Comunità Energetiche (Cer): cosa sono e come accedere agli incentivi

Recentemente dal MASE è arrivato il decreto CER rivolto alle Comunità Energetiche, che darà il via a diversi incentivi. Ecco come funzionano.

di Gennaro Ottaviano

Adv

Comunità energetica
  • Una comunità energetica (Cer) è un’associazione di soggetti finalizzata a realizzare impianti per l’energia rinnovabile e al raggiungimento di un’autoproduzione di energia elettrica.
  • Il 25 febbraio 2023 sono stati ufficializzati alla Comunità Europea gli incentivi per lo sviluppo delle comunità energetiche. Il 25 gennaio 2024 il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha comunicato la pubblicazione dell’apposito decreto CER.
  • Sono previste delle agevolazioni sulle tariffe per chi aderisce a comunità energetiche già esistenti, e finanziamenti a fondo perduto per la realizzazione di nuove comunità o per ampliamenti.

La crisi energetica e l’aumento dell’inflazione ha dato un nuovo impulso ai sistemi alternativi di produzione di energia, come quelle collegate alla creazione delle comunità energetiche (Cer). In questo contesto si collocano una serie di iniziative europee al fine di incentivarne lo sviluppo.

Recentemente è stato approvato il decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica1 per la nascita delle Comunità Energetiche. Questo sistema risulta essere indispensabile per contribuire alla riduzione dei costi dell’energia per chi ha un’attività: partite Iva professionali, PMI, commercianti, ma anche persone fisiche.

Sono previsti diversi incentivi a cui si può accedere solo in presenza di specifici requisiti. In questa guida avrai accesso a tutte le informazioni su cosa sono le Cer, e tutto quello che devi sapere su come avere accesso ai fondi.

Comunità energetiche: cosa sono

In Europa sono oltre 1.700 le comunità energetiche esistenti, con oltre 2 milioni di cittadini che ricevano energia a costo ridotto e da fonti rinnovabili. Cosa sono esattamente? Una comunità energetica o Cer è un’associazione composta da enti pubblici, imprese, esercizi commerciali e privati che decidono di realizzare impianti per la produzione di energia sostenibile.

Il fine è quello di creare un sistema di condivisione dell’energia, in cui tutti gli utenti possono utilizzare la corrente elettrica prodotta da un impianto in comune. Quindi le Cer sono sistemi che rientrano tra le iniziative della green economy e che consentono:

  • l’autoproduzione di energia elettrica attraverso fonti rinnovabili;
  • l’autoconsumo di quella che viene creata;
  • la condivisione tra tutti i partecipanti alla comunità.

Comunità energetiche: normativa in Italia

significato di comunita energetica

Rispetto ad altre nazioni come Francia, Germania e Inghilterra, in cui si contano diverse centinaia di comunità elettriche, in Italia questo numero è ancora esiguo.

Inoltre, dal punto di vista della normativa, i provvedimenti finalizzati alla creazione delle Cer e lo stanziamento di incentivi sono abbastanza recenti. Ecco quali sono le norme di riferimento:

  • decreto Milleproroghe 162/2019: ha previsto il riconoscimento delle comunità energetiche;
  • delibera ARERA 318/2020: provvedimenti attuativi per la realizzazione delle comunità energetiche;
  • Lgs 199/2021: con riferimento alla Direttiva Europea RED II, finalizzata all’utilizzo di fonte rinnovabili in ambito europeo, nella quale vengono riconosciute le comunità energetiche;
  • Pnrr: Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza in cui vengono previsti fondi e incentivi per lo sviluppo delle Cer;
  • decreto CER, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, gennaio 2024.
revolut business

Come funzionano le comunità energetiche

La comunità energetica è un’entità legale indipendente al cui interno sono presenti i soci della comunità. L’oggetto di questa tipologia di associazione non è l’aspetto commerciale, ma lo scambio dell’energia al fine di un autoconsumo collettivo. 

Non è stabilita una precisa fonte rinnovabile. Quindi è possibile creare una comunità energetica con impianti eolici, geo-termici o fotovoltaici. In ogni caso, viene richiesta la presenza di un impianto finalizzato solo ed esclusivamente a fornire energia ai soci appartenenti alla comunità. Può essere realizzato in modo:

  • collettivo;
  • individuale.

Nel primo caso si considera la creazione di una centrale eolica o ad energia solare a cui contribuiscono tutti i membri della comunità. Invece, un impianto individuale prevede l’utilizzo di quelli che sono sistemi di produzione di energia pulita delle singole abitazioni con sistemi di accumulo. In questo modo parte dell’energia sarà utilizzata dal proprietario, mentre l’altra verrà condivisa dalla comunità.

Dal punto di vista economico, ogni membro della comunità energetica continua a pagare la bolletta al suo fornitore di energia, ma riceve ogni mese un importo collegato alla condivisione dell’energia elettrica, oltre a poter accedere a una serie di incentivi previsti dal Governo attraverso la società Gse (Gestione Servizi Energetici).

Quali sono gli incentivi per le comunità energetiche

Al fine di incentivare lo sviluppo di una comunità energetica, sono previste due diverse tipologie di incentivi, che arrivano dopo un periodo di attesa:

  1. tariffe convenienti fino al 2027;
  2. stanziamento a fondo perduto per la realizzazione dei nuovi impianti.

Nel primo caso si fa riferimento ai soggetti che vogliono aderire a un impianto Cer già esistente, e in quanto tali otterranno una serie di agevolazioni per l’autoconsumo energetico, a cui si aggiungono delle tariffe distinte in base alla tipologia di potenza erogata.

Invece, nel secondo gruppo, sono previsti contributi finalizzati proprio alla creazione di nuove comunità energetiche oppure all’allargamento di quelle già esistenti, per Comuni con meno di 5.000 abitanti. Le due forme di sostegno sono cumulabili.

nordvpn

Requisiti per accedere agli incentivi del Cer

requisiti per le comunità energetiche

Iniziamo a definire sin da subito chi può accedere agli incentivi previsti dal decreto europeo. Infatti i contributi a fondo perduto saranno del 40% sui costi ammissibili, per i Comuni con meno di 5.000 abitanti e per lo sviluppo di 2 gw totali.

Inoltre, il decreto identifica i soggetti che non possono richiedere gli incentivi. Tra questi si identificano le società in difficoltà, classificate dalla Comunità Europea come quelle che sono destinate al default senza l’intervento di aiuti Statali. Inoltre, sono esclusi anche i soggetti sottoposti a cause di divieto per la presenza di misure preventive.

Quali sono le tariffe incentivanti per le comunità energetiche

La prima forma di incentivo è quella che prevede un vantaggio se decidi di aderire alla comunità energetica sia come partita IVA, ad esempio come Società tra professionisti, commercianti o PMI, sia come persona fisica. Infatti, otterrai una tariffa ridotta, che sarà valida per i successivi 20 anni. La data di inizio dell’agevolazione coincide con l’entrata in funzione effettiva dell’impianto Cer.

Vengono definite delle fasce incentivanti distinte in base alla potenza, su cui si applica un importo fisso di riduzione e a cui si aggiunge una somma variabile. Per semplificare le abbiamo riportante nella tabella seguente.

Fascia di potenza impiantoTariffa fissaParte variabile
Fino a 600 kW60 euro per MegawattoraFino a un massimo di 100€ per MWh
Tra 200 kW e 600 kW70€ per MegawattoraFino a un massimo di 110€ per MWh
Al di sotto dei 200 kW80€ per MegawattoraMassimo 120 euro per MWh

Inoltre, in base alla zona geografica in cui è situata la comunità energetica, si applicheranno delle correzioni della tariffa premio. Ad esempio, si può integrare di 4€ la tariffa incentivante per le regioni del centro, come Lazio, Marche, Toscana, Umbria e Abbruzzo. Invece, l’importo sale a 10 euro per zone del Nord-Italia.

tot business

Quali sono i fondi del Pnrr per le Cer

La seconda categoria di incentivi è finalizzata alla:

  • progettazione e realizzazione di nuove comunità energetiche;
  • ampliamento di quelle già esistenti.

Infatti, è stato previsto come abbiamo visto un finanziamento a fondo perduto fino a un massimo del 40% e con riferimento solo a quei comuni che hanno un numero di abitanti inferiore alle 5.000 unità.

Inoltre, gli impianti devono essere messi in funzione entro un massimo di 18 mesi dalla presentazione della richiesta di agevolazione e non oltre la data del 30 giugno 2026.

L’erogazione dei fondi avviene attraverso il principio di un contributo in conto captale. Ciò significa che la società Gse stanzierà i fondi sulla base dei lavori già effettuati e delle spese già conseguite. La prima quota sarà erogata solo dopo che verranno completati il 30% dei lavori e sarà di importo pari al 90% del contributo ottenuto.

La restante quota del 10% verrà stanziata solo dopo la conclusione dei lavori. Per richiederla è necessario presentare apposita domanda al Gse, in cui si documenti la conclusione delle attività di ristrutturazione e il raggiungimento delle potenza erogata necessaria come requisito di accesso alle agevolazioni.

Quali sono le spese ammesse

Spese ammesse nel fondo perduto

Nel finanziamento a fondo perduto sono previste anche le seguenti spese:

  • componenti per la realizzazione degli impianti con fonti rinnovabili;
  • fornitura dei sistemi di accumulo e loro istallazione;
  • acquisto di hardware, software e macchinari per l’installazione dei sistemi energetici;
  • opere edili necessarie per la realizzazione delle comunità energetiche;
  • spese inerenti alla connessione alla rete elettrica;
  • studi di fattibilità;
  • analisi geologiche e geotecniche;
  • progettazioni;
  • direzione dei lavori e sistemi di sicurezza;
  • collaudi;
  • supporto tecnico.

L’importo che verrà finanziato sarà pari al 10% della somma approvata nel finanziamento. Inoltre, è fissato un tetto di spesa che varia dai 1.500 euro per kilowatt ora ai 1.000 euro in base alla potenza degli impianti.

revolut business

Come e quando presentare la domanda

Le tempistiche per la presentazione delle domande agli incentivi sono state già previste all’interno del decreto attuativo. Se vuoi accedere ai finanziamenti o alle tariffe incentivanti devi fare richiesta entro 120 giorni dall’entrata in funzione dell’impianto, direttamente sul sito della Gse (www.gse.it).

Per ciò che riguarda le norme operative, si dovrà attendere il rilascio entro 30 giorni. In ogni caso nella compilazione della domanda dovrai presentare la documentazione necessaria per la verifica della presenza dei requisiti.

Al fine di semplificare il processo, per adesso, è prevista la possibilità di richiedere alla società Gse di effettuare un controllo preliminare sull’eventuale presenza dei requisiti di ammissibilità di un progetto.

Quando si verifica la perdita degli incentivi

È possibile perdere gli incentivi? Rispondiamo subito di sì. Infatti, non potrai accedere alle tariffe agevolate nel momento in cui vengono meno i requisiti stabiliti.

Inoltre, per quanto riguarda la richiesta dei fondi, è prevista la perdita delle agevolazioni del finanziamento a fondo perduto nei seguenti casi:

  • dichiarazioni che non corrispondono alla verità;
  • documentazioni non veritiere consegnate anche in corso d’opera;
  • mancato rispetto dei termini previsti per la realizzazione degli interventi.

Comunità energetiche (Cer) – Domande frequenti

Chi può partecipare a una comunità energetica?

I membri della comunità energetica possono essere: piccole e medie imprese, enti territoriali o pubblici, persone fisiche e commercianti.

Quali sono gli incentivi previsti per le comunità energetiche?

Lo Stato italiano ha previsto agevolazioni sulle tariffe per chi decide di aderire a una Cer già esistente, oltre a finanziamenti a fondo perduto per la creazione o ampliamento di nuove comunità energetiche. Ecco come funzionano nello specifico.

Quali sono i vantaggi delle comunità energetiche?

Il vantaggio di creare una comunità energetica è quello di raggiungere un’autosufficienza energetica da parte della comunità, oltre a contribuire alla produzione di energia pulita per il Paese.

  1. Energia: MASE, pubblicato decreto CER, comunicato stampa, mase.gov.it ↩︎
Autore
Foto dell'autore

Gennaro Ottaviano

Esperto di economia aziendale e gestionale

Laurea in Economia Aziendale presso il Politecnico di Lugano, appassionato di borse, mercati e investimenti finanziari. Ho competenze di diritto e gestione societaria, con esperienze amministrative. Scrivo di diritto, economia, finanza, marketing e gestione delle imprese.

Lascia un commento

Continua a leggere

Iscriviti alla Newsletter

Il meglio delle notizie di PartitaIva, per ricevere sempre le novità e i consigli su fisco, tasse, lavoro, economia, fintech e molto altro.

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.