Negli ultimi anni l’Italia è invecchiata sempre di più, con un mercato del lavoro sempre più sbilanciato verso le fasce sopra i 50 anni. C’è poco spazio per i giovani, spesso assunti con contratti precari e con stipendi bassi. Eppure, come hanno spiegato i rappresentanti dell’Istat nel corso dell’audizione sul DPFP, i dati confermato che l’inserimento di giovani con competenze digitali nelle aziende non è soltanto una questione di equità generazionale, ma un investimento strategico per la crescita e la produttività.
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Over 50 nelle imprese: i dati
“Un tema che è stato sottovalutato è che nelle aziende che devono garantire la crescita e la produttività c’è una piramide demografica che è spostata verso i 50enni”, hanno dichiarato i tecnici in audizione. Eppure, l’Italia è un Paese che dovrebbe puntare sui giovani, in quanto capitale umano essenziale. Il motivo è presto spiegato: “Nell’ultimo rapporto annuale (dell’Istat, ndr) è stato visto come l’inserimento di giovani con skill digitali nelle aziende determina un incremento della produttività, quindi assumere giovani conviene“.
I dati ufficiali infatti lo confermano. Secondo il rapporto, pubblicato nel 2025, è quasi raddoppiata l’incidenza dei lavoratori di 55 anni rispetto a quelli con meno di 35 anni. Questo espone le imprese al “mancato ricambio generazionale”. Ovvero, nelle realtà dove il rapporto tra addetti ≥ 55 anni e addetti < 35 anni supera 1,5, (che sono quasi il 30,2% in Italia) il rischio a cui ci si espone è che una parte significativa del personale vada in pensione senza che ci sia altra forza lavoro pronta a sostituirla.
Inoltre, non bisogna sottovalutare che con poche presenze giovani, si riducono le spinte all’innovazione, alle nuove idee e persino l’adozione di nuove competenze tecnologiche è limitata.
Perché conviene assumere giovani
Un altro tema portato al centro del dibattito riguarda il contributo qualitativo del lavoro, non solo quantitativo. E questo risponde immediatamente alla domanda: perché assumere giovani nelle imprese conviene rispetto agli over 50? Per la produttività, perché la presenza di risorse under 35 con competenze digitali, secondo l’Istat, può determinare la crescita di un’azienda e fare la differenza rispetto alla concorrenza.
È un punto centrale, soprattutto in un contesto come quello italiano in cui, sempre secondo i dati pubblicati dall’Istituto, c’è stata una riduzione della produttività del lavoro per occupato dell’0,9 % e dell’1,4% per ora lavorata nel 2024. Questi dati mostrano che non basta assumere di più per produrre di più, ma bisogna puntare sulla qualità e su persone con competenze digitali e in grado di andare al passo con innovazione e digitalizzazione dei processi.
La retribuzione inadeguata: salari reali in picchiata
L’Italia, secondo gli esperti, deve cambiare passo e puntare con decisione sul valore, attirando giovani con salari più alti e opportunità concrete. Nel marzo 2025 le retribuzioni contrattuali reali sono cresciute, ma solo del 4% in termini nominali rispetto all’anno precedente e, inoltre, restano circa l’8% al di sotto rispetto a gennaio 2021. Inoltre, i report Istat indicano che, nel complesso del periodo 2019-2024, i salari reali hanno perso circa il 10,5% di potere d’acquisto, sotto la spinta dell’inflazione.
In un Paese che fa i conti con il crollo demografico e dove, per questo motivo, le nuove generazioni sono sempre più scarse, il capitale umano diventa un bene prezioso e va “trattato con i guanti bianchi”, come hanno suggerito i tecnici in audizione.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it