UniCredit-Bpm, per l’Ue il golden power del governo potrebbe violare le regole, cosa sta succedendo

Il governo dovrà riscrivere il decreto con il quale ha applicato a UniCredit il golden power.

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Comincia oggi 14 luglio 2025 l’ops di Banca Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca, che si concluderà l’8 settembre. La partita tra UniCredit e Banco Bpm è invece ancora tutta da giocare. Dopo la decisione del Tar del Lazio, si attende un nuovo dpcm con altre prescrizioni sul golden power e una possibile sospensione dell’offerta da parte della Consob. Intanto in Borsa il titolo UniCredit cala in apertura dell’1,42%, mentre Banco Bpm segna +0,35%. L’intervento di Crédit Agricole potrebbe complicare la situazione. Anche l’Ue dalla parte dell’istituto di Orcel.

Golden power, la sentenza del Tar del Lazio

Alla contestazioni di UniCredit sulla legittimità del golden power – esercitato dal governo per l’Ops su Banco Bpm, facendo ricorso a quello strumento che consente alla presidenza del Consiglio, in casi d’eccezione, di condizionare le operazioni di mercato – il Tar del Lazio ha risposto: due punti del dpcm sono illegittimi.

Il primo è quello che impone di “non ridurre per un periodo di cinque anni il rapporto impieghi/depositi praticato da Banco Bpm e Unicredit Italia, con l’obiettivo di incrementare gli impieghi verso famiglie e pmi nazionali”, il secondo è quello che impone il mantenimento del livello del portafoglio di project finance. Sono legittime, invece, l’uscita dalla Russia di UniCredit e la necessità di mantenere gli investimenti in asset italiani di Anima.

Ma non è finita qui. L’istituto di Andrea Orcel sostiene che gli azionisti del Banco siano stati esposti “non solo all’uso illegittimo del golden power (…) ma anche a comunicazioni e campagne ingiustificatamente aggressive e spesso fuorvianti, volte a screditare sia l’offerta che l’offerente”, preannunciando “iniziative opportune”.

Secondo la Commissione europea, il dpcm potrebbe “costituire una violazione dell’articolo 21 del regolamento Ue sulle concentrazioni e di altre disposizioni del diritto dell’Ue”.

Crédit Agricole vuole superare il 20% in Banco Bpm

L’annuncio della sentenza del Tar del Lazio è stato seguito dalla notizia che Crédit Agricole presenterà una richiesta di autorizzazione alla Bce per aumentare sopra il 20% la sua partecipazione in Banco Bpm, dove la Lega ha molti interessi e per questo desidera limitare influenze straniere.

Il gruppo francese, che da diverso tempo collabora con l’istituto per attività di credito al consumo e assicurazione danni, in un comunicato specifica che vuole rafforzare il suo investimento, ma senza “acquisire né esercitare il controllo su Banco Bpm”. Una mossa strategica nel “risiko bancario” che vede nell’acquisizione del Banco da parte di UniCredit una delle operazioni più promettenti. Contemporaneamente la sua controllata Amundi affida a UniCredit gran parte della sua distribuzione italiana.

Le prossime mosse di UniCredit

Si attende a strettissimo giro un cda di UniCredit per l’analisi delle decisioni del Tar e delle prossime mosse. Il periodo dell’offerta scadrà il 23 luglio. Se Crédit Agricole dovesse riuscire nel suo intento, l’obiettivo di Orcel di integrare Banco Bpm dovrebbe passare attraverso un’intesa.

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