Riforma fiscale: addio alle cartelle esattoriali, ecco le novità

Con la riforma fiscale le cartelle esattoriali, per come le conosciamo, potrebbero scomparire: ecco tutte le ipotesi al vaglio.

di Valeria Oggero

Revisione a cura di Giovanni EmmiDottore CommercialistaSu PartitaIva.it ci impegniamo al massimo per garantire informazioni accurate. Gli articoli vengono costantemente revisionati da professionisti del settore.

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Riforma fiscale cartelle esattoriali
  • La riforma fiscale programmata dal governo Meloni prevede diversi interventi sull’attuale sistema di tasse in Italia. Sono coinvolte anche le cartelle esattoriali contenenti debiti dei cittadini, che potrebbero scomparire per come sono intese oggi.
  • Con la riforma fiscale il governo vuole semplificare l’attuale sistema di tassazione, contribuire alla lotta all’evasione fiscale e semplificare gli adempimenti.
  • Le cartelle esattoriali sono al centro di numerosi cambiamenti, già in parte introdotti con la Legge di Bilancio 2023.

La riforma fiscale del governo Meloni si concentra sull’attuale sistema di tassazione, con l’obiettivo di semplificare il panorama di imposte presenti, degli adempimenti e delle dichiarazioni. Intorno alla riforma del fisco attualmente si possono fare diverse ipotesi, tuttavia bisogna ancora attendere per il testo definitivo.

Si tratta di un testo la cui approvazione in Parlamento arriverà nel mese di maggio 2023, e per cui i singoli decreti verranno adottati entro 24 mesi. Oltre alla semplificazione di una serie di tasse presenti attualmente, il governo continua a puntare sulla razionalizzazione del sistema di riscossione.

Al centro ci sono anche le cartelle esattoriali, ovvero i debiti che i cittadini hanno verso il fisco o enti locali. Si punta quindi ad incentivare la trasparenza tra cittadini e fisco, semplificando anche le procedure per il saldo dei debiti.

Il problema delle cartelle esattoriali

Al centro delle misure previste in materia di riscossione, c’è il problema dei 1.153 miliardi di euro di cartelle esattoriali non riscosse, per cui si contano almeno 174 milioni di cartelle inesigibili, ovvero per cui il recupero è particolarmente difficoltoso.

La questione dell’enorme mole di debiti fiscali dei cittadini verso lo stato, o verso enti previdenziali e locali, non è nuova: già con la Legge di Bilancio 2023 il governo è intervenuto per favorire una maggiore trasparenza tra cittadini e fisco, con l’obiettivo di abbattere l’evasione fiscale.

Il mancato pagamento di tasse, imposte e tributi comporta la trasformazione di queste somme in cartelle esattoriali a carico dei contribuenti, che per il sistema di riscossione non sono sempre semplici da recuperare. La Legge di Bilancio 2023, ma anche misure precedenti, ha semplificato il pagamento di questi debiti ai cittadini, tramite agevolazioni specifiche.

Si tratta di misure di stralcio delle cartelle esattoriali, di possibilità estese di rateizzazione dei debiti, sconti sulle sanzioni e altre misure di pace fiscale.

Con queste misure, i diversi governi sono intervenuti per risolvere il problema dell’ammontare di cartelle esattoriali difficili da recuperare, potenziando le azioni dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione.

Alcuni dei recenti dati sull’evasione fiscale danno comunque un segnale positivo: sono stati recuperati nel 2022 almeno 20 miliardi di euro, di cui 1,2 miliardi con le ultime misure di pace fiscale. Il governo intende proseguire per questa strada, e con la riforma del fisco potrebbero arrivare nuovi interventi per ciò che riguarda le cartelle esattoriali.

Ipotesi riforma fiscale
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Cartelle esattoriali e riforma del fisco: le ipotesi

Tra le diverse ipotesi intorno all’argomento, per la riforma fiscale, spicca quella di un possibile intervento in materia di saldo dei debiti. Potrebbe essere superato il meccanismo dell'”iscrizione a ruolo” delle cartelle, con accesso semplificato alla rateizzazione fino a 120 rate.

Questa scelta garantirebbe al contribuente un tempo maggiore per versare quanto dovuto, in modalità dilazionate. Si prospettano quindi nuovi interventi per semplificare il pagamento dei debiti ai cittadini, in modo da sfoltire la grande quantità di cartelle esattoriali cumulate dal fisco.

Gli interventi andranno anche nella direzione di prevenire l’insorgere di tali debiti, incentivando ulteriormente la trasparenza dei cittadini verso il fisco. A questo proposito, si ipotizza che con la riforma verranno presi in considerazione diversi tipi di interventi:

  • riduzione dei bonus per l’edilizia: molte delle frodi fiscali degli ultimi anni derivano dai bonus per l’edilizia, per cui sorge la necessità di limitare questi sostegni, per cui il governo ha già deciso di dare uno stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura;
  • semplificazione di deduzioni e detrazioni fiscali: per semplificare il sistema di tassazione, riducendo l’Irpef, il governo ipotizza una riduzione delle agevolazioni fiscali attualmente presenti, lasciando invariate solo quelle che riguardano le spese sanitarie, per l’istruzione e sugli interessi dei mutui;
  • concordato preventivo biennale per le imprese: si prevede di istituire un patto tra impresa e fisco, esteso a piccole e grandi aziende, per il versamento delle imposte, con esenzione dai controlli per due anni;
  • semplificazione e razionalizzazione generale delle imposte sui redditi e a carico delle imprese.

Con i diversi interventi si mira anche a risolvere l’annoso problema dell’evasione fiscale, e dell’accumulo di cartelle esattoriali.

Gran parte dell’evasione fiscale è costituita dalle diverse frodi intorno a bonus e agevolazioni, per cui il governo punta ad una riduzione concomitante di questi bonus e dell’imposizione fiscale, soprattutto per ciò che riguarda l’Irpef.

Addio cartelle esattoriali: cosa potrebbe accadere

Se le ipotesi verranno confermate, con la riforma fiscale si potrà dire addio alle cartelle esattoriali, per come sono intese oggi. Teniamo in considerazione infatti che attualmente quando un cittadino ha un debito con il fisco, è stabilito questo iter:

  • l’ente che detiene il credito propone un accertamento e invia un avviso di pagamento;
  • formazione del ruolo del debito, consegnato all’Agenzia delle Entrate – Riscossione;
  • notifica del debito, tramite cartella esattoriale, da parte dell’ente di riscossione al cittadino;
  • avvio di eventuali azioni di pignoramento o recupero del credito.

Secondo questo iter, se il cittadino non provvede al pagamento di quanto dovuto, l’ente interessato contatta l’Agenzia delle Entrate, e successivamente si forma la cartella esattoriale, a cui seguono altre azioni per il recupero dei debiti.

Se la riforma del fisco verrà confermata con le attuali intenzioni, sarà possibile per gli enti che hanno un credito inviare direttamente al cittadino avvisi con valenza esecutiva. Per fare un esempio, in caso di contributi INPS non versati, l’ente potrà procedere in autonomia a chiederne il saldo al cittadino, con avvisi che saranno esecutivi.

La cartella esattoriale vera e propria potrebbe così scomparire, lasciando più spazio di manovra ai singoli enti. Saranno quindi evitati tutti i passaggi intermedi che causavano un rallentamento generale del recupero, fino alla prescrizione dei debiti in casi particolari.

Addio cartelle esattoriali

Estensione prescrizione e rateizzazione

Dall’altro lato, presto potrebbero essere estesi ulteriormente i tempi di prescrizione dei debiti, tenendo presente che tali tempistiche al momento sono stabilite in modo specifico in base al tipo di debito, e alcune di queste arrivano a 5 o 10 anni.

Il governo ipotizza di portare ancora più avanti questo termine, ovvero il momento in cui i vari enti non potranno più agire per recuperare il credito.

Tempi più lunghi potranno essere anche adottati dai contribuenti per saldare i debiti, con 120 rate che potranno prendere in riferimento anche 10 anni di tempo.

Si tratta di misure che diluiscono i pagamenti e portano in avanti questi debiti, ma propedeutiche a sciogliere il nodo delle diverse cartelle esattoriali cumulate e le cui somme non sono state ancora saldate dai cittadini.

Un’altra proposta attualmente al vaglio è quella di interrompere le cartelle esattoriali e le azioni relative al recupero nei mesi estivi.

Riforma fiscale e cartelle esattoriali – Domande frequenti

Come cambiano le cartelle esattoriali con la riforma fiscale?

Le cartelle esattoriali cambieranno con la riforma fiscale, e potrebbero scomparire per dare spazio alle notifiche, con valenza esecutiva, inviate dai singoli enti.

Come verrà estesa la rateizzazione delle cartelle esattoriali con la riforma del fisco?

Con la riforma fiscale si prevede un’estensione della possibilità di rateizzare i debiti fino a 120 rate, con dilazione per circa 10 anni.

Cosa prevede la riforma del fisco per l’evasione fiscale?

La riforma del fisco prevede di continuare la lotta all’evasione fiscale con misure specifiche, e andando a tagliare diversi bonus che hanno dato origine a frodi e atti illeciti. Tutti i dettagli nell’articolo.

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Autore
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze della Comunicazione all'Università degli Studi di Torino, da sempre sono appassionata di scrittura. Dopo alcune esperienze all'estero, ho deciso di approfondire tematiche inerenti la fiscalità nazionale relativa alle persone fisiche ed alle Partite Iva. La curiosità mi ha portato a collaborare con agenzie web e testate e a conoscere realtà anche diversissime tra loro, lavorando come copywriter e editor freelancer.
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Giovanni Emmi
Dottore Commercialista
Revisione al 30 Aprile 2024
Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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