Oggi, ,artedì 16 dicembre è atteso il voto sul maxi emendamento alla manovra 2026 presentato dal governo alla commissione Bilancio del Senato. Dopo questo passaggio, è previsto l’arrivo del testo in parlamento, per la sua approvazione. Il provvedimento introduce nuove misure pensate per famiglie, imprese e lavoratori. I principali beneficiari sono i redditi medio-bassi e le aziende che investono in innovazione e tecnologia.
Indice
- Novità IRPEF e detrazioni: cosa cambia con la manovra 2026
- Detassazione aumenti e premi
- Incentivi per le imprese
- Welfare e mercato: il bonus mamme e la nuova tassa sui pacchi
- Immobiliare e investimenti: le novità su cedolare secca e oro
- Regime fiscale dell’oro e beni rifugio
- Accordi e priorità: le misure confermate dal governo
Novità IRPEF e detrazioni: cosa cambia con la manovra 2026
Il maxi emendamento alla manovra 2026, su cui prima la commissione Bilancio e poi il parlamento dovranno esprimersi, interviene sull’IRPEF, riducendo la seconda aliquota (applicata per tassare i redditi compresi tra 28.001 e 50.000 euro) dal 35% al 33%. Inoltre, prevede una rimodulazione delle detrazioni, grazie all’introduzione di un nuovo meccanismo di riconoscimento, che diventa meno favorevole al crescere del reddito. Chi ha redditi molto elevati (superiori a 200.000 euro) continuerà ad avere diritto alle detrazioni, ma in misura ridotta rispetto a oggi.
Detassazione aumenti e premi
Sul fronte lavoro, in manovra 2026 sono state inserite misure volte a rendere più vantaggiosi i rinnovi contrattuali e la produttività aziendale. I lavoratori dipendenti con redditi fino a 28.000 euro potranno godere di una imposta sostitutiva del 5% sugli aumenti retributivi (derivanti da rinnovi 2025-2026). È poi al vaglio una possibile estensione della tassazione agevolata (al 10%) per i redditi fino a 35.000 euro.
Inoltre, l’aliquota sostitutiva sui premi di produttività viene ulteriormente ridotta, passando dal 5% all’1% (per il 2026 e il 2027), con innalzamento del limite di importo detassato a 5.000 euro (rispetto agli attuali 3.000).
Incentivi per le imprese
Il testo al vaglio punta anche sul rifinanziamento e il rilancio di misure di sostegno per le imprese. Tra questi ci sono gli investimenti e i crediti d’imposta potenziati per incentivare la digitalizzazione e la transizione ecologica, ma anche il rifinanziamento della Legge Sabatini e del credito d’imposta ZES.
Vengono reintrodotti poi il super ammortamento e l’iper ammortamento per l’acquisto di beni strumentali. In questo modo le imprese potranno “scaricare” dalle tasse più di quanto spendono realmente. Lo stanziamento complessivo per queste due misure supera i 7,4 miliardi nel triennio, con circa 3 miliardi dedicati nel solo 2026.
Welfare e mercato: il bonus mamme e la nuova tassa sui pacchi
In fase di emendamento sono stati inseriti altri due provvedimenti, che riguardano le mamme lavoratrici e il settore commercio. In particolare, il cosiddetto bonus mamme (il contributo per le lavoratrici madri con almeno due figli e reddito fino a 40.000 euro) viene potenziato, passando da 40 a 60 euro mensili.
Entra infine in manovra la nuova tassa anti-elusione sull’e commerce extra UE. La misura prevede un prelievo di 2 euro per ogni spedizione di valore non superiore a 150 euro proveniente da Paesi terzi. L’obiettivo è riequilibrare la concorrenza a danno delle imprese e dei commercianti italiani, contrastando la concorrenza sleale del cross-border e-commerce.
Immobiliare e investimenti: le novità su cedolare secca e oro
Una delle misure più dibattute del maxi emendamento governativo riguarda gli affitti turistici e le locazioni brevi. In questo caso, viene confermato l’aumento dell’aliquota per la cedolare secca. L’aliquota passa dal 21% al 26% a partire dal secondo immobile locato per finalità turistiche. Resta ferma invece l’aliquota agevolata del 21% per chi loca un solo immobile o porzione di immobile.
Regime fiscale dell’oro e beni rifugio
Sul fronte degli investimenti finanziari e dei beni rifugio, la manovra interviene sulla tassazione dell’oro fisico da investimento. Viene introdotta una revisione della tassazione sulle plusvalenze generate dalla cessione di oro fisico (lingotti e monete), per armonizzare il regime fiscale con quello applicato ad altri strumenti finanziari.
Inoltre, la plusvalenza derivante dalla cessione dell’oro, se non ricade in ambito di attività d’impresa, sarà assoggettata all’imposta sostitutiva con aliquota del 26% (come per il capital gain finanziario), anziché ricadere nel regime del 12,5% (se non dichiarato al momento dell’acquisto) o nelle aliquote ordinarie IRPEF.
Accordi e priorità: le misure confermate dal governo
Su alcune misure il governo ha già raggiunto un accordo definitivo. Questo ha permesso di fissare in anticipo alcune priorità politiche, che sono state tradotte in un primo pacchetto di interventi prima ancora dell’esame in Commissione. Le coperture finanziarie complessive ammontano a circa 35 miliardi di euro, distribuiti nel triennio 2026-2028.
In particolare, è previsto un rifinanziamento del Fondo per il Servizio sanitario nazionale, pari a 2,4 miliardi di euro aggiuntivi nel 2026, destinato soprattutto al rinnovo dei contratti del personale e al rafforzamento dei servizi sul territorio. Arrivano inoltre 100 milioni di euro aggiuntivi per il Fondo per la non autosufficienza, a sostegno delle persone più fragili e delle famiglie che se ne prendono cura.
Sul fronte dei controlli fiscali, viene potenziato l’organico dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, mentre in materia di pensioni, viene confermata la proroga della cosiddetta Quota 104, che consente l’uscita anticipata dal lavoro. La misura, tuttavia, prevede requisiti di accesso più rigidi e finestre mobili più lunghe, così da tutelare la sostenibilità del sistema previdenziale gestito dall’INPS. Si potrà andare in pensione quando età + contributi saranno = a 104, rispettando comunque soglie minime su entrambi i requisiti. Rispetto alle versioni precedenti, però, è prevista una età minima più alta (non basta avere solo molti contributi) e sono richiesti almeno 40 anni di contributi (o una soglia molto vicina).










Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it