Il CIPESS (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) ha approvato il progetto del ponte sullo Stretto di Messina. Con un investimento stimato di 13,5 miliardi di euro, interamente coperto della manovra del 2024, il ponte che collegherà la Sicilia al resto dello Stivale diventerà realtà . L’avvio dei cantieri è previsto il 6 settembre, la consegna in 7-8 anni, tra il 2032 e il 2033.
Ponte sullo Stretto: il progetto
Sarà il più grande ponte a campata unica al mondo, con i suoi 3,3 km. Avrà tre corsie stradali per ogni senso di marcia, due binari ferroviari e due corsie di servizio. In previsione saranno realizzate anche opere accessorie fondamentali: 40 km di strade e ferrovie nuove, così come tre nuove stazioni ferroviarie a Messina.
A costruire il ponte sullo Stretto di Messina sarà il consorzio Eurolink, guidato da Webuild, azionista di maggioranza. La progettazione esecutiva prevede entro maggio 2026 la realizzazione dei collegamenti stradali e ferroviari, entro settembre 2026 la costruzione di gallerie, svincoli e stazioni ferroviarie a Messina, entro marzo 2025 la concretizzazione dell’opera di attraversamento, con le torri.
L’impatto economico del ponte sullo Stetto
L’opera è ritenuta strategica dal governo per lo sviluppo del Sud e si inserisce nel famoso TEN-T, cioè nel corridoio Scandinavo-Mediterraneo. Si stima che possa generare un impatto sul PIL superiore ai 23 miliardi di euro, oltre che favorire l’occupazione di migliaia di persone, con il coinvolgimento di 250 imprese durante il cantiere. Grazie alla riduzione del traffico navale, potrebbe portare pure una riduzione di circa 140 mila tonnellate di CO2 l’anno.
Le imprese favorite
A trarre i maggiori benefici dal ponte sullo Stretto potrebbero essere le imprese di trasporti e della logistica, il settore turistico e, ovviamente, quello edile. Ma anche tutti i pendolari che oggi viaggiano sui traghetti: i treni raggiungeranno la sponda opposta in due ore e mezza, le auto in una e mezza. Il pedaggio per le auto sarà piuttosto economico, con un costo inferiore a 10 euro, secondo quanto diffuso dalla società Stretto di Messina.
I dubbi
Ma parte dell’opposizione, alcuni sindacati e diverse associazioni non concordano: c’è chi sostiene il ponte sullo Stretto possa avere un impatto negativo sull’ambiente, sul paesaggio e sul tessuto sociale. Circa 450 famiglie subiranno l’esproprio dei loro immobili e, secondo parte dei sindacati e le ong, l’intero investimento rappresenterebbe un “colossale spreco”. I progettisti rispondono che il ponte sia stato pensato per resistere a venti fino a 216 km/h e a terremoti di magnitudo 7.1.
Intanto a Villa San Giovanni la sindaca denuncia che sia a rischio la “sopravvivenza della città ” e le carte sono al vaglio di Bruxelles.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it