Il 2026 si apre con un cambiamento per la tassa automobilistica. L’esenzione del bollo auto nel 2026 alleggerisce il carico fiscale sulle fasce più deboli e premia la transizione ecologica, ma stringe le maglie sui metodi di pagamento per le nuove targhe. A partire dal 1° gennaio 2026, una platea più ampia di contribuenti – dalle famiglie a basso reddito ai possessori di veicoli green – potrà dire addio al versamento annuale alla Regione. Ma attenzione: non è garantito per tutti e la burocrazia richiede passaggi precisi. Ecco la mappa aggiornata delle agevolazioni per non farsi trovare impreparati.
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Esenzione bollo auto 2026 per redditi bassi, stop alla tassa sotto gli 8.000 euro
Per tutelare il potere d’acquisto eroso dall’inflazione, nel pacchetto fiscale 2026 viene introdotta un’esenzione totale dal bollo auto legata all’ISEE o al reddito personale. La misura riguarda i cittadini con un reddito annuo complessivo inferiore agli 8.000 euro. A differenza delle esenzioni per disabilità , questo bonus potrebbe non scattare in automatico.
I potenziali beneficiari sono i pensionati con assegno minimo, i lavoratori precari, i disoccupati. Circa la procedura, sarà probabilmente necessario presentare un’istanza all’Agenzia delle Entrate o agli uffici tributari della propria Regione, allegando la certificazione unica (CU) o la dichiarazione dei redditi che attesti il mancato superamento della soglia. L’agevolazione si applica solitamente a un solo veicolo del nucleo familiare, escludendo le auto di lusso (sopra una certa potenza in kW).
Auto elettriche e ibride, 5 anni gratis ma regole diverse nelle regioni
La normativa quadro per il 2026 conferma l’esenzione dal bollo per 5 anni dalla data di prima immatricolazione per chi acquista un’auto elettrica o ibrida nuova. Tuttavia, il trattamento fiscale varia sensibilmente dopo il primo lustro.
Dopo i 5 anni di gratuità totale, sulle auto elettriche si paga un quarto della tariffa (riduzione del 75%). In regioni come Lombardia e Piemonte, l’esenzione resta a vita. Sulle auto ibride molte Regioni garantiscono i primi 3 o 5 anni gratis (spesso solo per le immatricolazioni dal 2022 in poi), ma richiedono che l’alimentazione sia correttamente registrata nei database della motorizzazione.
Legge 104, le conferme per disabilità e caregiver
Resta confermata l’esenzione del bollo auto con la legge n.104. Il beneficio spetta sia se l’auto è intestata alla persona con disabilità , sia se intestata al familiare di cui il disabile è fiscalmente a carico. I requisiti di reddito e tecnici restano invariati:
- il familiare può ottenere l’esenzione se il reddito lordo annuo del disabile non supera i 2.840,51 euro (limite che sale a 4.000 euro per i figli a carico under 24);
- l’auto non deve superare i 2.000 cc se a benzina/ibrido o i 2.800 cc se diesel/ibrido. Per le elettriche il tetto è 150 kW;
- l’elenco delle patologie ammesse include cecità o sordità , disabilità psichica o mentale con indennità di accompagnamento, grave limitazione della capacità di deambulazione o pluriamputazioni, ridotte capacità motorie (con obbligo di adattamento del veicolo).
Auto storiche, quando scatta lo sconto del 50%
Per i collezionisti, il 2026 mantiene la distinzione netta basata sull’età del veicolo. I veicoli costruiti da oltre 30 anni sono automaticamente esenti dalla tassa di possesso. Se circolano su strada pubblica, si paga solo una tassa di circolazione forfettaria (circa 30 euro, variabile per Regione).
I veicoli di interesse storico e collezionistico (con certificato di rilevanza storica annotato sul libretto), tra i 20 e i 29 anni, godono di una riduzione del 50% sul bollo. Attenzione: senza l’annotazione sulla carta di circolazione, lo sconto non è applicabile e la Regione pretenderà l’importo pieno.
Nuove targhe 2026, addio rate?
Una novità tecnica potrebbe interessare chi immatricolasse un’auto dal 1° gennaio 2026. Le nuove disposizioni puntano a semplificare l’incasso per gli enti locali, eliminando per le nuove targhe la possibilità di pagamenti frazionati (dove previsti). Il bollo andrà versato in un’unica soluzione annuale, rispettando rigorosamente la scadenza del mese successivo all’immatricolazione. Sui veicoli con fermo amministrativo, alcune interpretazioni normative recenti suggeriscono che la tassa sia dovuta anche a veicolo fermo, superando la precedente prassi di sospensione del tributo. Un punto su cui si attendono chiarimenti definitivi nelle prossime circolari dell’Agenzia delle Entrate.














Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it