Decreto compensi per gli avvocati: le nuove tabelle e cosa cambia dal 2026

L’annuncio del ministro Nordio è arrivato durante la giornata conclusiva del 36° Congresso nazionale forense, svoltosi a Torino.

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Il ministro Nordio annuncia una nuova riforma con il decreto compensi per avvocati

Il decreto compensi per gli avvocati è atteso da tempo, perché sono anni ormai che gli ordini forensi chiedono una revisione che tenga conto del nuovo panorama in cui operano. I procedimenti sono diventati più complessi, serve maggiore specializzazione e c’è la necessità di regolamentare nuove forme di attività professionale come la mediazione, la negoziazione assistita e la consulenza preventiva. L’ultimo intervento in questo senso è quello del D.M. 55/2014, poi modificato nel 2018 e, comunque, non più a passo con i tempi.

Il decreto ministeriale che il Governo si prepara a varare modificherà i parametri di riferimento utilizzati dai giudici per determinare il compenso dovuto agli avvocati.

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Cosa cambia con il decreto compensi per gli avvocati

Il nuovo decreto sui parametri dei compensi professionali degli avvocati, che come annunciato dal ministro Nordio dovrebbe arrivare tra dicembre e gennaio, prevede di fatto una revisione delle tabelle che stabiliscono i compensi minimi e medi in base al tipo di causa, al valore della controversia e alla complessità del lavoro svolto.

Da un lato si vuole rendere più equa la remunerazione degli avvocati, dall’altro fornire ai tribunali parametri precisi con cui liquidare i compensi.

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Come verranno aggiornati i compensi

Anche se il testo definitivo del decreto compensi per gli avvocati non è ancora stato diffuso, secondo alcune anticipazioni, i nuovi parametri dovrebbero aggiornare gli importi per ogni fase del giudizio (studio, introduttiva, istruttoria, decisionale, esecutiva), allineandoli ai costi reali e al livello di competenza richiesto oggi e alla normativa sull’equo compenso. Inoltre, verranno rafforzate le attività stragiudiziali, come consulenze, mediazioni e negoziazioni assistite, mentre verranno introdotti criteri più stringenti per la motivazione delle riduzioni da parte dei giudici, evitando che la liquidazione al ribasso diventi la regola.

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