Con oltre 70 audizioni svolte, si è chiusa la prima fase di confronto sulla manovra 2026, attualmente all’esame della 5ª Commissione del Senato. Tra i soggetti ascoltati dal Governo, ci sono i sindacati, Confindustria e il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, che hanno presentato le proprie osservazioni tecniche e proposte di modifica al disegno di legge. Il calendario dei lavori fissa al 18 novembre la scadenza per la presentazione degli emendamenti. Dopodiché la manovra dovrebbe arrivare a Montecitorio per l’approvazione entro il 15 dicembre, per poi essere trasmessa alla Camera per l’ok definitivo entro il 31 dicembre 2025. Ta le prime proposte al vaglio, ci sono diverse novità che riguardano professionisti e imprese.
Indice
- Audizioni manovra 2026: giudizi e proposte di Confindustria
- Manovra 2026, le proposte CISL: ok a detassazione e premi risultato, ma con modifiche
- CGIL più critica: chiesti interventi per istruzione, trasporti e servizi di cura
- Le proposte UIL sulla manovra 2026: detassazione anche per le PMI
- Consulenti del lavoro: sì a incentivi e semplificazione
Audizioni manovra 2026: giudizi e proposte di Confindustria
Durante le audizioni, Confindustria si è espressa giudicando manovra non adeguata a rilanciare la competitività del sistema produttivo. Il nuovo iperammortamento è valutato positivamente, ma la sua efficacia sarebbe limitata dalla durata annuale (solo per investimenti 2026) e dalla mancanza di orizzonti triennali utili alla programmazione industriale. L’associazione chiede inoltre la stabilizzazione del credito d’imposta per la ZES unica del mezzogiorno.
Preoccupazione è stata invece espressa per la nuova disciplina delle compensazioni fiscali, che dal 1° luglio 2026 vieterebbe l’uso dei crediti d’imposta agevolativi per compensare contributi INPS e premi INAIL. Secondo l’associazione, la misura avrebbe un impatto molto critico sul sistema produttivo, a fronte di un beneficio per l’erario contenuto.
Sul fronte del lavoro, Confindustria valuta positivamente le misure di detassazione dei rinnovi contrattuali e premi di produttività, ma le definisce non strutturali e quindi poco certe per la pianificazione aziendale. In particolare, propone di innalzare la soglia reddituale per la detassazione da 28.000 a 40.000 euro e di estenderla ai rinnovi siglati prima del 2025. Giudica favorevolmente invece la riduzione dell’imposta sui premi di risultato (dal 5% all’1%), ma segnala che il minor vantaggio potrebbe disincentivare la conversione in welfare aziendale.
Infine, chiede una revisione del criterio di incrementalità dei risultati per includere anche parametri legati alla sostenibilità e alla responsabilità sociale d’impresa. In materia previdenziale, l’associazione lamenta l’assenza di incentivi fiscali all’adesione ai fondi pensione, auspicando una revisione della governance e una maggiore mobilitazione del risparmio privato.
Manovra 2026, le proposte CISL: ok a detassazione e premi risultato, ma con modifiche
La CISL giudica la manovra troppo contenuta (0,8% del PIL) e priva di riforme strutturali incisive. Esprime apprezzamento per la detassazione dei rinnovi contrattuali e dei premi di produttività, ma con la richiesta di limitare i benefici ai CCNL firmati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative, per evitare fenomeni di dumping contrattuale.
Il sindacato accoglie positivamente anche l’innalzamento del tetto a 5.000 euro per i premi agevolati, chiedendo però di superare il vincolo dell’incrementalità e di includere criteri sociali e ambientali tra i parametri premianti.
Sul fronte occupazionale, la CISL chiede un riordino degli incentivi alle assunzioni, da orientare verso le imprese che assumono giovani NEET o adottano politiche di conciliazione vita – lavoro. Contrarietà invece per la misura che incentiva la trasformazione del contratto full time in part time per i genitori con tre figli, giudicata potenzialmente penalizzante per le donne.
Positivo il giudizio su iper e superammortamento, ma con la richiesta di introdurre una condizionalità occupazionale che leghi i benefici fiscali alla creazione di lavoro stabile. In ambito previdenziale, la CISL sollecita la sterilizzazione dell’aumento dell’età pensionabile e la proroga di Opzione Donna e Quota 103.
CGIL più critica: chiesti interventi per istruzione, trasporti e servizi di cura
La CGIL, pur riconoscendo alcune misure positive, considera le detassazioni e la riduzione dell’IRPEF interventi parziali. Sul fronte delle politiche per la famiglia, il sindacato contesta la temporaneità delle misure e il fatto che siano incentrate sulla maternità più che sulla genitorialità condivisa. Critiche anche alla proroga dei contratti a termine per maternità, giudicata un rischio di precarizzazione.
Il sindacato chiede per questo investimenti sui servizi di cura, ritenendo insufficienti gli incentivi economici isolati. Inoltre, propone aiuti strutturali per istruzione e trasporti. In materia di ammortizzatori sociali, la CGIL denuncia l’assenza di riforme e propone l’istituzione di uno strumento unico e universale per la gestione delle crisi industriali e occupazionali. Il giudizio complessivo della CGIL sulla manovra 2026 non è positivo: per questo ha indetto un nuovo sciopero per il 12 dicembre.
Le proposte UIL sulla manovra 2026: detassazione anche per le PMI
La UIL esprime un giudizio complessivamente positivo sulla manovra 2026 durante le audizioni. Apprezza la detassazione dei rinnovi contrattuali e dei premi di risultato. Tuttavia, come le altre sigle sindacali, propone di alzare la soglia a 40.000 euro per ampliare la platea dei beneficiari.
Sottolinea inoltre la scarsa diffusione della contrattazione di secondo livello, chiedendo un intervento strutturale che estenda la detassazione anche alle PMI, trasformandola da misura episodica in leva permanente di redistribuzione salariale. Il sindacato insiste sul principio che gli incentivi debbano essere condizionati all’applicazione dei CCNL rappresentativi e all’aumento dell’occupazione stabile, con controlli trasparenti e verifiche ex post.
Consulenti del lavoro: sì a incentivi e semplificazione
Il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro (CNODL) si concentra sulle misure di impatto diretto su lavoro, previdenza e fisco, esprimendo un giudizio complessivamente positivo, ma avanzando proposte di semplificazione.
Il CNODL condivide le richieste di innalzamento della soglia di reddito per la detassazione a 40.000 euro. Poi sollecita una rapida definizione dei criteri attuativi per gli incentivi ZES, indispensabili per la pianificazione aziendale. In ambito previdenziale, propone di riaprire il “semestre di silenzio-assenso” per la destinazione del TFR ai fondi pensione e di consentire lo smobilizzo del TFR pregresso per le imprese oltre i 50 dipendenti.
Critiche invece alla limitazione generalizzata dell’uso dei crediti fiscali e alla norma, che subordina il pagamento dei compensi professionali alla verifica di regolarità contributiva. Questo, secondo i consulenti, si tradurrebbe in un aggravio burocratico per professionisti e PA. Sui temi del lavoro, i consulenti apprezzano invece la misura che incentiva la trasformazione volontaria in part time per i genitori con tre figli. Solo però se subordinata alla richiesta del lavoratore e non imposta d’ufficio.










Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it