Capitale circolante netto: cos’è, come si calcola e cosa indica

Per conoscere la situazione finanziaria di un’azienda, uno degli indicatori da prendere in considerazione è il capitale circolante netto. Questo dato indica se l’attività è in grado di far fronte ai propri debiti a breve termine. Leggi la guida per scoprire come si calcola.

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Capitale circolante netto
  • Il capitale circolante netto, anche detto CCN, esprime la capacità dell’azienda di gestire l’attività operativa corrente d’impresa.
  • La formula base per calcolare il capitale circolante è: “Capitale circolante = attività correnti – passività correnti”.
  • Ci sono tre tipi di capitale circolante: il Capitale Circolante Netto (o CCL), il Capitale Circolante Commerciale (o CCC) e il Capitale Circolante Netto Operativo (o CCNO).

Il capitale circolante netto è un indicatore molto importante per le aziende, perché permette di conoscere lo stato di salute economica dell’attività.

Ogni imprenditore, infatti, dovrebbe tenere sotto controllo questo valore in modo da misurare la capacità della propria azienda di far fronte ai propri debiti a breve termine e, inoltre, di investire nella crescita dell’azienda.

Per calcolare questo indicatore occorre tenere in considerazione alcune voci, relative sia alle entrate che alle uscite correnti. Per “corrente” si intende il periodo pari o inferiore ai 12 mesi.

Capitale circolante netto: cos’è

Il capitale circolante netto, anche detto CCN o, nella denominazione inglese Net Working Capital, NWC, è un valore che rappresenta la differenza tra le attività correnti e le passività correnti che fanno parte dello stato patrimoniale.

Il CCN indica la capacità del management di gestire l’attività operativa corrente d’impresa. Si tratta della differenza algebrica tra le attività correnti di un’azienda e le sue passività correnti.

Le attività e passività a breve termine devono presentare le seguenti caratteristiche:

  • non  devono essere finanziarie;
  • sono relative al core business
  • sono di natura monetaria (non contabile).

Di conseguenza, questo indicatore permette la misurazione della liquidità, dell’efficienza operativa e della salute finanziaria a breve termine dell’azienda.

Questo valore permette, inoltre, di verificare l’equilibrio finanziario di un’impresa nel breve termine e offre un’analisi sullo stato di salute aziendale.

Questo dato fa parte dello stato patrimoniale di un’azienda e permette di capire se l’azienda è in grado, o meno, di far fronte alle spese correnti.

A differenza del capitale fisso, che è rappresentato dall’insieme dei beni durevoli che costituiscono una fonte redditizia nello svolgimento di un’attività produttiva, il capitale circolante è costituito dagli investimenti a breve tempo di recupero.

A cosa serve calcolare il capitale circolante netto

Con il CCN, o capitale circolante netto, è possibile capire se l’azienda è in grado di pagare i suoi debiti a breve termine come, ad esempio, le fatture, ricorrendo alla liquidità corrente, immediata o differita.

Avere un capitale circolante netto positivo è segno di una buona salute economica dell’azienda. Infatti, le aziende possono fallire anche se a fine esercizio ottengono un utile, e ciò è dovuto al fatto che le imprese non possono fare affidamento unicamente sui profitti futuri per pagare le spese e i debiti che devono essere pagati nell’immediato.

Tuttavia, occorre precisare che questo dato non è l’unico indicatore da prendere in considerazione per valutare lo stato di salute di un’azienda.

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Capitale circolante netto: tipologie

Vi sono tre diverse tipologie di capitale circolante, e sono:

  • Capitale Circolante Lordo, o CCL: è un dato risultante dalla somma delle liquidità immediate, liquidità differite e disponibilità. Questo indicatore rappresenta l’insieme delle attività circolanti dello stato patrimoniale che tiene conto delle disponibilità di cassa e banca, dei crediti entro l’esercizio corrente e le rimanenze di magazzino. Il capitale circolante lordo è la somma delle voci dell’attivo patrimoniale a breve termine, vale a dire:
    • liquidità immediate;
    • liquidità differite;
    • disponibilità;
  • Capitale Circolante Commerciale, o CCC: è costituito dalla somma tra crediti commerciali e scorte di magazzino a cui si sottraggono i debiti commerciali. Il capitale circolante commerciale rappresenta il fabbisogno finanziario netto generato dal ciclo operativo di un’impresa dal punto di vista commerciale;
  • Capitale Circolante Netto Operativo, o CCNO: considera unicamente la gestione caratteristica dell’azienda e per cui non vengono sottratti dal calcolo i debiti verso banche a breve termine. Per calcolare il CCNO la formula è la seguente: “Capitale Circolante Netto Operativo = (liquidità immediate + liquidità differite + rimanenze) – debiti non finanziari a breve”.

Capitale circolante netto: come si calcola

Il capitale circolante netto (CCN) è la differenza tra le attività correnti e le passività correnti di stato patrimoniale. Tra le attività correnti rientrano:

  • crediti verso clienti;
  • rimanenze finali in magazzino;
  • cassa o contanti;
  • ratei e risconti attivi.

Le passività correnti da tenere in considerazione, invece, sono:

  • debiti verso fornitori;
  • debiti di natura operativa o stipendi;
  • imposte da pagare;
  • ratei e risconti passivi.

La formula per caricare il capitale circolante netto è la seguente:

“Capitale circolante = attività correnti – passività correnti”.

Di conseguenza, se un’azienda ha attività correnti pari a 100.000 euro e passività correnti per un totale di 80.000, il suo capitale circolante è pari a 20.000 euro.

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Capitale circolante netto positivo: cosa significa

Avere un capitale netto circolante positivo è un segnale che indica che l’impresa è solida e che, di conseguenza, è capace di far fronte agli impegni di breve termine, finanziare le operazioni correnti e investire anche in attività future.

Tuttavia, occorre precisare che avere un capitale circolante positivo non è in tutti i casi un buon segnale. Infatti, a volte può voler dire che l’azienda ha troppe scorte in magazzino che potrebbero non riuscire a generare liquidità nell’immediato, oppure che l’attività non sta investendo la liquidità in eccesso.

In rarissimi casi il capitale circolante netto è neutro, e ciò significa che le passività correnti corrispondono alle attività correnti e che le risorse finanziarie coprono gli investimenti.

Capitale circolante netto negativo: cosa significa

Cosa significa, invece, quando un’azienda ha un CCN negativo? È un brutto segno? Quando in un’azienda le attività correnti sono inferiori alle passività correnti significa che l’impresa ha un capitale circolante netto negativo e ciò significa che rischia di non riuscire a rispettare i propri obblighi verso terzi e affrontare le scadenze a breve termine.

Di conseguenza, è un indice che ci dice che l’azienda non possiede risorse sufficienti per pagare i suoi debiti e, di conseguenza, non è in grado di rimborsare i suoi creditori.

Ciò, però, non significa che in ogni caso un CCN negativo è un brutto segno o un campanello d’allarme. Infatti, un CCN negativo potrebbe essere causato da un evento non ricorrente.

Se, invece, questa situazione non è momentanea ma cronica, allora in quel caso il rischio che corre l’azienda è quello della bancarotta con conseguente chiusura della Partita Iva e dell’attività.

Questo risultato è sintomo di una tensione finanziaria in atto o imminente. Infatti, un’azienda con uno squilibrio finanziario rischia in casi estremi di finire in uno stato di insolvenza.

Se l’azienda si ritrova spesso ad avere un CCN negativo, una soluzione è un cambio di strategia, ma prima è fondamentale capire quali sono le cause di questi risultati e studiare la dinamica  dell’assorbimento della cassa.

Capitale circolante netto – Domande frequenti

Cosa si intende per capitale circolante netto?

Il capitale circolante netto, o CCN, è la differenza tra le attività correnti e le passività correnti rappresentate nello stato patrimoniale. Leggi la guida per sapere cosa significa se il CCN è negativo.

Come si calcola il capitale circolante?

Per calcolare il CCN la formula da utilizzare è la seguente: “Capitale Circolante Netto Operativo = (liquidità immediate + liquidità differite + rimanenze) – debiti non finanziari a breve”.

Cosa succede se il CCN è negativo?

Un CCN negativo indica che i flussi finanziari attivi e passivi non seguono correttamente il ciclo produttivo e che l’azienda potrebbe non essere in grado di far fronte alle spese correnti.

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Ilenia Albanese

Esperta di finanza personale e lavoro digitale

Copywriter specializzata nel settore della finanza personale, con esperienza pluriennale nella creazione di contenuti per aiutare i consumatori e i risparmiatori a gestire le proprie finanze.

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