Si cercano altre risorse per la nuova legge di Bilancio. Così si ipotizza l’aggiunta della cosiddetta “tassa sull’oro” nella manovra 2026, per poter finanziare misure e correttivi su dividendi, forze dell’ordine e affitti brevi. In agenda ci sarebbe un nuovo vertice fissato per giovedì 20 novembre.
Cos’è la tassa sull’oro
La tassa sull’oro è una proposta parlamentare attualmente allo studio che potrebbe inserirsi nella manovra 2026. Consiste in un’aliquota agevolata del 12,5%, anziché quella del 26%, per chi decidesse, entro il 30 giugno 2026, di rivalutare l’oro da investimento in proprio possesso (lingotti, placchette o monete).
Se vi fosse soltanto il 10% delle adesioni, la misura consentirebbe tra 1,67 e 2,08 miliardi di gettito e – come si legge nel documento – “di facilitare l’emersione e la circolazione di oro fisico da investimento”.
Per chi è
La tassa sull’oro riguarderebbe soltanto l’oro da investimento, ovvero quello posseduto al 1° gennaio 2026 “in mancanza di documentazione attestante il relativo costo o il valore d’acquisto”. Secondo la normativa vigente, la cessione in assenza di documentazione comporta l’applicazione dell’aliquota al 26% sull’intero valore. La tassa sull’oro, dunque, si configurerebbe come una disciplina straordinaria e temporanea.










Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it