Tra le novità fiscali inserite nella manovra 2026, c’è la modifica al procedimento di compensazione dei crediti tramite F24. Dall’anno prossimo, infatti, i debiti relativi a contributi o assicurazioni obbligatorie dovranno essere saldati in denaro e non sarà possibile, sia per i professionisti che per le imprese, compensare questi importi con un credito emerso nei confronti del Fisco. Inoltre, il disegno di legge interviene anche sul limite delle imposte iscritte a ruolo che consente di accedere alla compensazione.
Cosa cambia per i crediti in compensazione tramite F24 dal 2026
Secondo quanto riportato nel testo bollinato della manovra 2026, dal 1° luglio 2026 non sarà più possibile utilizzare crediti IVA, crediti R&S o crediti derivanti da agevolazioni fiscali per pagare debiti relativi a contributi o assicurazioni obbligatorie, ovvero per per compensare i contributi previdenziali e assistenziali (INPS) e i premi assicurativi INAIL. E non solo. Il divieto si estende anche ai crediti ceduti a terzi, che non possono utilizzarlo nello stesso modo.
Dal 2026, quindi, contributi e premi dovranno essere saldati in denaro, mentre per i casi in cui sarà ancora possibile procedere con compensazione F24, la manovra 2026 ha previsto comunque dei limiti. Infatti, non sarà consentita se il contribuente ha debiti iscritti a ruolo superiori a 50.000 euro (ad esempio per cartelle o accertamenti emessi dall’Agenzia delle Entrate), a meno che non provveda a regolarizzare la sua posizione. Mentre ad oggi, e fino al 1° luglio 2026, il tetto è di 100.000 euro.
Quali crediti potranno essere usati in compensazione
La manovra 2026 blocca il pagamento dei debiti tramite crediti di natura diversa. Tuttavia, alcuni crediti potranno ancora essere utilizzati per compensare debiti della stessa imposta. Quello che succede è che la compensazione orizzontale (tra imposte e contributi diversi) sarà vietata, ma quella verticale (all’interno dello stesso tributo) resterà ammessa. Per esempio, il credito IVA maturato nel 2025 potrà ancora essere usato per pagare l’IVA dovuta nel 2026.
In alternativa, ci sarà la possibilità di chiedere il rimborso del credito all’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, va detto che il rimborso non è automatico e può essere soggetto a controlli o sospensioni se l’amministrazione finanziaria ritiene di dover approfondirne la legittimità .












Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it