle forze dell’ordine.

Il collegamento tra sprechi e evasione fiscale

Un metodo efficace per combattere l’evasione fiscale parte proprio dal miglioramento dei servizi pubblici offerti al cittadino: una PA poco efficiente, infatti, causa danni economici non indifferenti.

Un aspetto da considerare è anche quello dell’evasione fiscale: se riuscissimo a recuperare tutte le tasse non pagate dai contribuenti che “evadono”, le casse statali avrebbero maggiori risorse a disposizione da impiegare per l’efficientamento dei servizi della PA, e di conseguenza potremmo essere in grado di ridurre il carico fiscale.

Ma possiamo anche affermare che il miglioramento dei servizi offerti dalla PA e la riduzione degli sprechi potrebbero contribuire al contenimento dell’evasione fiscale e alla riduzione della pressione fiscale.

Come combattere l’evasione fiscale

Ci sono alcune direzioni che dovremmo seguire per combattere l’evasione fiscale e ridurre gli sprechi nella PA:

  1. recuperare le risorse nascoste, ovvero far emergere il lavoro “sommerso” attraverso maggiori controlli e una più rigorosa applicazione delle leggi fiscali;
  2. migliorare i servizi della PA, attraverso la riduzione degli sprechi e una migliore distribuzione delle risorse a disposizione;
  3. ridurre la pressione fiscale sui contribuenti per incentivare la fedeltà dei cittadini.
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Solo una parte dell’evasione è recuperabile

In merito al recupero dei crediti fiscali non incassati, il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, aveva specificato che dei 1.200 miliardi di euro di crediti complessivi (il cosiddetto “magazzino della riscossione”), solo l’8% è recuperabile.

Infatti, il 40% di questi crediti non incassati (che corrispondono a 483 miliardi) è irrecuperabile in quanto intestato a persone decedute, a nullatenenti o a imprese chiuse oppure fallite.

Un altro 42% (circa 502 miliardi), invece, è difficilmente recuperabile: l’Agenzia delle Entrate ha tentato di riscuoterlo, ma senza risultati; mentre per circa 100 miliardi l’azione è stata sospesa da provvedimenti giudiziari o altri interventi.

Un discorso completamente diverso riguarda i piani di rateizzazione e le ultime misure messe in atto dal Governo per recuperare i crediti, per i quali si stima un gettito in entrata di 18,8 miliardi di euro (la stima non è aggiornata perché non include i piani dell’ultima rottamazione delle cartelle).

Evasione fiscale, boom di versamenti spontanei nel 2023

Nell’ultimo anno, le entrate statali hanno superato ogni record: nelle casse dello Stato sono arrivati 24,7 miliardi di euro grazie all’azione dell’Agenzia delle Entrate (in crescita del +22%). Nel dettaglio:

  • 19,6 miliardi derivano da attività ordinarie svolte dal Fisco;
  • 5,1 miliardi derivano da misure straordinarie, in materia di pace fiscale.

All’Agenzia delle Entrate-Riscossione, invece, si deve il recupero di 14,8 miliardi di euro che portano il totale complessivo a 31,4 miliardi.

Questo gettito in entrata si deve in particolare al boom dei versamenti spontanei da parte dei cittadini, che è cresciuto di 27 miliardi di euro lo scorso anno (+5% rispetto al 2022).

Evasione fiscale o spreco? – Domande frequenti

Cosa si intende per evasione fiscale?

Per evasione fiscale si intendono tutti i comportamenti volti a non pagare le tasse (o a pagarne meno) in violazione delle norme di legge. L’esempio più comune è la somministrazione di bevande e alimenti senza l’emissione dello scontrino fiscale.

Qual è la differenza tra evasione ed elusione fiscale?

L’evasione fiscale è quel comportamento scorretto del contribuente che non vuole pagare le tasse (o vuole pagare meno) violando le norme di legge, mentre l’elusione fiscale consiste nello sfruttare dei cavilli della legge tributaria per pagare meno tasse.

Quali sono le forme più frequenti di evasione fiscale?

Tra le diverse tipologie di evasione fiscale più ricorrenti ci sono la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi da parte di persone fisiche o giuridiche, il mancato pagamento dei tributi, l’attività o il lavoro sommerso, la frode fiscale.

  1. In Italia ci sono più sprechi che evasione“, ufficio studi CGIA, 27 gennaio 2024, cgiamestre.com ↩︎
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Laura Pellegrini

Giornalista e content editor

Dopo la Laurea in Comunicazione e Società, ho iniziato la carriera da freelance collaborando con diverse realtà editoriali. Ho scritto alcuni e-book sui bonus e ad oggi mi occupo della redazione di articoli di economia, risparmio e lavoro.

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