Trasmettere le competenze: quanto è importante per uno studio di commercialisti

Per gli studi di commercialisti trasmettere le competenze è un fattore importante: ecco quali sono i metodi tradizionali e quelli moderni.

di Giovanni Emmi

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Trasmettere competenze commercialisti
  • La trasmissione delle competenze è importante per uno studio professionale di commercialisti, tuttavia ad oggi le modalità si sono differenziate rispetto al passato.
  • L’evoluzione del mercato ha comportato numerosi cambiamenti anche per gli studi di commercialisti.
  • Ad oggi la trasmissione delle competenze avviene anche tramite la rete.

La trasmissione delle competenze è sempre stato un elemento centrale nell’attività di uno studio professionale, per finalità utili alla struttura, ma anche per un’applicazione pratica della ricerca e dell’approfondimento di materie che rappresentano il core dell’attività professionale.

Tutti i professionisti sono degli studiosi, tra essi il commercialista è chiamato a un aggiornamento quasi giornaliero, se è specializzato nella tecnica o nel diritto tributario. Le norme giuridiche si succedono rapidamente e l’approfondimento è necessario.

Anche i commercialisti specializzati in consulenza del lavoro, valutazione d’azienda, revisione legale, hanno necessità di approfondimenti e formazione continua, sui temi generali della professione e specifici del loro settore, per esigenze di mercato e obblighi deontologici di categoria.

Trasmissione delle competenze: obiettivi e modalità

All’interno dello studio, la trasmissione delle competenze verso i collaboratori risponde alla necessità di gestire al meglio l’attività quotidiana di lavoro, ma una fetta importante del tempo dedicato alla trasmissione delle competenze, in uno studio di stampo tradizionale, era verso i praticanti o i giovani professionisti.

La trasmissione delle informazioni e, più d’ogni altra cosa, delle esperienze del dominus, si tramanda in prevalenza in forma orale. I testi sui quali studiare, i case study, i contatti personali e professionali, nello studio tradizionale erano argomento e materiale da trasmettere al “garzone professionale” che, in un percorso di crescita e avvicinamento, aspirava a diventare il commercialista del futuro.

Nel terzo millennio la trasmissione della competenza ha assunto un significato e modalità diverse rispetto al passato, per i cambiamenti e gli aggiornamenti tecnologici e per un approccio nuovo al mercato della professione.

Lo studio e l’approfondimento rapido, per via di una crescita dei canali di formazione e informazione, hanno modificato il modello della trasmissione orale come strumento principale di conoscenza.

In rete si possono reperire facilmente e, il più delle volte, gratuitamente, moltissime informazioni, modelli, case study, ecc. Il ruolo del dominus nella trasmissione delle competenze non è più così centrale nel processo di crescita del giovane professionista. 

A questo si aggiunga un elemento non secondario che riguarda l’evoluzione del mercato e l’approccio del commercialista in modo proattivo. Cambia il punto di vista delle competenze da trasmettere.

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Trasmissione delle competenze: la flessibilità

Ad oggi se il trend di mercato è per un ambito professionale non trattato nello studio, che i professionisti devono approfondire contemporaneamente, è molto probabile che la plasticità della mente di un giovane piuttosto che di uno meno giovane possa favorire l’attecchimento e la crescita di nuove competenze professionali.

Resta una differenza sostanziale sull’esperienza di vita che, per il naturale scorrere degli anni, dovrebbe far propendere verso una persona anagraficamente più matura.

Quest’ultima affermazione potrebbe essere rivista alla luce di una riflessione numerica, da commercialista molto semplice.

Un commercialista di cinquant’anni, che ha redatto mille bilanci nella sua carriera professionale, ha una competenza sul bilancio maggiore o minore di un professionista di sessant’anni che ne ha redatti duecento? Va fatta una valutazione del settore, della dimensione dello studio, della qualità e così via.

La comparazione è molto complicata, così come giungere a un modello standardizzato: ogni caso concreto deve essere valutato in modo specifico.

L’unico dato certo è che la tecnologia e un nuovo approccio al mercato hanno modificato il sistema di trasmissione delle competenze professionali all’interno di uno studio, tra professionisti con più anni di iscrizione all’albo e quelli di più recente iscrizione. Questo cambiamento rende necessario un nuovo approccio alla valutazione delle competenze e alla misurazione comparativa.

Come avviene la trasmissione delle competenze

Ricapitolando, nello studio professionale tradizionale la trasmissione orale delle competenze è centrale, mentre ad oggi, in uno studio moderno, l’acquisizione di informazioni e la formazione può arrivare dalla rete.

Un approccio proattivo al mercato può comportare modifiche nel core dello studio, per cui ad oggi è necessario aggiornarsi e rivedere i criteri di valutazione comparativi sulle competenze. Vediamo quali sono le principali differenze tra uno studio professionale tradizionale e uno moderno.

1. Trasmissione delle competenze nello studio tradizionale

Lo studio professionale tradizionale è una struttura centralizzata incentrata sul professionista anziano, che è quello che trasferisce le competenze ai più giovani. È un modello che punta molto sull’esperienza e sui rapporti personali.

Il percorso di crescita è indirizzato sulle competenze storiche dello studio e sull’attività formativa finalizzata a soddisfare le esigenze pratiche dello studio professionale nel breve periodo.

Il settore di specializzazione non viene variato, se non per processi law driven. La mancanza di scelte operate su analisi di mercato crea una trasmissione dell’esperienza con il metodo “da padre in figlio”, in cui il modello trasmesso è il migliore possibile e non si esce da un canovaccio scritto in modo prevedibile.

2. Trasmissione delle competenze nello studio moderno

Le difficoltà della professione legate a problemi fondamentali di mercato e/o di organizzazione hanno avviato una riflessione nella categoria molto profonda. Il risultato di questa riflessione è un cambiamento in atto che guarda di più al mercato e all’acquisizione di nuove competenze, in aggiunta a quelle trasmesse.

Cambiare un modello che, fino a oggi, ha dato buoni frutti, è sempre complicato. A volte ci si investe quando ormai è troppo tardi, per questo motivo anticipare i tempi è fondamentale per creare le premesse di un nuovo sistema di acquisizione delle competenze, che prescinda dalla trasmissione arcaica del racconto e della dimostrazione di esperienza che, tuttavia, resta un patrimonio di grande valore degli studi professionali.

È da tenere sempre presente che lo studio di commercialisti, in molte realtà, è il primo e più importante consulente delle imprese, per relazioni che vanno oltre il puro e semplice rapporto economico e professionale, con un capitale di fiducia incommensurabile.

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Giovanni Emmi

Dottore Commercialista

Commercialista dal 🧗🏾‍♀️secondo millennio, innovatore professionale nel terzo millennio🏃🏾‍♂️. Il futuro della professione del commercialista nel mio ultimo libro "dalla società alla rete tra professionisti".

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