Buoni pasto: obbligo di commissioni sotto il 5%, chi ci guadagna e chi ci perde

Da settembre i buoni pasto potranno avere commissioni non superiori al 5%: ecco chi ci guadagna e chi ci perde.

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Intorno ai buoni pasto è in arrivo una novità che coinvolge lavoratori e imprese, ovvero la riduzione obbligatoria delle commissioni sotto al 5%. Si parla di un vero e proprio tetto alle commissioni che sarà attivo a partire dal 1 settembre 2025 e andrà ad alleggerire la spesa di bar, ristoranti e mense.

L’arrivo di quest’obbligo è una risposta all’impennata di prezzo che ha coinvolto queste commissioni, che hanno superato anche il 15% di percentuale sul costo del ticket. Con questa mossa, come riporta Confesercenti, le attività ristorative potranno risparmiare fino a 400 milioni di euro.

Buoni pasto con commissioni al 5%: la novità

La novità è vista positivamente dalle associazioni di categoria, dato che la spesa dei ticket utilizzati da dipendenti e liberi professionisti comportava un dispendio economico non indifferente per gli esercenti. Giancarlo Banchieri, presidente di Fiepet Confesercenti, si dice soddisfatto della nuova regola:

“Si tratta di un risultato importante, che recepisce una delle principali richieste avanzate da tempo dalla nostra associazione: porre fine a un sistema che scaricava sugli esercenti oneri sproporzionati e insostenibili. Per bar, ristoranti e pubblici esercizi è una vera boccata d’ossigeno, soprattutto in una fase in cui i margini continuano a ridursi.”

Di fatto per il singolo ticket le commissioni saranno obbligatoriamente sotto il 5%, fattore che incentiverà ristoranti, bar e negozi di vario tipo ad accettare questi buoni. Al momento infatti i ticket si possono utilizzare solamente presso alcune attività ristorative, mentre altre ne sono escluse perché di fatto non li accettano.

Con un cambio di paradigma sulle commissioni, potrebbe aumentare il numero di esercenti disposti a garantire questo servizio, per cui i lavoratori potrebbero giovarne a loro volta.

Aumentano i controlli intorno ai buoni pasto

Oltre a questa nuova soglia massima per le commissioni, sono stati annunciati nuovi controlli per una maggiore trasparenza e chiarezza nell’applicazione di queste percentuali. La novità, che sarà applicata da settembre 2025, potrebbe portare ad una reazione da parte delle società che emettono i buoni pasto.

In Italia, per fare qualche nome, sono presenti Edenred, Sodexo, Up Day, Repas e tanti altri. Il calo delle commissioni potrebbe costare l’introduzione di condizioni più svantaggiose per gli esercenti, per gli accordi già attivi o per quelli futuri. Confesercenti avverte su questa possibilità, chiedendo alle società di agire con trasparenza e al governo e alle autorità di controllare tali eventualità.

Mentre si attende il momento in cui scatterà questa novità, un’ulteriore proposta viene presa in considerazione, ovvero quella di garantire una totale esenzione dalle commissioni per le spese sotto i 10 euro, per sostenere sia i lavoratori che le imprese.

Buoni pasto con commissioni basse: chi ci perde

Mentre imprenditori, lavoratori ed esercenti avranno un vantaggio da questa novità, a perderci saranno le società che emettono e vendono i buoni pasto, che vedranno un’entrata economica inferiore rispetto a quella attuale.

L’Associazione nazionale società emettitrici buoni pasto (ANSEB), che rappresenta queste società, si era subito dichiarata contraria al nuovo obbligo, evidenziando come questa regola sarebbe contraria alla libera determinazione dei prezzi secondo le regole vigenti.

Una questione che non ha impedito l’approvazione delle nuove norme e per cui le società emettitrici di ticket dovranno adeguarsi, pur risultando le realtà che più ci andranno a perdere.

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