Rottamazione quinquies in 108 rate, come funzionerà la sanatoria fiscale nel 2026

Tutti i dettagli sul piano rateale, gli anticipi obbligatori e l'esclusione dei "furbetti" .

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I lavori per il primo testo bozza della manovra 2026 sono agli sgoccioli e il confronto in maggioranza si fa serrato: nella riunione di ieri il Governo ha compiuto un passo importante verso un’intesa definitiva sui parametri della nuova rottamazione delle cartelle fiscali, la cosiddetta rottamazione quinquies. Dopo settimane di trattative, emendamenti e pressioni parlamentari, sembra avvicinarsi una versione definita della sanatoria fiscale che accompagnerà la legge di Bilancio 2026.

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La rottamazione quinquies 2026 e le altre misure sul tavolo

La rottamazione non è, ovviamente, un provvedimento isolato, ma si inserisce all’interno di un pacchetto di interventi e di misure che, insieme, andranno a delineare la legge di Bilancio 2026. E da quando si è aperto il dibattito sulla rateizzazione dei debiti con il fisco, sono state messe in campo diverse proposte.

L’ipotesi iniziale prevedeva un piano di pagamento molto esteso, spalmato su 120 rate in 10 anni. Questa soluzione è stata poi affiancata da una versione più restrittiva, che mirava a ridurre il periodo a 96 rate in 8 anni. Le posizioni interne alla maggioranza, però, non erano tutte convergenti. Alcuni, infatti, sostengono che una rottamazione troppo “lunga” graverebbe sulle coperture della manovra, altri che serve flessibilità per favorire l’adesione.

Al momento, quindi, sembra che il Governo si stia orientando verso una soluzione intermedia e più “larga” rispetto alla prima contrazione, ovvero un piano di 108 rate distribuite su 9 anni, su cui pare ci sia già un accordo parziale.

Ma come accennato, la manovra 2026 è un contenitore ben più vasto di proposte che interessano il fisco, oltre alla discussione sulla rottamazione quinquies e le relative rateizzazioni, infatti, tra le principali misure in discussione che potrebbero essere inserite nella prossima legge di bilancio ci sono il taglio dell’IRPEF per il ceto medio, nuove detrazioni e bonus per le famiglie e per incentivare la natalità, interventi mirati per lavoro e previdenza, una nuova riforma pensioni e la tassa sugli utili delle banche.

L’esigenza di riservare la sanatoria solo ai “meritevoli” e non ai “furbetti”

Uno degli aspetti più dibattuti riguarda la giustizia sociale della sanatoria. Perché regolarizzare la posizione degli evasori fiscali, pur di dar sollievo alle casse dello Stato, può trasformarsi facilmente in un “incentivo” all’evasione stessa. Così, inserendo il criterio di selettività nella misura, potrebbero essere esclusi i contribuenti che hanno aderito alle precedenti rottamazioni senza mai saldare il debito, ma soltanto per bloccare fermi e pignoramenti.

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Rottamazione quinquies in 108 rate e senza maxi tranche iniziale: come funziona

Con il compromesso raggiunto nella maggioranza, la rottamazione quinquies entrerà nella legge di Bilancio 2026 come un piano di pagamento esteso. Si prevede una durata di 108 rate mensili, pari a circa 9 anni. La novità più significativa riguarda la struttura del pagamento, perché si intende superare il problema delle prime due rate “pesanti” che avevano caratterizzato le vecchie rottamazioni. In passato, fino al 20% del debito era concentrato nei primi pagamenti, rendendo per molti l’adesione economicamente insostenibile nell’immediato. La nuova versione punterà invece su rate costanti per tutta la durata, distribuendo lo sforzo in modo più uniforme.

Con la nuova rottamazione quinquies fino a 108 rate potrebbe essere richiesto un anticipo obbligatorio del 5% del debito totale solo per gli importi superiori a 50 mila euro. I piani di pagamento saranno differenziati in base all’importo del debito. In questo modo, le cartelle di importo più elevato potranno beneficiare di dilazioni più lunghe, mentre per i debiti di importo più contenuto saranno previsti piani di pagamento più brevi, per evitare di diluire somme minime su troppi anni.

Cosa potrebbe ostacolare l’approvazione?

Nonostante il compromesso trovato in maggioranza, l’approvazione definitiva della rottamazione in 108 rate è tutt’altro che scontata e dovrà superare diversi ostacoli. Il primo è rappresentato dai vincoli di copertura: se non si dovessero trovare le risorse necessarie per finanziare l’operazione, la maggioranza potrebbe essere costretta a ridimensionare la misura o, nel peggiore dei casi, a rinunciarvi.

A questo si aggiungono le resistenze interne al governo stesso, perché alcune forze politiche, preoccupate per il costo complessivo e per l’impatto sui conti pubblici, spingono ancora per versioni più restrittive, come il piano originario in massimo 96 rate. Infine, c’è la vigilanza dell’Unione europea sui conti pubblici. Bruxelles monitorerà attentamente il rispetto dei vincoli sul deficit.

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