Nuovi controlli dell’Agenzia delle Entrate: chi rischia di ricevere l’avviso e perché

Chi riceve la comunicazione ha la possibilità di correggere gli errori beneficiando di sanzioni ridotte, in base alla tempestività dell'intervento.

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È stata annunciata un’altra tornata di controlli incrociati da parte dell’Agenzia delle Entrate, ma non è il solito accertamento a sorpresa. Lo ha comunicato l’AdE il 9 ottobre, attraverso la sua rivista d’informazione Fisco Oggi.

Stavolta, l’approccio è “preventivo”, per scovare anomalie nelle dichiarazioni IVA del 2023 confrontando i dati trasmessi dai contribuenti con quelli che il Fisco già possiede, grazie al sistema delle fatture elettroniche e dei corrispettivi giornalieri.

Se qualcosa non torna, non arriva subito una sanzione, ma un avviso, per dare la possibilità ai diretti interessati di correggere il tiro e mettersi in regola, usufruendo di sanzioni ridotte.

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Dove e come arriveranno gli avvisi

Le segnalazioni di anomalie saranno inviate tramite PEC e contemporaneamente rese disponibili nel cassetto fiscale, accessibile dall’area riservata del sito dell’Agenzia delle Entrate. In “Fatture e Corrispettivi”, invece, saranno visibili i dettagli delle operazioni e dei dati oggetto di verifica.

Questo meccanismo di comunicazione preventiva non è nuovo ma è stato introdotto dalla Legge di Stabilità 2015, per diverse tipologie di imposte (come IRPEF e IRES), in modo da consentire la verifica e l’eventuale regolarizzazione senza avviare immediatamente un accertamento.

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Chi rischia

Gli avvisi riguarderanno solo il periodo d’imposta 2023 e saranno inviate ai soggetti per i quali l’Agenzia ha riscontrato disallineamenti tra i dati indicati nella dichiarazione annuale IVA e le operazioni effettivamente trasmesse attraverso le fatture elettroniche e i corrispettivi telematici.

Sarà un sistema di controllo automatizzato a mettere a confronto le informazioni per individuare possibili anomalie, come ad esempio importi dichiarati inferiori a quelli risultanti dalle fatture elettroniche emesse o ricevute. mancate registrazioni di corrispettivi giornalieri e errori di compilazione o omissioni che possono alterare la liquidazione Iva.

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Cosa deve fare chi riceve la comunicazione

Ricevere una comunicazione di anomalia non significa essere sanzionati automaticamente, poiché di fatto si tratta di un invito a verificare la correttezza dei dati dichiarati e oggetto del controllo.

Il contribuente che riceve un avviso, direttamente o tramite il suo consulente fiscale, può allora accedere al proprio cassetto fiscale e verificare nel dettaglio le informazioni e richiedere chiarimenti all’Agenzia delle Entrate, fornendo eventuali elementi che giustificano la discrepanza (ad esempio, errori formali o operazioni non imponibili).

Consultare il proprio commercialista, un CAF o altri servizi è il primo step per capire l’errore. Se si tratta di un falso illecito, il professionista o l’ufficio provvederanno a inoltrare comunicazione all’AdE per un’ulteriore verifica. Quando l’Agenzia avrà completato il secondo controllo, manderà una notifica correttiva confermando la chiusura dell’accertamento.

Se invece non si tratta di un errore e che l’avviso è legittimo, la strada possibile è quella della regolarizzazione spontanea attraverso ravvedimento operoso, beneficiando di sanzioni ridotte in base alla tempestività dell’intervento.

Ravvedimento operoso

Il ravvedimento operoso è uno strumento previsto dalla legge che consente di correggere errori o omissioni nei versamenti e nelle dichiarazioni fiscali, usufruendo in questo modo di una riduzione progressiva delle sanzioni. Il contribuente agisce in fretta, più la sanzione si riduce.

Ad esempio se la regolarizzazione avviene entro 30 giorni, la sanzione è pari a 1/10 del minimo, entro 90 giorni, 1/9 del minimo, entro un anno, 1/8 del minimo, e così via.

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