Mentre montano da diversi fronti le polemiche nei confronti della manovra 2026, Confindustria presenta il Piano di rilancio per l’Italia da proporre al Governo. Si tratta di un programma di intervento triennale dal valore complessivo di circa 100 miliardi di euro. L’annuncio è stato fatto dal presidente Emanuele Orsini durante l’assemblea degli industriali di Pesaro e Urbino. Le risorse pubbliche e private a disposizione punterebbero a dare maggiore impulso agli investimenti, accelerare i cantieri bloccati, sostenere la domanda di abitazioni e infrastrutture strategiche.
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Piano di rilancio per l’Italia di Confindustria: cos’è
Il Piano di rilancio per l’Italia non è una novità . Il progetto, in realtà , era stato già presentato a maggio 2025, ma p stato riportato ora all’attenzione, in vista della manovra 2026. In primis, prevede un sostegno finanziario e fiscale agli investimenti produttivi. Confindustria chiede un impegno di 8 miliardi di euro l’anno per i prossimi 3-5 anni destinati a incentivare l’industria. Per finanziare tale sforzo, si suggerisce di spostare risorse del PNRR non utilizzabili entro la metà del 2026 verso strumenti più efficaci per gli investimenti.
Tra gli interventi richiesti, c’è poi l’abbattimento dei sovracosti energetici e una revisione di tutte le normative che generano incertezza e oneri eccessivi. A tal proposito, Confindustria propone una cabina di regia nazionale che coordini ministeri e Regioni per ridurre la burocrazia e abbreviare i tempi di autorizzazione. Si tratta di estendere la logica PNRR a tutti i progetti infrastrutturali. Una parte delle risorse verrebbe usata come garanzia per attrarre finanziamenti privati verso opere considerate prioritarie (strade, ferrovie, porti, reti idriche e digitali).
Piano casa ed emergenza abitativa
Se del più volte annunciato Piano casa del Governo non si conoscono ancora i contorni, il piano di Confindustria sembra più preciso. Prevede misure per rilanciare il comparto dell’edilizia residenziale, con programmi di housing sociale e canone accessibile, in collaborazione con fondi immobiliari e Comuni, per offrire case moderne ed efficienti alle famiglie giovani e ai lavoratori nelle grandi città . Intende farlo, però, attraverso poi dei fondi di garanzia per l’acquisto della prima casa, ampliando quelli già gestiti da Consap. Confindustria suggerisce di sostenere la domanda anche in un contesto di tassi ancora elevati. Infine, il recupero del patrimonio edilizio esistente, con incentivi mirati non più a pioggia ma legati all’efficienza energetica, alla sicurezza antisismica e al riuso urbano.
L’incontro col Governo e l’uso della garanzia SACE
Orsini ha dichiarato che il programma sarà portato all’attenzione del Governo, con un incontro annunciato con il ministro Giancarlo Giorgetti. Il dialogo istituzionale è stato definito essenziale per trasformare la proposta in strumenti operativi.
Nel suo intervento il presidente di Confindustria ha spiegato che una chiave di finanziamento potrebbe essere la combinazione di una raccolta di capitali (ad esempio 5 miliardi) e l’uso della garanzia SACE con un moltiplicatore di 1 a 20. La copertura pubblica o pubblico-controllata servirebbe a sbloccare i 100 miliardi di investimenti complessivi, attirando risorse private e banche verso progetti giudicati strategici. Si tratta di uno schema che usa garanzie per amplificare il potenziale di spesa senza dover iscrivere integralmente l’intero importo come nuovo indebitamento diretto dello Stato.
Il giudizio sulla manovra 2026 e il nuovo piano industriale
A proposito della manovra 2026, il presidente Orsini ha detto che “il governo ha scelto di rientrare del debito per restare sotto la soglia del 3%, e questo ci dà credibilità sui mercati, ma ora occorre concentrarsi su un vero piano industriale”.
Se è vero che l’affidabilità del Paese renda competitivi, per il leader di Confidustria la competitività non deve essere soltanto interna all’Europa: “Mantenere i conti in ordine ha però ridotto lo spazio per gli investimenti di circa 7-8 miliardi”, ha aggiunto, ribadendo la richiesta degli industriali di stabilizzare il superammortamento per almeno tre anni. “Abbiamo chiesto 8 miliardi l’anno per il triennio, anche 4 sarebbero fondamentali – ha continuato -. Se le risorse vengono concentrate solo sul 2026, ne beneficerà chi ha già pianificato. Per un investimento serve una programmazione minima di tre anni: io stesso ho impiegato 17 mesi per avere una concessione”.









Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it