Legge di Bilancio 2026 oggi in Cdm: come cambiano pensioni, IRPEF e sanità

Il Governo definisce la sua strategia economica per il triennio 2026-2028.

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Legge di bilancio 2026 in Cdm

Oggi pomeriggio, il Consiglio dei ministri si riunisce a Palazzo Chigi per dare il primo via libera ufficiale ai lavori per la legge di Bilancio 2026. Non si tratta ancora del testo definitivo della manovra fiscale, ma delle sue linee programmatiche: il cosiddetto Dpb (Documento programmatico di bilancio) da trasmettere all’UE entro il 15 ottobre. Dal taglio di alcuni incentivi alla riforma IRPEF per il ceto medio, dal pensionamento anticipato alla rottamazione per sanare i debiti col Fisco: le misure previste potrebbero subire lievi variazioni. Tra queste, anche quella sul contributo in arrivo dalle banche: un prelievo tra 3 e 4 miliardi. Il testo definitivo sarà trasmesso in parlamento giovedì.

Manovra 2026 e riforma del ceto medio: IRPEF, ISEE e rottamazione

Il Governo intende intervenire sul ceto medio, da una parte abbassando le tasse, dall’altra favorendo l’accesso a sussidi e canali preferenziali per la regolarizzazione delle inadempienze con il Fisco. L’esecutivo punterà al taglio del cuneo fiscale, ovvero alla riduzione graduale delle aliquote IRPEF, alleggerendo in particolare la pressione sui redditi fino a 50.000 euro (o 60.000 euro in caso di famiglie con più figli).

L’ipotesi sul tavolo è anche quella di far uscire dal calcolo ISEE la prima casa, orse fissando un tetto per il valore catastale. Ciò consentirebbe a parte degli attuali esclusi di beneficiare di bonus e assegni familiari unici di importo più elevato.

Sanatoria fiscale 2026: le rate

Per quanto riguarda la rottamazione, ovvero la possibilità di compensare i debiti accumulati con il Fisco, dopo la prima ipotesi di una dilazione in 10 anni e la seconda della dilazione in 8 anni, arriva quella più accreditata: una rottamazione delle cartelle su 9 anni e 108 rate. Per gli importi più elevati, si prevede un acconto del 5%.

Legge di Bilancio 2026: i bonus confermati

Tra i bonus confermati con la legge di Bilancio 2026 dovrebbe esserci intanto il bonus mamme lavoratrici, un contributo fino a 480 euro per chi ha almeno due figli, destinato adesso pure alle titolari di partita IVA. A patto che, però, non siano in regime forfettario. E poi il credito d’imposta per ricerca e sviluppo, la Nuova Sabatini per l’acquisto di macchinari, impianti e tecnologie digitali, nonché la decontribuzione per le assunzioni di under 35 e lavoratori svantaggiati.

Confermati pure il bonus nido, la Carta dedicata a te e il bonus ristrutturazione al 50% per le prime case.

Manovra 2026, come cambiano le pensioni

Sul fronte delle pensioni, il Governo intende evitare un ritorno secco alla legge Fornero. Tra le ipotesi c’è la proroga di quota 103, che riconosce il pensionamento anticipato al raggiungimento di 62 anni e con 41 di contributi, ma con modifiche sui coefficienti di calcolo. Confermati, ma anche questi in versione rivista, Opzione donna e Ape sociale. Si discute inoltre di incentivi per chi resta al lavoro e di un possibile ritocco alla perequazione automatica, una sorta cioè di bonus Giorgetti, ma a condizioni diverse per contenere la spesa.

Infine, la legge di Bilancio 2026 dovrebbe destinare nuove risorse alla sanità per ridurre le liste d’attesa, rafforzare le tutele per il personale sanitario e sostenere l’ammodernamento tecnologico delle strutture ospedaliere, anche in continuità con i fondi PNRR.

Cosa ne pensano le parti sociali e l’opposizione

Dopo l’incontro del 10 ottobre a Palazzo Chigi tra il Governo e le parti sociali, la Confederazione sindacati europei (CSE) ha fatto presente che l’intera manovra, stimata in circa 16 miliardi di euro e con una previsione di crescita del PIL molto contenuta (+0,1%), non avrà margini per grandi slanci, ma dovrà concentrarsi sull’equità.

Il fronte sindacale CSE ha richiesto un cambio di rotta strategico nella politica fiscale, insistendo sulla lotta all’evasione e respingendo i condoni. Tra le richieste, un rafforzamento della sanità pubblica, l’innalzamento della soglia di esenzione dal ticket, ferma da vent’anni, e una riforma delle pensioni più flessibile in uscita e più organica.
Le opposizioni attaccano il Governo sostenendo che si tratti di un bilancio austero che non favorirebbe la crescita del Paese e che risparmierebbe per poter destinare, invece, maggiori risorse alle spese militari.

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