Rottamazione quinquies: la nuova sanatoria sarà attiva dal 2026, come funzionerà

La proposta per la rottamazione quinquies prevede una sanatoria sulle cartelle esattoriali fino al 2023, con pagamento fino a 120 rate e inclusione dei tributi locali. Come funzionerà e quando arriverà.

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Si torna a parlare di rottamazione delle cartelle esattoriali, perché il governo è propenso a lavorare per una nuova agevolazione sui debiti, la quinta del suo genere.

Potrebbe quindi essere approvata nel prossimo futuro la rottamazione quinquies, per cui il fisco garantirà ai cittadini indebitati di saldare l’importo dovuto senza interessi, sanzioni o aggio. Dopo la rottamazione quater, si sta valutando concretamente la misura successiva, che sarà contenuta con molta probabilità nella legge di bilancio 2026.

Sostanzialmente la nuova rottamazione consentirebbe a chi ha debiti fino al 2023 di pagare in modo agevolato, con rateizzazione possibile per 120 quote in un periodo di 10 anni. Per il momento è solo una proposta, ma il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha espresso ottimismo intorno alla sua introduzione.

Rottamazione quinquies: per quali cartelle esattoriali

La novità, ancora in attesa di conferme, coinvolgerà tutti coloro che hanno contratto dei debiti con lo stato, con il fisco, ma anche con enti locali, nel periodo dal 1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2023. La misura verrebbe introdotta sulla scia della precedente rottamazione quater, che ha coinvolto quelle cartelle esattoriali risalenti al periodo dal 1 gennaio 2000 al 30 giugno 2022.

Con la rottamazione quinquies il governo potrebbe tentare un recupero ulteriore dei debiti dei cittadini, agevolandone i pagamenti. L’ipotesi di una rottamazione quinquies non è nuova, per cui se ne è molto discusso negli scorsi mesi.

Dopo l’esclusione di questa misura dal decreto Milleproroghe, il governo aveva deciso di garantire solamente una proroga alla rottamazione quater. Ma la versione quinquies potrebbe ancora vedere la luce, secondo gli ultimi aggiornamenti. Il viceministro all’Economia Maurizio Leo sarebbe favorevole alla sua introduzione per il 2026, ma la misura dovrà essere più selettiva, per evitare che i contribuenti vi accedano unicamente per sfuggire a situazioni di pignoramento.

Rottamazione quinquies: l’estensione ai tributi locali

Un’altra ipotesi che si è fatta strada per la nuova agevolazione è quella dell’inclusione dei tributi locali tra i debiti agevolabili. Quando si parla di tributi locali si fa riferimento a tutte quelle tasse che i contribuenti pagano ad esempio al proprio Comune in base alla residenza.

Si può quindi fare riferimento all’IMU, ovvero l’imposta sulle proprietà immobiliare, ma anche alla TARI, la tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, oppure alle multe stradali e perfino al bollo auto. Mentre in precedenza i debiti intorno a queste tasse non potevano essere agevolati, con la nuova sanatoria vi potrebbero rientrare.

Il numero massimo di rate con cui il cittadino potrà versare quanto dovuto secondo le prime ipotesi potrebbe arrivare a 120, con condizioni specifiche per la decadenza della misura.

Secondo le indiscrezioni però per far rientrare questi debiti nell’agevolazione sarà prima di tutto l’ente creditore che dovrà aderire alla rottamazione quinquies, comunicando la propria volontà di disporre di tale strumento. Sì ai tributi locali, ma solo previa autorizzazione da parte degli enti che hanno cumulato il credito, questa sembrerebbe essere la direzione della nuova misura.

Sarà quindi a scelta dell’ente specifico anche il numero massimo di rate con cui il contribuente potrà saldare il debito, in ogni caso entro il 31 dicembre 2026.

Come funzionerà la rottamazione quinquies e quando arriva

Al momento la rottamazione quinquies è contenuta solamente in una proposta, per cui si attende la conferma definitiva con la prossima manovra fiscale. Il suo funzionamento sarà molto simile a quello delle precedenti sanatorie, per cui il cittadino potrà saldare il proprio debito (in un’unica soluzione o a rate) senza dover corrispondere somme aggiuntive.

Il vantaggio di aderire a questo tipo di misure è quello di non pagare le sanzioni collegate al debito, ma anche gli interessi maturati nel tempo, aggio o importi aggiuntivi di diversa natura. Il contribuente in questo caso si limita quindi solo a saldare quanto dovuto all’ente di riferimento.

Insieme alla nuova rottamazione, con la prossima manovra finanziaria si prevede un intervento ulteriore sulle aliquote IRPEF, con tagli soprattutto sul ceto medio. Bisogna attendere per conoscere le specifiche modifiche.

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