Nuovo Codice degli Appalti: cosa prevedono le nuove regole

Con il nuovo Codice degli Appalti la maggior parte dei lavori pubblici potrà essere assegnata senza gara. Ecco come funziona.

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Nuovo Codice degli Appalti
  • Dal 1° aprile è entrato in vigore il nuovo Codice degli Appalti, che sarà operativo effettivamente da luglio 2023.
  • La nuova normativa permette di appaltare molti lavori senza gara pubblica, e viene introdotta una forte componente digitale.
  • Le imprese possono subappaltare i lavori senza limiti particolari.

Il 1° aprile 2023 è entrato in vigore il nuovo Codice degli Appalti, anche se è operativo effettivamente dal mese di luglio 2023. Nella Gazzetta Ufficiale n. 77 del 31 marzo 2023 è stato, infatti, pubblicato il Decreto Legislativo n. 36, con il quale prende il via ufficialmente il nuovo Codice degli Appalti.

L’iter, che ha portato all’approvazione di questo decreto, è partito nel corso del mese di dicembre 2022, a seguito dell’approvazione della delega di Governo.

Con un successivo comunicato, e datato 28 marzo 2023, il MIT aveva anticipato la pubblicazione in Gazzetta del nuovo Codice degli Appalti, che dovrebbe permettere alle istituzioni e alle imprese di lavorare più velocemente per offrire servizi e beni ai cittadini.

Nuovo Codice degli Appalti: il testo in Gazzetta Ufficiale

Il Codice degli Appalti è stato rivisto, superando il dlgs 50/2016, con lo scopo di garantire delle nuove regole per semplificare la burocrazia, che sono introdotte attraverso tre fasi differenti:

  • 1° aprile 2023: entra in vigore la norma;
  •  31 marzo 2023: pubblicazione in Gazzetta Ufficiale;
  • 1° luglio 2023: il codice diventa operativo;
  • 1° gennaio 2024: vengono digitalizzati gli appalti.

Il decreto ha sostanzialmente alcuni principi cardine, tra i quali è possibile mettere in evidenza:

  • principio di risultato, il quale viene inteso dal legislatore come interesse pubblico primario del Codice stesso. Praticamente questo principio si manifesta con l’affidamento del contratto e la sua esecuzione alle imprese, con la massima tempestività, ma soprattutto con il miglior rapporto tra qualità e prezzo. Devono, inoltre, essere rispettati i principi di legalità, trasparenza e concorrenza;
  • principio della fiducia nell’azione legittima, trasparente e corretta da parte della Pubblica Amministrazione e dei suoi rappresentanti. Ma anche da parte degli operatori economici.
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Cosa cambia con il nuovo Codice degli Appalti

Codice Appalti 2023

Uno dei capitoli più importanti del nuovo Codice degli Appalti è l’innalzamento dell’obbligo del bando per una gara d’appalto per opere i cui importi siano superiori a 5,3 milioni di euro. Per la precisione, con i lavori da 1 milione di euro fino a 5,382 milioni, si può procedere con gara ad evidenza pubblica, senza che sia necessaria una motivazione.

La decisione è stata ampiamente contestata da più fronti, così come è anche stata criticata la scelta di rimuovere il divieto al subappalto dei lavori. Questa prassi, fino ad oggi, era vietata per più di un livello.

I sindacati hanno già denunciato che, adesso come adesso, sembra di essere tornati agli anni Settanta: potrebbero aumentare il rischio sicurezza nei cantieri e le infiltrazioni della criminalità.

Benché rimangano aperti alcuni dubbi e molte perplessità su queste scelte, la parola d’ordine legata al nuovo Codice degli Appalti è semplificazione. Il Ministero delle Infrastrutture ritiene che si riuscirà a risparmiare da sei mesi ad un anno

Pareri sul nuovo Codice degli Appalti

Rispetto alla nuova normativa, le posizioni sono contrapposte. Da una parte vi è l’Ance, Associazione nazionale Costruttori Edili, la quale ritiene che siano stati compiuti importanti passi avanti in materia di illecito professionale e di revisione dei prezzi.

Alcuni dubbi e alcune perplessità rimangono sulla concorrenza. Più ferma la posizione di Cgil e Uil, che ritengono necessario ed indispensabile rivedere il codice, perché attraverso il subappalto a cascata si mette realmente a rischio la sicurezza nei cantieri e dei lavoratori.

L’Ance, inoltre, mette in evidenza un vero e proprio problema di trasparenza. Alcuni dubbi sono stati sollevati sulla norma che blocca tutte le gare d’appalto di 5 milioni di euro. Secondo l’Ance questa scelta potrebbe far nascere dei cartelli e dei blocchi economici a discapito della qualità.

Qualche dubbio è stato sollevato anche da Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, che vede il rischio che gli enti possano decidere di assegnare i contratti solo alle grandi imprese per non esporsi al rischio di contestazioni, andando, in questo modo, a penalizzare le piccole e medie imprese. Un altro rischio è quello di aprire la porta ad eventuali decisioni discrezionali dei parti o chi decide di premiare gli amici.

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Digitalizzazione e nuovo Codice degli Appalti

La digitalizzazione è una componente importante del nuovo Codice degli Appalti: si prevede che saranno utilizzati gli strumenti del digitale per costituire una vera e propria banca dati dei contratti pubblici, oltre ad un fascicolo virtuale dell’operatore economico, secondo ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione).

Con la recente determinazione n. 137/2023 del 1° giugno 2023 dell’Agid, viene adottato un particolare provvedimento: “Requisiti tecnici e modalità di certificazione delle Piattaforme di approvvigionamento digitale“.

Sulla digitalizzazione devono quindi essere stabilite regole precise che riguardano: il contesto, norme generali, trasparenza, processi decisionali automatizzati, e un ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale.

Di fatto si prevede una sostituzione degli atti in forma cartacea per privilegiare il digitale, con concentrazione di tutti gli atti in un unico luogo digitale. Le piattaforme potranno essere sviluppate dalle stazioni appaltanti, secondo le regole tecniche Agid, e avere certificazioni.

Le stazioni appaltanti dovranno impiegare gli strumenti digitali per la progettazione delle nuove opere, e per gli interventi con base di gara superiore a 1 milione di euro. Per le imprese che intendono lavorare con il pubblico, sarà importante aggiornarsi dal punto di vista digitale.

Le procedure di affidamento secondo il nuovo Codice

Secondo il nuovo codice, verranno introdotte nuove procedure di affidamento, in base al tipo di lavoro o servizio erogato dalle imprese. In particolare i cambiamenti per le aziende riguarderanno:

  • lavori: affidamento diretto fino a 150.000 euro, procedura negoziata senza la necessità del bando, con consultazione con 5 operatori economici, per i lavori di importo inferiore a 1 milione di euro, con consultazione di 10 operatori economici fino alla soglia massima;
  • servizi e forniture: in questo caso si parla di affidamento diretto fino a 140.000 euro, e di procedura negoziata senza banco, con consultazione di 5 operatori economici, fino a soglia massima europea.

Indubbiamente queste nuove regole daranno una spinta in termini di snellimento e semplificazione all’accesso delle imprese ai lavori con il pubblico.

Nuovo Codice degli Appalti 2023: entrata in vigore

Fino ad un importo pari a 5,3 milioni di euro sarà possibile non indire le gare d’appalto, mentre sarà obbligatorio farlo a partire da 5,3 milioni di euro.

Le stazioni appaltanti hanno la possibilità di decidere se attivare delle procedure negoziate o procedere con degli affidamenti diretti. Deve essere, però, rispettato il principio della rotazione.

I comuni più piccoli, nei quali sono presenti delle piccole stazioni appaltanti, potranno evitare di passare attraverso delle stazioni appaltanti qualificate.

Eventuali affidamenti diretti, però, sono consentiti unicamente per lavori di importo inferiore a 500 mila euro. È possibile ricorrere agli appalti e ai subappalti, che fino a questo momento erano vietati per più di un livello.

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Matteo Salvini, Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, sul tema del codice degli appalti ha affermato: 

Sono orgoglioso del Nuovo Codice degli Appalti che garantirà più lavoro per tutti, operai e imprenditori, più sicurezza e meno burocrazia. Chi attacca il Nuovo Codice, atteso da anni, parlando addirittura di mafia o di più morti sul lavoro, o è in malafede o è ignorante. Si tratta dei soliti professionisti del No a tutto.

Di parere diametralmente opposto è Alessandro Genovesi, segretario generale di Fillea Cgil, il quale ritiene di essere tornato indietro di cinquant’anni. Il problema maggiore è la liberalizzazione del subappalto, che secondo le statistiche porterebbe ad un 98% di lavori senza gara.

Questo significa prendere un lavoro a dieci e subappaltare a nove e subappaltare nuovamente ad otto. Teoricamente si potrebbe andare avanti all’infinito, come avviene nell’edilizia privata. Fino al 1 gennaio 2024 si prevede un periodo transitorio, in cui coesisteranno i due codici degli appalti.

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Codice degli Appalti e project financing

Secondo le ultime disposizioni, seguono ancora le vecchie regole relative agli appalti tutte le proposte presentate prima del 1 luglio 2023. In particolare la finanza di progetto (project financing) prevedeva precedentemente un iter piuttosto lungo.

Una definizione di finanza di progetto la offre il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica:

“Tecnica finanziaria innovativa volta a rendere possibile il finanziamento di iniziative economiche sulla base della valenza tecnico-economica del progetto stesso piuttosto che sulla capacità autonoma di indebitamento dei soggetti promotori dell’iniziativa.”

Questa tecnica si articola in diverse fasi: il procedimento si va ad attivare con la presentazione da parte di un operatore economico di una proposta sul progetto di fattibilità, con dettagli sui rischi e sul piano economico finanziario, il PEF, l’asseverazione e le informazioni sulle caratteristiche del servizio e la cauzione per la proposta.

Le verifiche da parte della PA devono avvenire entro tre mesi, con eventuali richieste di integrazioni o modifiche, operazione dispendiosa in termini di tempo e risorse. La PA al termine delle verifiche dichiara la fattibilità della proposta, con pubblicazione del bando di gara.

Il nuovo Codice tuttavia non ha chiarito quali sono gli aspetti da considerare per ritenere la finanza di progetto un procedimento in corso, per cui si lascia libera possibilità di applicare il codice precedente, secondo la regola che stabilisce il 1 luglio come data di confine per applicare il nuovo codice.

Codice degli Appalti – Domande frequenti

Da quando il nuovo Codice degli appalti diventa operativo?

È entrato in vigore il 1° aprile 2023, ma diventerà effettivamente operativo il 1° luglio 2023.

Quali sono le novità più importanti del nuovo Codice degli Appalti?

Senza dubbio risulta essere di particolare rilievo la possibilità di avviare i lavori senza bisogno di una gara d’appalto. Ecco cosa cambierà con il nuovo Codice degli Appalti.

Perché sono state avanzate delle perplessità sulla nuova norma sugli appalti?

I dubbi sono stati dettati dalla possibilità con il nuovo codice degli appalti di subappaltare i lavori, che potrebbe portare ad un abbassamento della sicurezza nei cantieri.

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista

Ho una laurea in materie letterarie. Ho iniziato ad occuparmi di Economia fin dal 2002, concentrandomi dapprima sul mercato immobiliare, sul fisco e i mutui, per poi allargare i miei interessi ai mercati emergenti ed ai rapporti Usa-Russia. Scrivo di attualità, tasse, diritto, economia e finanza.

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