Piano Net-Zero: cosa prevede l’UE

Cosa prevede il Piano Net-Zero varato dall'Unione europea e quali sono le prospettive per le aziende.

di Pierpaolo Molinengo

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Piano Net Zero UE
  • Attraverso il Piano Net-Zero, l’Ue punta alle emissioni zero di carbonio entro il 2050.
  • Un obiettivo è quello di rendere l’Europa il più possibile indipendente dal punto di vista energetico.
  • Verrà incentiva la produzione di tecnologie per la produzione di energia green.

Uno degli impegni che si è assunta l’Unione europea è quello di arrivare alla neutralità climatica entro il 2050. Un obiettivo particolarmente ambizioso, che comprende anche l’azzeramento delle emissioni nette di gas ad effetto serra, in linea con la più ampia visione di diffusione dell’economia verde e di sostenibilità ambientale nel continente.

Parte da questi presupposti il piano Net-Zero, grazie al quale l’Unione europea dovrebbe essere in grado di soddisfare almeno il 40% della domanda europea annuale di pannelli solari entro il 2030.

Gli obiettivi europei prevedono, inoltre, la capacità di soddisfare almeno l’85% della domanda per la tecnologia eolica ed il 60% per le pompe di calore, l’85% per le batterie ed il 50% per gli elettrolizzatori.

Uno degli obiettivi del Piano Net-Zero è quello di allontanare il più possibile gli Stati membri dalla dipendenza da altre nazioni come la Cina per l’approvvigionamento energetico.

Cos’è il Piano Net-Zero

Sostanzialmente sono 36 gli articoli che compongono il piano e sono racchiusi in sei capitoli:

  • definizioni e obiettivi;
  • investimenti;
  • accesso al mercato;
  • accesso ad una forza lavoro preparata;
  • monitoraggio;
  • governance.

L’Unione europea punta alla neutralità climatica, compreso l’azzeramento delle emissioni nette di gas ad effetto serra. Uno degli strumenti per raggiungere questo obiettivo è il Net Zero Industry Act, attraverso il quale verrà rafforzata la resilienza e la competitività della produzione di tecnologie a zero emissioni nette all’interno dell’Ue.

Uno degli obiettivi che si è posta l’Europa è quello di rafforzare la capacità strategica globale di produzione di tecnologie a zero emissioni nette nell’Ue, che deve riuscire a coprire almeno il 40% delle esigenze di utilizzo dei paesi europei entro il 2030.

Il piano Net-Zero ha lo scopo di accelerare il progresso verso gli obiettivi che si è posta direttamente l’Unione europea per quanto riguarda il clima e l’energia entro il 2030, in modo da avviare la transizione verso la neutralità climatica.


Contemporaneamente si prevede di rafforzare la competitività dell’industria europea in questo settore, creando nuovi posti di lavoro di qualità ed andando a sostenere praticamente l’impegno assunto per raggiungere l’indipendenza economica.

Il contributo riguarda direttamente le tecnologie che saranno in grado di apportare un contributo significativo alla decarbonizzazione. Tra queste rientrano:

  • energia solare fotovoltaica;
  • energia solare termica;
  • energia eolica onshore;
  • energia rinnovabile offshore;
  • batterie e stoccaggio;
  • pompe di calore;
  • energia geotermica;
  • elettrolizzatori e celle a combustibile;
  • biogas/biometano;
  • cattura, utilizzo e stoccaggio del carbonio e le tecnologie di rete;
  • tecnologie per combustibili alternativi sostenibili.
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Piano Net-Zero e tecnologie a zero emissioni

A sostenere la transizione energetica sono le tecnologie a zero emissioni, che riescono a garantire emissioni gas ad effetto serra molto basse, nulle o addirittura negative mentre vengono utilizzate. L’UE vuole garantire, in questo modo, un significativo azzeramento delle emissioni nette entro il 2050.

Ma soprattutto viene svolto un ruolo chiave nell’autonomia strategica ricercata direttamente dall’UE: l’obiettivo è far in modo che i cittadini riescano ad accedere ad un’energia pulita, sicura e con dei prezzi accessibili a tutti i consumatori.

Pragmaticamente, la normativa ha previsto il sostegno a otto differenti tecnologie strategiche a zero emissioni nette. Tra queste ci sono:

  • cattura e stoccaggio del carbonio (CCS); 
  • biogas/biometano;
  • elettrolizzatori e celle a combustibile;
  • pompe di calore ed energia geotermica;
  • batterie e mezzi di stoccaggio;
  • tecnologie solari fotovoltaiche e termiche;
  • energia eolica onshore e energie rinnovabili offshore.

Piano Net-Zero, i finanziamenti alle imprese

Il piano Net-Zero provvede ad istituire una vera e propria task force dedicata, attraverso la quale saranno gestiti i progetti ed i fondi. L’obiettivo è quello di facilitare l’accesso ai finanziamenti per i progetti di resilienza a zero emissioni per le seguenti operazioni:

  • accelerare gli investimenti, tramite l’effetto leva sui finanziamenti sia del settore pubblico che di quello privato;
  • fornire e coordinare il sostegno ai progetti di resilienza a zero emissioni che incontrano difficoltà nell’accesso ai finanziamenti.

Grazie al piano Net-Zero la Commissione europea e gli Stati membri individuano le esigenze e le strozzature finanziarie. Il progetto, inoltre, prevede una quota di finanziamenti nazionali, che dovrà essere indirizzata ai progetti di resilienza.

Per il momento, comunque, dal punto di vista dei finanziamenti europei del Piano Net-Zero non c’è alcun riferimento al cosiddetto Fondo di Sovranità, che secondo la strategia della Commissione dovrebbe vedere la luce non prima dell’estate, ma nel testo si citano due fondi dell’Ue: l’Innovation Fund e InvestEu.

Piano Net-Zero – Domande frequenti

Qual è lo scopo principale del Piano Net-Zero?

L’obiettivo è quello di produrre tecnologie a zero emissioni nette nell’Ue, rendendo l’Europa indipendente dagli altri paesi. Cosa prevede il piano, nell’articolo.

Sono previsti degli incentivi per il piano Net-Zero?

Per il momento non sono ancora stati quantificati, ma sono previsti degli incentivi per la produzione di tecnologie che permettono di ottenere dell’energia green ad impatto zero, o quanto meno con il più basso impatto ambientale possibile, con il piano Net-Zero.

Ci sono degli obiettivi temporali per il piano Net-Zero?

Entro il 2030 l’Ue ha intenzione di far sì che le aziende europee siano in grado di produrre almeno l’85% della domanda per la tecnologia eolica ed il 60% per le pompe di calore, l’85% per le batterie ed il 50% per gli elettrolizzatori.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Ho una laurea in materie letterarie. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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