Donne e lavoro, i dati degli ultimi anni tra differenze e incentivi

In Italia il rapporto tra donne e lavoro è tutto da costruire. Le lavoratrici sono più preparate, ma hanno uno stipendio più basso. Ecco i dati degli ultimi anni.

di Pierpaolo Molinengo

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  • In Italia le donne sono impiegate principalmente in occupazioni part time e con contratti non standard.
  • Il gap tra uomo e donna pesa nella retribuzione e nella possibilità di far carriera.
  • Le lavoratrici sono mediamente più istruite in Italia rispetto ai colleghi uomini.

Ancora oggi il binomio donne e lavoro è tutto da costruire. I rapporti lavorativi sono caratterizzati da una ridotta continuità nel tempo e soprattutto da un numero troppo basso di ore impiegate.

In altre parole, quando si parla di contratti a termine e part time nel 2023 vengono impiegate principalmente delle donne lavoratrici: il 27,7% delle occupate ha degli impieghi non standard, contro il 16,2% degli uomini. A mettere in evidenza questi numeri è l’Istat1.

In particolare, i numeri che riguardano le giovani donne che hanno delle occupazioni non standardizzate sono alti, arrivando a toccare il 45,7% a fronte di un 33,9% degli uomini. Ma lo svantaggio femminile sul mondo del lavoro lo si riesce ad evincere anche dalle retribuzioni.

L’Istat, in questo caso, ha riportato i dati del 2019, che mettono in evidenza che le lavoratrici già prima della pandemia guadagnavano l’11% in meno degli uomini, con delle differenze territoriali che possono oscillare da un -13,8% del Nord-ovest ed un -8,1% del Sud.

Donne e lavoro: un rapporto da costruire

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Un terzo delle lavoratrici è occupato in un impiego part time. Sicuramente uno degli aspetti più importanti quando si prendono in considerazione gli impegni di lavoro è la conciliazione con gli affetti e la famiglia.

In questo senso un’occupazione a tempo parziale può costituire una soluzione valida. Ma questa tipologia di impiego non è presente in maniera uniforme tra uomini e donne.

Secondo l’analisi “La vita delle donne e degli uomini in Europa2” dell’Istat, in riferimento al 2019 il 30% delle donne aveva un impiego part time, contro l’8% degli uomini. A livello europeo sono presenti alcune differenze. Le quote più alte di donne impiegate part time sono state registrate nei seguenti paesi.

NazionePercentuale lavoratrici part time
Paesi Bassi75%
Austria47%
Germania47%
Belgio46%

Tra il mondo del lavoro maschile e quello femminile vi è un ampio gap, costituito da differenti retribuzioni e da diverse opportunità per fare carriera. Potenzialità spesso frenate ingiustamente e senza motivazioni valide alla base, dato che le donne mediamente studiano di più e hanno risultati scolastici migliori.

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Donne e lavoro in Italia

A scattare una fotografia dell’universo lavorativo femminile ci ha pensato anche il Censis, nel focus “Il talento femminile mortificato3“, nel quale è stato messo in evidenza che le donne costituiscono una fetta importante del capitale intellettuale dell’Italia. Ma, oltre a lavorare di meno, non vengono valorizzate in azienda.

Non permettere alle lavoratrici di crescere e maturare professionalmente ha delle conseguenze dirette sulle singole persone, ma anche sull’intera società, che deve fare a meno di valide professioniste.

In Italia vivono almeno 31 milioni di donne e costituiscono il 51,3% della popolazione. Tra queste almeno 4 milioni e 698 mila sono minori (costituiscono il 15,2% del totale), mentre 7 milioni e 788 mila sono le più anziane, perché hanno compiuto più di 65 anni (costituiscono il 25,1%). Nel corso degli ultimi anni queste sono in forte crescita.

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Sicuramente uno degli ambiti nei quali sono stati fatti dei passi avanti nel ridurre le differenze di genere è l’istruzione. Ad oggi le giovani donne studiano più degli uomini: costituiscono, infatti, il 57,1% dei laureati ed il 55,4% degli iscritti ad un percorso universitario dell’ultimo anno.

Ma soprattutto hanno delle performance migliori: si laurea in corso il 53,1% delle donne contro il 48,2% degli uomini. Mediamente nel primo caso il voto di laurea è 103,7 contro 101,9.

Le donne, inoltre, costituiscono la maggioranza negli studi post laurea: degli oltre 115.000 studenti che nell’anno accademico 2017/2018 erano iscritti ad un dottorato di ricerca, un corso di specializzazione o un master, il 59,3% era una donna.

Questi risultati non sono sufficienti alle lavoratrici per raggiungere una posizione di totale parità nel mondo del lavoro. In questo caso le lavoratrici sono meno dei lavoratori e molto difficilmente arrivano a ricoprire degli incarichi di responsabilità.

Le difficoltà delle donne sul lavoro in Europa

Secondo il Censis nel nostro paese lavorano 9 milioni e 768.000 donne, ovvero il 42,1% delle persone occupate. Con un tasso di attività femminile pari al 56,3%, nel 2018 l’Italia era all’ultimo posto del ranking dei paesi comunitari. In vetta alla classifica c’è la Svezia, dove il tasso di attività femminile è pari all’81,2%.

Le donne non hanno solo delle maggiori difficoltà nell’affacciarsi sul mercato del lavoro e a trovare un’occupazione stabile. Ma il tasso di disoccupazione femminile risulta essere superiore a quello degli uomini.

L’Europa e i singoli stati membri stanno mettendo in campo diverse strategie e iniziative per ridurre il gender gap ancora molto presente nel continente. In Italia ad esempio è stata introdotta la certificazione della parità di genere, a cui le aziende possono accedere (con conseguenti agevolazioni) mettendo in pratica delle iniziative per ridurre il gap all’interno della propria realtà.

Donne e lavoro – Domande frequenti

Quali sono le maggiori differenze che intercorrono tra uomo e donna nel lavoro?

La percentuale di lavoratrici impiegate in lavori non standard è più alta rispetto a quella dei colleghi uomini. Ma lo svantaggio lo si riesce ad evincere anche dalle retribuzioni.

Dove si riduce il gap tra donne e uomini?

Nell’istruzione, la componente femminile dei corsi di laurea conclude positivamente gli studi con un punteggio medio più alto rispetto ai colleghi uomini.

Una maggiore preparazione delle lavoratrici viene premiata nel mondo del lavoro?

No, una fetta importante del capitale intellettuale dell’Italia non viene valorizzata in maniera adeguata in azienda. Scopri qui tutti i dati.

Quali sono le strategie in Italia per ridurre il gender gap?

Per le imprese in Italia è arrivata la certificazione per la parità di genere, che agevola le aziende virtuose tramite diversi vantaggi, come gli sgravi contributivi.

Qual è il tasso di occupazione delle donne nel 2023?

L’occupazione nel 2023 è aumentata, tuttavia per le donne rimane più bassa. Nel secondo trimestre 2023 è salita al 52,6%.

  1. Donne e lavoro: un binomio ancora da costruire, istat.it ↩︎
  2. La vita delle donne e degli uomini in Europa, edizione 2020, istat.it ↩︎
  3. Il talento femminile mortificato, Censis.it ↩︎
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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Ho una laurea in materie letterarie. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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