Ddl Concorrenza approvato in Senato, dalla sanità privata ai parrucchieri: cosa cambia per imprese e professionisti

L'approvazione annuale di questo disegno di legge rappresenta una delle milestone del PNRR sulle riforme per la competitività

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DDL concorrenza

Dal Senato arriva l’ok al ddl Concorrenza. Il provvedimento introduce nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico, per maggiori garanzie di trasparenza da parte di fondazioni e centri che gestiscono fondi pubblici, per gestire in modo più efficiente i servizi pubblici regionali. Novità in arrivo pure per le società tra professionisti. Adesso il testo passerà alla Camera. Ecco cosa cambierà per imprese e professionisti.

Ddl Concorrenza, 250 milioni per il trasferimento tecnologico

Tra le misure più importanti che interessano le imprese ci sono quelle relative al trasferimento tecnologico. Il ddl prevede che il ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e il ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) adottino congiuntamente, ogni tre anni, una “strategia nazionale per il trasferimento tecnologico”. Questa definirà le linee guida per l’utilizzo dei 250 milioni di euro già destinati alla Fondazione ENEA tech & biomedical (ora in via di trasformazione in “Fondazione tech e biomedical”), che finora non sono stati utilizzati.

La Strategia MIMIT-MUR dovrà stabilire come e con quali priorità queste risorse verranno impiegate, in modo coerente con le linee industriali nazionali (energia, biotech, IA, manifattura avanzata, ecc.). Inoltre, dovranno essere chiariti anche i criteri di managerialità, efficacia e premialità usati per scegliere i progetti finanziabili. Così da selezionare gli interventi più promettenti e con maggiore potenziale di impatto industriale.

Questo intervento si coordinerà anche con gli altri strumenti finanziari già operativi, in particolare con il Fondo nazionale innovazione (FNI), i fondi PNRR per ricerca e sviluppo industriale e le risorse MUR per il potenziamento dei competence center e dei partenariati pubblico-privati. Le imprese potranno beneficiare di nuovi strumenti di finanziamento e avranno maggiore accesso ai centri di competenza e alle infrastrutture di ricerca.

Più trasparenza da chi usa fondi pubblici

Il ddl introduce anche nuove regole di governance per le fondazioni e i centri che gestiscono fondi pubblici per la ricerca e l’innovazione. Per garantire maggiore trasparenza e responsabilità gestionale, verranno coinvolte figure con comprovate competenze manageriali. La rete nazionale di fondazioni e competence center sarà quindi sottoposta a un sistema di valutazione periodica dei risultati, per misurare l’efficacia delle politiche di trasferimento tecnologico e l’impatto economico sui territori.

Poi, Il testo impone obblighi più stringenti in capo agli enti locali in relazione alla gestione dei servizi pubblici locali. Nei comuni con oltre 5.000 abitanti, in caso di gestioni considerate inefficienti, l’ente locale deve adottare un atto di indirizzo nei confronti del gestore del servizio, prescrivendo misure correttive per migliorare qualità, efficienza, costi e risanamento delle eventuali perdite. In caso di inadempimento di tali obblighi, le violazioni possono arrivare sino alla risoluzione del contratto.

Per quanto riguarda il trasporto pubblico regionale, invece, il provvedimento introduce obblighi di trasparenza in merito agli affidamenti e alle attività di gestione (in primis servizi ferroviari regionali). Nello specifico, per favorire la più ampia partecipazione alle procedure di gare degli operatori interessati, le Regioni dovranno comunicare all’Osservatorio nazionale sul trasporto pubblico locale il calendario delle gare o delle procedure di affidamento relative ai servizi regionali.

Ddl Concorrenza: cosa cambia per la sanità privata

Ci sono novità anche per il settore sanitario, in particolare riguardo agli accordi legati all’accreditamento delle strutture sanitarie, cioè il processo che permette agli ospedali o centri medici di ricevere fondi pubblici e di entrare nel sistema regionale per l’erogazione delle prestazioni. In questo caso, vengono introdotti criteri specifici (ad esempio, la continuità assistenziale, cioè la capacità di garantire cure senza interruzioni) che serviranno a favorire la concorrenza tra le strutture sanitarie accreditate. Cosicché chi offre servizi di qualità e più efficienti possa accedere più facilmente ai fondi disponibili.

Multe e reclusione per cosmetici non conformi

Sul fronte salute, infine, viene esteso il raggio d’azione delle sanzioni per chi produce, vende o immette sul mercato prodotti cosmetici che possono essere dannosi. Il testo prevede che coloro che a uso professionale impiegano cosmetici in modo difforme rispetto all’etichettatura (o alle indicazioni d’uso), comportando un pericolo per la salute di chi li utilizza, possa essere punito con reclusione da 1 a 5 anni e con una multa non inferiore a 1.000 euro.

DDl Concorrenza: le regole per le società tra professionisti

Il ddl Concorrenza modifica dell’articolo 10, comma 4, lettera b), della legge n.183/2011 in materia di funzionamento delle società tra professionisti. L’obiettivo è di fugare ogni dubbio interpretativo sul doppio requisito richiesto per l’iscrizione nella sezione dedicata dell’Albo.

Secondo l’interpretazione più ortodossa, infatti, i due terzi dei soci devono essere professionisti e possedere almeno due terzi del capitale sociale. Secondo l’interpretazione meno rigida, infatti, basta che i soci professionisti abbiano il controllo sostanziale sulle decisioni della società.

Con il ddl Concorrenza, l’iscrizione è garantita alle società tra professionisti che abbiano all’interno soci professionisti in grado di ottenere la maggioranza qualificata di due terzi. Se il requisito viene meno, ci sono sei mesi di tempo per rimediare, dopodiché la STP deve essere cancellata dall’Albo.

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