Decreto proroghe forfettari: la scadenza slitta al 30 novembre 2024 per regolarizzare il Quadro RS

Viene istituita una nuova scadenza per la regolarizzazione del Quadro RS, al 30 novembre 2024, per chi aderisce al regime fiscale forfettario. Ecco cosa comporta.

di Valeria Oggero

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • Recentemente l’Agenzia delle Entrate aveva comunicato i nuovi controlli sulle dichiarazioni 2022 delle Partite Iva che aderiscono al regime fiscale forfettario, in particolar modo sulla compilazione del Quadro RS.
  • A seguito dei controlli, numerose Partite Iva potevano ricevere lettere di compliance per l’omessa compilazione del Quadro RS, che indica quali sono i costi sostenuti per l’attività.
  • A seguito di diverse contestazioni a questi controlli, è stata stabilita una nuova scadenza per l’invio della dichiarazione integrativa, al 30 novembre 2024.

Con il recente Decreto Proroghe appena approvato, il governo ha portato avanti diverse scadenze di tipo fiscale, e alcune misure di sostegno ai cittadini. Ma non solo, perché il decreto prende in esame anche la questione recente dei controlli fiscali sulle dichiarazioni, per chi aderisce al regime fiscale forfettario, in particolare per i dati da inserire nel Quadro RS.

In questo Quadro della dichiarazione il lavoratore va a specificare quali sono stati durante l’anno di imposta precedente i costi sostenuti per l’attività, in termini di beni strumentali o di erogazioni a favore dei collaboratori. Le Partite Iva forfettarie infatti devono rispettare precisi limiti su queste spese.

La previsione dell’arrivo di diverse lettere di compliance da parte del fisco ha però destato diverse critiche, da parte delle associazioni di commercialisti, e data la criticità della questione, il viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo ha proposto di prorogare al 30 novembre 2024, quindi di un altro anno, la scadenza per integrare queste informazioni nella dichiarazione. Ma vediamo cosa è accaduto.

Decreto proroghe forfettari: i controlli sul Quadro RS

Ad oggi sono molti i professionisti autonomi che scelgono di lavorare utilizzando una Partita Iva associata al regime fiscale forfettario. Questa possibilità è vantaggiosa per risparmiare sulle tasse, dato che al posto dell’Irpef il professionista, o lavoratore autonomo, paga solamente una imposta sostitutiva al 15%, oppure al 5% per i primi 5 anni.

Anche chi aderisce a questo regime fiscale vantaggioso tuttavia deve provvedere alla dichiarazione dei propri redditi al fisco annualmente, tenendo presente che superando la soglia di 85.000 euro è poi necessario fare un passaggio al regime ordinario (che può avvenire l’anno successivo se si rientra ancora entro i 100.000 euro).

L’Agenzia delle Entrate negli ultimi giorni ha annunciato di applicare controlli periodici anche su queste Partite Iva, per verificare che tutto sia stato compilato con esattezza, e che i redditi siano stati dichiarati in modo trasparente. La recente comunicazione dell’Agenzia delle Entrate del 19 settembre 2023 contiene le indicazioni inerenti ai controlli attuali:

“Attuazione dell’articolo 1, commi da 634 a 636, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 – Comunicazioni per la promozione dell’adempimento spontaneo nei confronti dei soggetti che hanno applicato, per il periodo d’imposta 2021, il regime forfetario di cui ai commi 54 e seguenti dell’articolo 1 della legge n. 190/2014 e successive modificazioni, per i quali risulta la mancata indicazione degli elementi informativi obbligatori richiesti dalla norma.”

Con questa comunicazione viene anche specificato che in caso di omessa presentazione dei dati, in particolare relativi al Quadro RS, è possibile per il contribuente ricorrere al ravvedimento operoso.

Regime forfettario e compilazione del Quadro RS

Come ha specificato la comunicazione, al centro dell’attenzione c’è la corretta compilazione del Quadro RS, per cui l’Agenzia delle Entrate aveva annunciato l’arrivo di diverse lettere di compliance in caso di inserimento di dati scorretti o non completi. Si tratta di controlli sulla compilazione obbligatoria del Quadro RS per coloro che compilano il Quadro LM alla sezione II.

Di cosa si tratta nel dettaglio? Il Quadro LM alla sezione II del Modello Redditi Persone Fisiche fa riferimento alla parte in cui vengono dichiarati i redditi percepiti con regime fiscale forfettario, e da cui vanno poi riportati nel Quadro RS i costi sostenuti in merito all’attività svolta.

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Ricordiamo che il regime fiscale forfettario ha una serie di limiti, ad esempio non è possibile superare 20.000 euro di spesa per i pagamenti ai collaboratori. Il Quadro RS si riferisce a ciò che riguarda mezzi di trasporto o veicoli posseduti, spese per materie prime, canoni di locazione finanziaria o noleggio.

Ma questo Quadro è anche importante per la compilazione delle informazioni sul pagamento verso collaboratori esterni o fornitori, tenendo in considerazione che chi ha una partita Iva in regime forfettario non è un sostituto di imposta. Qui vanno segnalati il codice fiscale del professionista a cui si è versata una somma, e qual è l’importo corrisposto.

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Decreto proroghe per forfettari: la scadenza del 30 novembre 2024

A seguito della dichiarazione del fisco di voler intervenire con controlli mirati sul Quadro RS, le associazioni di commercialisti hanno avanzato alcune critiche sull’effettiva obbligatorietà per i forfettari di compilare questo Quadro.

La questione è stata poi presa in carico dal viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, che ha proposto uno slittamento dell’onere di compilazione di questo Quadro al prossimo anno. Il regime fiscale forfettario infatti sarebbe vantaggioso proprio per la sua contabilità semplificata, per cui l’invio di lettere di compliance a questo proposito già nel 2023 è un’ipotesi che è stata scartata.

Proviamo a vedere nel dettaglio perché: la dichiarazione dei costi sostenuti sarebbe da ricondurre solamente ad una mera indicazione, poiché queste somme non comportano effettivamente un’imposizione fiscale. L’unica questione importante riguarda il limite di 20.000 euro annuali, che chi ha una Partita Iva a regime fiscale forfettario deve rispettare.

Per questi motivi è stato ritenuto necessario slittare la scadenza dell’obbligo della compilazione del Quadro RS al prossimo anno, ovvero al 30 novembre 2024.

L’ipotesi dello slittamento, successivamente confermata, era stata accolta positivamente dal Consiglio nazionale dei commercialisti, come riportava il presidente De Nuccio:

“Apprendiamo con particolare apprezzamento la volontà del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, di proporre, all’interno del decreto proroghe che sarà discusso domani dal Consiglio dei ministri, una norma che differisce al 2024 l’obbligo di comunicazione dei dati previsti nel quadro RS per i contribuenti forfettari destinatari in questi giorni di un massiccio invio di lettere di compliance.”

Regime forfettario e ravvedimento operoso

Alla luce di questa proroga, confermata recentemente dal Decreto Proroghe, come deve comportarsi il contribuente? E cosa accadrà per le lettere di compliance? Il contribuente ha tempo fino alla scadenza del 30 novembre 2024 per presentare con calma una dichiarazione integrativa in caso di dati mancanti nel Quadro RS, tuttavia il fisco chiarisce anche l’aspetto che riguarda le lettere di compliance.

Se il lavoratore con Partita Iva, professionista o esercente attività di impresa, riceve la lettera dall’Agenzia delle Entrate a seguito dei controlli, può non ritenerla valida se pensa di essere in regola con il Quadro RS. Nel caso invece in cui il contribuente ritiene corretta la segnalazione da parte del fisco, può comunque optare per il ravvedimento operoso.

L’Agenzia delle Entrate quindi, a seguito di controlli effettuati sulle dichiarazioni di chi aderisce al regime fiscale forfettario, mette ancora a disposizione il ravvedimento operoso come soluzione per sanare eventuali scorrettezze.

Presentando quindi la dichiarazione integrativa e versando la sanzione di 250 euro (ridotta poi in base alla tempestività della regolarizzazione) è possibile sanare eventuali irregolarità, tramite ravvedimento operoso. Risulta possibile anche applicare il ravvedimento speciale, ancora disponibile secondo la Legge di Bilancio 2023.

Chi aderisce al regime fiscale forfettario non è sostituto di imposta

Intorno ai dati da dichiarare nel Quadro RS, e sulla questione delle erogazioni a favore di collaboratori e dipendenti, bisogna fare qualche precisione.

Un fattore da tenere in considerazione che riguarda il regime forfettario è la possibilità per chi lavora con questa modalità di avere dei collaboratori. Secondo la legge, in linea generale chi opera con questo regime di vantaggio non è un sostituto di imposta, quindi non versa tasse o contributi per i propri fornitori.

Se hai una Partita Iva forfettaria, non versi le tasse ai fornitori, tuttavia le cose cambiano se hai dei lavoratori dipendenti. In questo caso è possibile fungere da sostituto di imposta e versare le tasse per i dipendenti, tuttavia questa opzione è molto limitata.

La soglia massima di spesa, che include anche tasse e contributi, annuale, in questo caso è di 20.000 euro, quindi non dovrai superare questo limite per poter rimanere nel regime forfettario.

Decreto proroghe forfettari – Domande frequenti

Quali sono i controlli sulle dichiarazioni delle Partite Iva forfettarie?

L’Agenzia delle Entrate può applicare controlli specifici sulle dichiarazioni delle Partite Iva forfettarie, tuttavia ci sono delle novità sulle lettere di compliance per i dati del Quadro RS.

Cos’è il decreto proroghe?

Il Decreto Proroghe porta avanti le scadenze di diverse misure attuali, e istituisce una nuova scadenza, al 30 novembre 2024, per le Partite Iva forfettarie che intendono regolarizzare i dati del Quadro RS.

Cos’è il Quadro RS?

Il Quadro RS della dichiarazione dei redditi contiene i dati relativi a beni strumentali, costi sostenuti per l’attività svolta e pagamenti ai collaboratori. Scopri di più qui.

Chi lavora con regime fiscale forfettario è un sostituto di imposta?

No, chi ha una Partita Iva con regime fiscale forfettario in generale non può essere un sostituto di imposta, per cui deve dichiarare le spese effettuate per i pagamenti ai collaboratori. Sono ammessi dipendenti, ma si deve rientrare nel limite annuo di spesa di 20.000 euro.

Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 29 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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