Adempimento collaborativo: cos’è e come cambia con la riforma fiscale

Cos'è l'adempimento collaborativo e come cambia con la nuova riforma fiscale? Vediamo le principali novità, volte a trasformare il rapporto tra contribuente e Agenzia delle Entrate.

di Francesca Di Feo

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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  • La riforma fiscale italiana recentemente ha visto l’approvazione preliminare di due decreti che si concentrano sulla gestione del contenzioso tributario e sull’adempimento collaborativo.
  • L’adempimento collaborativo, introdotto nel 2015, mira ad instaurare un rapporto di fiducia tra l’Agenzia delle Entrate e i contribuenti, spostando l’approccio dalla verifica a posteriori verso una collaborazione proattiva.
  • Tra le novità della riforma fiscale sono incluse la riduzione della soglia di accesso, l’apertura del regime a gruppi di imprese e la certificazione dei sistemi di rischio fiscale.

La riforma fiscale 2023 ha visto, negli scorsi giorni, l’approvazione preliminare di due Decreti Legislativi che si concentrano su contenzioso tributario e adempimento collaborativo, in ottica di modernizzazione e semplificazione del sistema fiscale italiano.

Il governo intende dunque affrontare due delle sfide più complesse nel campo della fiscalità: la gestione delle controversie tributarie e la promozione di un approccio più collaborativo e trasparente tra i contribuenti e l’Agenzia delle Entrate.

Nonostante l’approvazione in Consiglio dei Ministri, questi decreti sono però ancora in una fase preliminare. La prossima tappa prevede il passaggio alle commissioni competenti per ulteriori valutazioni e approfondimenti.

L’attenzione si focalizza ora sulle implicazioni e le potenziali trasformazioni che questi decreti potranno apportare, una volta implementati, nel panorama fiscale italiano. Vediamole insieme.

Cos’è l’adempimento collaborativo

Prima di parlare delle novità, tuttavia, è necessario fare una doverosa premessa sulla natura dell’adempimento collaborativo, un’iniziativa fiscale volta a instaurare un nuovo tipo di relazione tra l’Agenzia delle Entrate e i contribuenti.

Il concetto, introdotto per la prima volta con il decreto legislativo del 5 agosto 2015 (n. 128), è stato ulteriormente sviluppato e rafforzato con il recente Decreto Legislativo approvato in esame preliminare il 16 novembre del Consiglio dei Ministri1.

Il nucleo dell’adempimento collaborativo risiede nel creare un rapporto di fiducia tra l’amministrazione fiscale e il contribuente, con l’obiettivo di incrementare bilateralmente la trasparenza in ambito di fiscalità.

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Un approccio, quindi, che intende spostare l’enfasi dalla semplice verifica e dal controllo a posteriori, tipici della tradizionale gestione fiscale, verso una collaborazione proattiva e preventiva tra le due parti.

In pratica, ciò si traduce in una collaborazione tra Agenzia delle Entrate e contribuenti, che attraverso l’adempimento collaborativo aprono un dialogo costante e tempestivo su questioni fiscali di rilievo.

Tale interlocuzione permette un’analisi congiunta delle situazioni che potrebbero generare rischi fiscali, offrendo l’opportunità di risolvere le incertezze e i dubbi prima che si concretizzino in eventuali problemi.

Per partecipare a questo regime, i contribuenti devono aderire volontariamente e soddisfare determinati requisiti soggettivi e oggettivi.

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Adempimento collaborativo: le novità della riforma fiscale

Con il recente Decreto Legislativo approvato in esame preliminare dal Governo il 16 novembre, la riforma fiscale italiana introduce quindi significative innovazioni in ambito di adempimento collaborativo, potenziando e ampliando il regime di cooperative compliance.

Le modifiche recentemente approvate portano con sé una serie di novità che mirano a rafforzare la collaborazione tra l’Agenzia delle Entrate e i contribuenti, nonché a incentivare la conformità fiscale. Ecco le principali:

  • riduzione della soglia d’accesso: la riforma prevede che il limite di fatturato per accedere a questo strumento scenda da 1 miliardo di euro a 750 milioni;
  • apertura del regime a gruppi di imprese: le società che individualmente non soddisfano i requisiti di ammissibilità possono ora accedere al regime se fanno parte di un gruppo di imprese che possiede i requisiti necessari e adotta un sistema integrato di gestione del rischio fiscale;
  • certificazione dei sistemi di rischio fiscale: i sistemi integrati di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale dovranno essere certificati da professionisti qualificati, che ne assicurino la conformità ai principi contabili;
  • retroattività dello strumento: il regime permetterà la gestione di questioni fiscali anche per periodi d’imposta antecedenti all’ammissione al regime, offrendo così una maggiore flessibilità;
  • gestione del contraddittorio: vengono introdotte forme più approfondite di dialogo e confronto a favore dei contribuenti che aderiscono al regime;
  • regolarizzazione posizione fiscale: il contribuente che segue le indicazioni dell’Agenzia delle Entrate potrà beneficiare di procedure semplificate per regolarizzare la propria posizione;
  • introduzione di un codice di condotta: la riforma prevede l’emanazione di un codice di condotta che definisce diritti e doveri sia dell’Agenzia delle Entrate sia dei contribuenti;
  • periodo transitorio: prima dell’esclusione dal regime per violazioni non gravi, sarà previsto un periodo transitorio di osservazione;
  • premi alle imprese: l’adesione al regime comporterà benefici come l’esclusione o riduzione delle sanzioni amministrative, la riduzione dei termini di accertamento e in alcuni casi, la non punibilità per il reato di dichiarazione infedele;
  • accessibilità alle imprese: anche le imprese che non possiedono i requisiti per aderire al regime, ma adottano un efficace sistema di gestione del rischio fiscale, possono beneficiare di riduzioni delle sanzioni amministrative e di eventuali benefici in termini di non punibilità per il reato di dichiarazione infedele.

Queste novità delineano un quadro più flessibile e inclusivo dell’adempimento collaborativo, con l’obiettivo di incentivare una maggiore trasparenza e conformità fiscale, e di ridurre il contenzioso tra i contribuenti e l’Agenzia delle Entrate.

La riforma si propone quindi di creare un ambiente fiscale più equo, efficiente e collaborativo, allineando gli interessi dei contribuenti e dell’AdE per il raggiungimento di una maggiore efficienza.

Adempimento collaborativo, novità – Domande frequenti

Cosa è l’adempimento collaborativo?

L’adempimento collaborativo è un regime innovativo che modifica il rapporto tributario tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate. Prevede una modalità di interlocuzione costante e preventiva per garantire un rapporto di fiducia tra amministrazione e contribuente. Scopri qui come funziona.

Cosa si intende per tax compliance?

La tax compliance è il livello di adesione spontanea del contribuente agli obblighi fiscali. L’obiettivo dell’Agenzia delle Entrate è indurre i contribuenti a pagare spontaneamente ciò che è dovuto, riducendo il contenzioso tributario.

Che cos’è il tax control framework?

Il Tax Control Framework è un sistema di controllo interno finalizzato a garantire la corretta applicazione delle norme fiscali e la corretta gestione degli adempimenti fiscali​​.

Che cosa sono le lettere di compliance?

Le lettere di compliance sono avvisi inviati dall’Agenzia delle Entrate che riportano anomalie nelle dichiarazioni dei redditi, come omissioni o discrepanze rispetto ai dati nei loro database. Queste lettere mirano a segnalare al contribuente l’assolvimento degli obblighi tributari e incentivare l’emersione spontanea dei dati.

Come cambia l’adempimento collaborativo con la riforma fiscale?

Con la riforma del fisco questo strumento viene proposto ad un maggior numero di contribuenti: ecco come funziona e i nuovi requisiti.

  1. Comunicato Stampa n.59 del Consiglio dei Ministri, governo.it ↩︎
Autore
Classe 1994, immediatamente dopo gli studi ho scelto di intraprendere una carriera nel Project Management in ambito di progetti Erasmus+ per EPS. Questo mi ha portato ad approfondire in particolare le tematiche inerenti alla fiscalità delle PMI, anche se la mia area di expertise risulta oggi molto più ampia in questo ambito. Oggi sono copywriter freelance appassionata di scrittura e di innovazione per le piccole e medie imprese.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 2 Maggio 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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