Riforma Isee 2026, esclusione prima casa e bonus: cosa cambia

Arriva pure la proposta di un taglio Irpef "non lineare".

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Tutto pronto, o quasi, per la legge di Bilancio 2026. Tra le ipotesi sul tavolo, il governo sta valutando la possibilità di una riforma dell’Isee che prevedrebbe l’eliminazione dal calcolo anche della prima casa. L’obiettivo è calibrare meglio criteri e paletti all’accesso dei numerosi bonus e agevolazioni attualmente legati all’indicatore. Ecco cosa c’è da sapere.

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Riforma Isee 2026: cosa cambia

L’Isee (l’Indicatore della situazione economica equivalente) è lo strumento con cui lo Stato e gli enti locali valutano la condizione economico-patrimoniale dei nuclei familiari per stabilire l’accesso a prestazioni sociali agevolate, bonus, e contributi. Il calcolo avviene tramite la Dichiarazione sostitutiva unica (Dsu), che raccoglie dati su redditi, patrimoni e composizione del nucleo familiare. Il documento, presentabile al caf, al Comune o online sul portale Inps, è valido fino al 31 dicembre dell’anno di riferimento. Tuttavia, diverse prestazioni, (dall’assegno unico ai bonus asilo nido), sono vincolate a soglie Isee precise. 

I bonus anche senza Isee

L’assegno unico universale, ad esempio, può essere richiesto anche in assenza di Isee: in tal caso, si ha diritto agli importi minimi previsti dalla normativa (57,50 euro mensili per ciascun figlio minorenne, 28,70 euro per i maggiorenni fino ai 21 anni, e 17,20 euro come maggiorazione per i figli successivi al secondo). Lo stesso vale per il bonus nido: senza Isee si ottiene la quota base di 1.500 euro l’anno, senza le maggiorazioni per i nuclei più numerosi.

Anche l’assegno sociale, destinato agli over 67 con redditi bassi, non prevede il ricorso all’indicatore Isee: la valutazione si basa esclusivamente sui redditi del richiedente e dell’eventuale coniuge. Infine, è possibile ottenere l’esenzione dal canone Rai per gli over 75 con redditi annui inferiori a 8.000 euro, sempre senza obbligo di certificazione Isee.

In questo contesto, la revisione dell’indicatore potrebbe rafforzare la coerenza dell’intero sistema: da un lato, ampliando la platea dei beneficiari Isee-based attraverso correttivi come l’esclusione della prima casa dal calcolo patrimoniale; dall’altro, razionalizzando la presenza di bonus “sganciati” dall’Isee che, pur garantendo immediatezza d’accesso, rischiano di frammentare la strategia redistributiva dello Stato. Ecco perché il governo è impegnato in tavoli tecnici e politici per disegnare opzioni di riforma che rendano il sistema più equo e sostenibile. La ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, ha dichiarato che l’intervento sul versante sociale avrà “azione più ad ampio raggio”, con il tentativo di far convergere misure di sostegno e criteri distributivi in un disegno più coerente. 

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Isee 2026: esclusione di titoli di Stato e case di proprietà

Uno dei temi più dibattuti è l’esclusione totale o parziale della prima casa dal patrimonio computabile ai fini Isee. Attualmente nel calcolo si esclude una franchigia (52 mila euro, con maggiorazioni per i figli) e, ove oltre la soglia, si computa in misura ridotta (i due terzi dell’eccedenza). Secondo il leader della Lega, Matteo Salvini, questa modifica sarebbe indispensabile per evitare che famiglie “di ceto medio” vengano escluse da bonus semplicemente perché posseggono l’abitazione in cui vivono.

Poi, si parla di conservazione della seconda casa e altri immobili. La proposta non intende estendere l’esclusione indiscriminata: la seconda casa o altri immobili patrimoniali resterebbero computati, al fine di mantenere un criterio di progressività nel calcolo. Un altro intervento d’altronde già introdotto, riguarda l’esclusione di titoli di Stato, buoni fruttiferi e obbligazioni nella misura fino a 50 mila euro per nucleo familiare, dal computo patrimoniale Isee. L’estensione di questa esclusione, o l’innalzamento della soglia, è contemplata come una leva per alleggerire il peso dell’“accumulazione finanziaria” sull’Indicatore.

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Aiuti alle famiglie e bonus alle mamme lavoratrici

Attualmente il bonus per le mamme occupate (480 euro entro fine anno, per chi ha Isee fino a 40 mila euro) non incide né sull’Isee né sull’importo dell’assegno unico. L’ipotesi è quella di applicare la stessa modalità anche ad altri aiuti alle famiglie, affinché non risultino penalizzati nei casi in cui percepiscono incentivi statali legati alla genitorialità. Per esempio: il contributo destinato ai nati nelle zone montane, introdotto con la recente legge sulla montagna approvata in via definitiva dal Senato. Inoltre, la manovra potrebbe introdurre novità che riguardano la detrazione Irpef al 19% per l’acquisto dei libri scolastici, agevolazione che rientra nelle iniziative del Governo per supportare la spesa delle famiglie. Non è ancora certo, tuttavia, se la detrazione riguarderà solo gli anni della scuola dell’obbligo o se sarà estesa fino a coprire l’interno ciclo scolastico fino al conseguimento del diploma.

Il “no” al quoziente familiare e la via delle detrazioni

Il quoziente familiare sembra destinato a essere messo da parte. Durante l’incontro a Palazzo Chigi tra il Forum famiglie e i rappresentanti del governo la proposta di un taglio Irpef “non lineare”, con aliquote differenziate in base al numero di figli, ha incassato uno stop. La strada che adesso l’esecutivo intende percorrere è un’altra: quella del potenziamento delle detrazioni e deduzioni per le famiglie con prole, sulla scia di quanto già fatto nell’anno precedente. Il forum, dal canto suo, aveva avanzato proposte più audaci, come la riduzione di un punto percentuale per ogni figlio a carico sulle prime due aliquote e di 0,3 punti sull’ultima, con un ulteriore sconto di un punto e mezzo per ogni figlio con disabilità. 

I numeri

Secondo i dati dell’ultimo aggiornamento dell’osservatorio statistico dedicato all’assegno unico universale, tra gennaio e luglio 2025, le famiglie italiane hanno percepito assegni per un valore complessivo di 11,5 miliardi di euro. A queste cifre si sommano i 19,9 miliardi erogati nel 2024, i 18,2 miliardi del 2023 e i 13,2 miliardi riconducibili al 2022. Nel 2025 i nuclei familiari beneficiari sono stati 6.168.734, per un totale di 9.755.848 figli a carico. L’importo medio per figlio, comprensivo delle maggiorazioni, è stato di 172 euro. Si scende a 57 euro per chi supera la soglia Isee massima (45.939,56 euro), mentre si arriva a 224 euro per chi rientra nella fascia più bassa (fino a 17.227,33 euro).

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Riforma Isee 2026: i sussidi richiesti per i redditi più bassi

Infine, tra le altre proposte emerge l’ipotesi di estendere l’assegno unico fino ai 25 anni di età dei figli. Saranno invece oggetto di valutazione altre proposte avanzate dal Forum delle associazioni familiari. Tra queste, l’istituzione di un fondo strutturale per sostenere i costi dei centri estivi, una voce di spesa sempre più pesante per i bilanci familiari durante il periodo di chiusura delle scuole. Inoltre, si valuterà un potenziamento del bonus sociale per l’energia e il gas, attraverso un innalzamento delle soglie Isee per l’accesso e una loro differenziazione basata sul numero dei componenti del nucleo familiare, in particolare dei figli. Misure che, se approvate, andrebbero a comporre un quadro di interventi volto a sostenere le famiglie in diverse fasi e necessità della vita quotidiana.

Autore
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Cristina Siciliano

Giornalista e scrittrice

Giornalista pubblicista, classe ‘97, con una solida formazione classica. Dopo la laurea conseguita con lode in Filologia Moderna, ho frequentato un Master in giornalismo politico-economico multimediale presso la 24ORE Business School. Ho collaborato con testate nazionali, come Leggo.it, e locali. Sono autrice del libro Breviario del silenzio: tra anima e parole, edito da Affiori, marchio di Giulio Perrone Editore.

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