Flat tax 2026, dai forfettari ai turni straordinari: chi può beneficiarne

La misura riguarda una parte consistente dei professionisti e delle piccole imprese che operano con partita IVA e che, al tempo stesso, percepiscono un reddito da lavoro dipendente o assimilato.

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Flat Tax Incrementale

Il Governo conferma la flat tax nel 2026 per i i professionisti in regime forfettario che percepiscono redditi da lavoro dipendente fino a 35 mila euro. Anche per il prossimo anno, dunque, sarà possibile, per le partite IVA, mantenere il regime agevolato pur percependo altri redditi, ma rispettando gli altri requisiti previsti dalla normativa. Senza questo intervento, dal 1° gennaio 2026 si sarebbe tornati alle regole precedenti, fissate nel 2014, che imponevano un tetto di 30 mila euro.

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Chi può beneficiare della flat tax nel 2026

Potranno continuare ad applicare la flat tax nel 2026 i professionisti in regime forfettario che hanno percepito nel 2025 un reddito da lavoro dipendente o assimilato non superiore a 35 mila euro lordi annui, rispettando comunque il limite di 85 mila euro di ricavi o compensi totali, derivanti dall’insieme di attività svolte.

Grazie alla proroga inserita in manovra 2026, questi contribuenti potranno continuare a pagare le tasse sulla loro attività autonoma con l’aliquota fissa del 15% (o del 5% se sono nei primi cinque anni di attività), mantenendo le semplificazioni contabili del regime forfettario.
La flat tax 2026 al 15% si applicherà anche ai redditi da pensione, sempre per i redditi fino a 35 mila euro.

Flat tax su straordinari, festivi e notturni

Nel 2026 arriverà anche la detassazione di straordinari, festivi e lavoro notturno per i dipendenti con redditi fino a 40 mila euro. In questi casi si applicherà la flat tax al 15%, che sostituirà tanto l’IRPEF quanto le addizionali regionali e comunali. Ogni lavoratore avrà 1.500 euro di soglia massima per lo sconto. Per quanto riguarda i buoni pasto, invece, la soglia esentasse passerà da 8 a 10 euro.

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Altre proposte in discussione per i forfettari

Nel dibattito che sta accompagnando l’approvazione definitiva della legge di Bilancio, si sono inserite anche altre proposte per modificare ulteriormente il regime forfettario, ad esempio innalzando il tetto di ricavi da 85 a 100 mila euro. Tuttavia, il Governo non ha ancora previsto alcun intervento in tal senso, limitandosi per ora a confermare le regole in vigore, compresa la proroga della deroga sul reddito da lavoro dipendente.

Aumentare la soglia limite per l’accesso al regime agevolato, infatti, richiede più risorse. E in un momento in cui bisogna far quadrare i conti, è probabile che questa proposta non vedrà la luce del sole, per dare priorità ad altri aiuti e incentivi, soprattutto per famiglie e imprese. La proroga della flat tax fino a 35 mila euro per i liberi professionisti che svolgono anche lavoro dipendente, invece, non amplia la platea dei beneficiari, ma evita che molti professionisti e piccoli imprenditori vengano esclusi.

Si tratta di sostenere la stabilità delle partite IVA e mantenere attrattivo un regime che continua a essere la formula preferita per chi intraprende nuove attività o sceglie il lavoro autonomo accanto a un impiego dipendente. Secondo i dati del Dipartimento delle finanze, nei primi sei mesi del 2025 si sono registrate 101.450 nuove adesioni al regime forfettario nel primo trimestre, pari a un incremento dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2024 e 55.940 adesioni nel secondo trimestre, in linea con il trend dello scorso anno.

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