Cambiamo aria, tutti a Dubai: perché molti investono negli Emirati Arabi Uniti

Molte persone oggi guardano a Dubai e agli Emirati Arabi per aprire un'attività o investire. Le opportunità ci sono, ma bisogna sapere come muoversi.

di Alfredo Piccaluga

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Negli ultimi anni gli Emirati Arabi Uniti, in particolare Dubai ed Abu Dhabi, sono entrati nell’immaginario collettivo alla stregua di amalgama tra Zurigo (le sue banche e la sua fiscalità) e Las Vegas (i suoi divertimenti ed eccessi).

Il luccichio del lusso, dei petrodollari e dei ricchi sceicchi che girano in supercar, fra palazzi da Mille e una notte e paradisi fiscali.

A questo si sono aggiungi negli ultimi anni tanti roboanti annunci di falsi guru, imprenditori e marketer, che dai loro palazzi di Dubai fanno soldi online aprendo e-commerce in dropshipping o lavorando con il telefono.

Risultato: la città sta attraendo un’armata Brancaleone di italiani che, scemato l’entusiasmo iniziale, rischia di rientrare in patria senza aver ottenuto risultati appetibili.

Non tutto è da buttare, anzi. Le opportunità ci sono e sono molte. Solo che per coglierle bisogna essere preparati.

Emirati Arabi (UAE), un luogo molto particolare

In molti hanno le idee un po’ confuse in merito alla geografia propria della penisola araba. Spesso si riferiscono alla somma di tutti gli Stati che affacciano sul golfo quando ne parlano, o ancor più spesso confondono i sauditi con gli emiratini. Sbagliano.

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fonte: Wikipedia

In realtà gli Emirati Arabi Uniti (EAU) sono situati nella parte orientale della penisola arabica, lungo la costa sud-orientale del Golfo Persico. Si tratta di una Confederazione di 7 Emirati:

  1. Abu Dhabi;
  2. Dubai;
  3. Sharjah;
  4. Ajman;
  5. Umm Al-Qaywayn;
  6. Ra’s Al Khaimah;
  7. Fujairah.

Abu Dhabi è la capitale degli EAU ed il più grande Emirato. Il “potere politico” è quindi collocato principalmente qui.

Dubai per contro, anche se è più popolare e famoso a livello internazionale, ha un’attrattiva di tipo diverso. Incide più a livello economico e turistico.

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Investire a Dubai, il nuovo trend

Investire a Dubai è come entrare in una dimensione parallela, un mondo di opportunità che potrebbe sembrare estraneo all’inizio, ma che nasconde un potenziale enorme.

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Burj Khalifa di Dubai

Nel cuore di Dubai, c’è una città costruita su sabbie scintillanti caratterizzata da grattacieli giganteschi. Questa città delle meraviglie è un’oasi di lusso e opulenza nel deserto, un mondo sospeso tra il passato e il futuro, tra tradizione e innovazione.

Ma ciò che rende Dubai un luogo da sogno per gli investitori è la sua audacia.

Gli Emirati Arabi Uniti hanno creato un ambiente dove il business può prosperare come una pianta in piena fioritura.

Fisco, Diritto, Banche: perché Dubai piace al business

Tasse basse o addirittura nulle, un sistema legale stabile e regolamenti flessibili. Sembra quasi che Dubai sia stato creato per gli intraprendenti.

Il sistema finanziario è adeguato e dispone anche di filiali di alcuni istituti di credito italiani, anche se pochi invero.

Burj al-Arab, l’hotel iconico di Dubai

C’è una forte modernizzazione dei servizi pubblici, che si traduce, tra l’altro, nell’eliminazione della carta e nella digitalizzazione di tutta la modulistica.

La moneta ufficiale è il Dirham e l’industria petrolifera è la principale componente del PIL (30%).

Ma attenzione: l’economia sta ora cercando di smarcarsi da una dipendenza così forte dal mercato degli idrocarburi, ed è per questo che stiamo entrando in gioco noi forestieri. Occidentali e non.

Dimentichiamoci però l’idea di esportare auto, pizza, vini o abiti di alta moda. Non perché non piacciano, sono anzi ambiti, ma saremmo ora banali. Le nostre grandi case automobilistiche, stilistiche ed enogastronomiche sono già arrivate.

C’è ancora spazio certo, ma gli Emirati Arabi stanno puntando nei settori economici più disparati e variegati tra cui:

  • agricoltura tecnologica;
  • settore farmaceutico e sanitario;
  • sicurezza cibernetica;
  • intelligenza artificiale;
  • energie rinnovabili;
  • automazione industriale;
  • mobilità sostenibile;
  • scienze della vita;
  • costruzioni edili (c’è un vero boom immobiliare);
  • economia circolare.

Ci sono progetti straordinari come le isole artificiali in forma di palme e il Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo, che si ergono come icone di grandezza e ambizione. Ma non sono solo costruzioni.

Dubai è diventata un hub globale per il commercio, la tecnologia, il turismo e il settore finanziario. C’è un’energia e un’apertura a nuove idee che ti fanno sentire come se fossi nel bel mezzo di un sogno stimolante.

Per cui a fronte di una scelta così vasta, è opportuno pensare in grande e studiare con le giuste tempistice e con il giusto impengo l’iniziativa imprenditoriale prima di cimentarvisi.

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Dubai è un posto sicuro per gli investitori?

Questo aspetto viene spesso sottovalutato.

Il sistema giuridico degli Emirati Arabi è una sorta di “misto civil law islamico”. In sostanza trae fondamento tanto dal Codice Napoleonico, nella versione mutuata dall’Egitto, quanto dalla Sharia islamica.

Sono due sistemi giuridici molto diversi. L’uno si ispira al nostro medesimo sistema di diritto mentre l’altro trae fondamento dal Corano. Peraltro in modo rigoroso.

Il civil law per intenderci è quello in uso in Italia e si contrappone al common law anglosassone che è l’altro sistema giuridico occidentale.

Le due fonti convivono anche grazie al fatto che la Sharia viene applicata nella sostanza per lo più al diritto penale e al diritto di famiglia (eredità, divorzi, etc).

Va detto che il sistema giuridico, per quanto bizzarro ai nostri occhi e tutt’altro che semplice da comprendere in modo immediato, si distingue per una certa efficienza.

Da un punto di vista strutturale, gli Emirati Arabi Uniti sono una federazione di Monarchie Assolute ereditarie, sette in tutto. Ciascuna di esse, pur assoggettandosi all’autorità del governo federale, mantiene una propria autonomia e dispone di poteri in determinate aree.

Si tratta quindi di un sistema particolare, unico nel suo genere, nel quale convivono funzioni tipiche di sistemi di governo diversi. Teologia e Diritto, Sovrani e Presidenti, Primi ministri e regnanti.

Appare contradditorio certo ma è uno stato relativamente giovane avendo ottenuto l’indipendenza dal Regno Unito solo nel 1971. Per cui è tutto sommato naturale questa fase.

Per tornare al senso di sicurezza percepito. e capire come collocare gli Emirati in un paragone, possiamo forse prendere a riferimento il Democracy Index 2020. Ebbene in questa elencazione l’Economist Intelligence Unit classificava gli Emirati al 148°, con un punteggio di 2,70 (dove 0 rappresenta i regimi autoritari e 10 le democrazie complete).

Pur trattandosi di un valore puramente indicativo, va da se che non ci si possa approcciare a questi luoghi attendendosi una forma mentis analoga alla nostra.

Bisogna essere cauti ed osservanti degli usi locali. Detto questo, Dubai e gli Emirati Arabi Uniti sono un posto abbastanza sicuro per gli investimenti in questo momento.

Banalmente per quanto aperti sotto molto aspetti all’Occidente, sono oggi in una fase di transito che li vede a cavallo tra due mondi.

Dubai è davvero un paradiso fiscale?

Quasi.

Negli Emirati Arabi Uniti (EAU) le tasse sono generalmente basse o talvolta assenti e possono variare in base alla residenza fiscale e al tipo di attività svolta.

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L’Imposta sul reddito delle persone fisiche (che da loro è la Personal Income Tax) è generalmente inesistente. Tuttavia, alcuni Emirati, come Dubai, hanno introdotto tasse locali sul reddito per determinate categorie di individui, ad esempio professionisti e liberi professionisti.

Inoltre esiste l’imposta sulle società (ossia la loro Corporate Income Tax). Tuttavia, molte zone franche e zone economiche speciali offrono vantaggi fiscali e agevolazioni per incoraggiare gli investimenti stranieri.

Le zone franche, o Free Zone, sono aree designate all’interno del paese che offrono vantaggi e incentivi alle aziende straniere e locali per stabilire e condurre le loro attività commerciali.

Chiaro che un suggerimento abbastanza generalizzato dato a noi occidentali è quello di aprire le nostre sedi in queste zone. I vantaggi fiscali sono concreti.

Aprire un’attività a Dubai e lavorare dall’Italia

Peraltro è anche possibile lavorarci dall’Italia. È infatti possibile per una partita iva italiana effettuare prestazione di servizi negli Emirati Arabi ad esempio.

Se le prestazioni vengono effettuate in Italia ma in favore di un cliente emiratino, non verrà richiesta nessuna autorizzazione negli Emirati e neppure ci sarà bisogno di una “stabile organizzazione negli UAE” (Fixed Establishment).

IVA a Dubai: 5%

Tornando al paragone fiscale, l’imposta sul valore aggiunto IVA (ossia la oro Value Added Tax) è stata introdotta recentemente (nel 2018) ed ha un tasso standard del 5%. Ma non si applica sempre e non su tutto.

Vi sono poi tasse immobiliari, tasse sul turismo, tasse sull’importazione di alcuni prodotti (alcool e tabacco in particolare), etc.

Ma generalmente sempre più modeste di quelle nostrane.

In breve possiamo sintetizzare che la situazione fiscale negli Emirati Arabi Uniti può variare tra gli Emirati stessi, con alcune leggi fiscali locali che differiscono da quelle a livello federale. Inoltre, le zone economiche speciali e le zone franche offrono spesso agevolazioni fiscali per le imprese e gli investitori.

Insomma: anche la fiscalità emiratina è un mondo a sé, che va studiato con attenzione con l’aiuto di un tramite formato.

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Si parte quindi! Ma come si avvia un’attività a Dubai?

Dubai è una zona di contrasti, dove il lusso e la povertà si sfiorano appena. Dietro il luccichio delle strade principali e dei centri commerciali di lusso, ci sono quartieri meno sfavillanti dove il duro lavoro e la dedizione sono la norma.

Investire a Dubai è un po’ come un viaggio in una terra incantata, con mille opportunità, ma anche con i propri pericoli. La chiave è l’audacia e la determinazione, così come la conoscenza delle leggi e delle usanze locali.

Quindi se si ha il coraggio di affrontare l’ignoto e il desiderio di creare una storia di successo, Dubai potrebbe essere l’avventura più epica.

Ma prima di avventurarsi in un contratto o anche solo in un viaggio in loco, è bene documentarsi con cura. Attenzione a non affidarsi al primo venuto né ad accondiscendere a proclami sensazionalistici incrociati on line.

Sono pochissimi i professionisti esperti in Italia che possano realmente accompagnarci in questa impresa. Per lo più pochi commercialisti selezionati.

Dubai è un’enorme spiaggia apparentemente semivuota ma con un passato misterioso e un futuro pieno di promesse.

Buon viaggio!

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Alfredo Piccaluga

Commercialista di Torino

Dottore in Economia ed in Giurisprudenza. Gestore crisi da sovraindebitamento. Representative Camera di Commercio di Dubai in Italia

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