Il Governo non ha ancora chiarito – né tantomeno messo nero su bianco – in cosa consista il Piano casa, ma valuta la possibilità di velocizzare gli sfratti degli inquilini che non pagano l’affitto per due mesi consecutivi. Questa è l’ipotesi contenuta nel ddl “sfratti veloci” presentato dal senatore di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi. L’obiettivo sarebbe triplice: ridurre i contenziosi per la causa; aiutare i proprietari a disporre nuovamente del proprio immobile se l’inquilino diventa moroso; ridurre il numero di affitti brevi, ritenendo che una fetta di questi sia tale per necessità di tutela da parte dei proprietari.
Ddl sfratti veloci, cosa cambia
Il ddl sfratti contiene 5 articoli e introduce l’opportunità per i proprietari di immobili di avviare una procedura amministrativa speciale per ottenere indietro la casa in affitto in caso l’inquilino saltasse il pagamento di almeno due canoni mensili consecutivi.
A differenza del procedimento civile ordinario – notoriamente lungo – l’iter consentirebbe l’intervento dell’ufficiale giudiziario, con un’istituzione creata ad hoc: l’Autorità per l’esecuzione degli sfratti (Aes), ente nazionale pubblico facente capo al ministero della Giustizia.
Come agisce l’Aes
Il ddl sfratti assegna all’Aes il compito di intimare all’inquilino il rilascio dell’immobile in sette giorni o saldare il dovuto entro 15. Dopodiché si passa all’esecuzione dello sfratto entro 30 giorni, con una proroga possibile a 90 giorni.
Ddl sfratti veloci, cosa succede con inquilini con ISEE inferiore a 12 mila euro
Se l’inquilino in questione ha un ISEE inferiore a 12 mila euro, oppure è stato licenziato per crisi aziendale, si è appena separato dal coniuge o è stato colpito da una grave malattia, il proprietario deve fare ricorso al Fondo nazionale per l’emergenza abitativa.
Se sono present fragili – come minori o anziani, non autosufficienti e disabili, l’Aes deve interpellare i servizi sociali e trovare con loro una soluzione alternativa.
E se il proprietario mente?
Il proprietario che non dice il vero, cioè che dichiara una falsa morosità, presentando documenti contraffatti o omettendo intenzionalmente di indicare pagamenti effettuati, è soggetto a conseguenze poco piacevoli. Lo stesso vale per le procedure avviate per scopi speculativi. In questi casi la sanzione prevista va dai 5 mila ai 20 mila euro.










Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it