Manovra 2026 “bollinata”, dalla rottamazione all’IRPEF: cosa cambia rispetto alla bozza

La rottamazione quinquies sarà in massimo 54 rate (9 anni); c'è anche la norma anti-furbetti.

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Il testo della legge di Bilancio è stato “bollinato” dalla Ragioneria di Stato. La manovra 2026 riceve così il via libera, passando da 137 a 154 articoli e apportando delle modifiche sulle fisco, affitti brevi, banche e fondi di settore. Ecco cosa cambia rispetto alla bozza e qual è versione definitiva della rottamazione quinquies.

Manovra 2026: norma definitiva su affitti brevi

Cambia la norma che, nella bozza, aumentava al 26% la cedolare secca sugli affitti brevi rispetto al 21%. Ma solo nel caso in cui “nell’anno di imposta non siano stati conclusi contratti aventi ad oggetto tale unità immobiliare tramite soggetti che esercitano attività di intermediazione immobiliare o tramite soggetti che gestiscono portali telematici, mettendo in contatto persone in cerca di un immobile con persone che dispongono di unità immobiliari da locare”. L’aumento, di fatto, resta. Fanno eccezione i proprietari di immobili che non si avvalgono di intermediari, nemmeno online (es. Booking, Airbnb).

Tagli ai fondi per il cinema ridotti

Il finanziamento al Fondo per il cinema e l’audiovisivo previsto dal testo della manovra 2026 bollinata si ridurrà nel 2026 di 150 milioni rispetto ai 190 milioni prospettati nella prima bozza; nel 2027, invece, il taglio sarà di 200 milioni, contro i 240 previsti.

Le coperture della manovra 2026 e la spending review dei ministeri

Dopo i primi dubbi sulle copertura della manovra 2026, che avrebbero potuto mettere in discussione anche l’agognata riforma per il ceto medio, arrivano oltre 7 miliardi di euro in tre anni dai tagli dei ministeri. Dalle dotazioni finanziarie delle spese nel triennio 2026-2028 arriva un taglio complessivo di 7,15 miliardi, di cui 2,2 nel 2026, 2,15 nel 2027 e 2,8 a decorrere dal 2028.

Nel 2026, i ministeri più colpiti dalla spending review sono quello delle Infrastrutture e trasporti (per oltre 520 milioni), quello dall’Economia e Finanze (per oltre 450 milioni) e quello dall’Ambiente e Sicurezza energetica (per oltre 370 milioni). E la presidenza del Consiglio dei ministri dovrà versare
all’entrata del bilancio dello Stato 50 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2026.

Riforma fiscale, il taglio dell’Irpef per il ceto medio

Restano confermate le misure sul fronte fiscale: la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% dai 28 mila ai 50 mila euro; la tassazione ridotta al 5% per gli aumenti contrattuali del 2025 e del 2026 per i lavoratori con reddito inferiore a 28 mila euro; la detassazione di straordinari, lavoro domenicale e festivo; il passaggio da 8 a 10 euro della deduzione dei buoni pasto.

Banche: l’aumento dell’IRAP

Il testo bollinato conferma l’aumento di due punti percentuali dell’IRAP sugli istituti di credito, la sospensione della deduzione dei componenti negativi legati alle Dta e alla possibilità di attingere alle riserve con aliquote agevolate al 27,5% nel 2026 e in crescita fino al 33%.

Gli interessi passivi, invece, saranno deducibili al 96% per il periodo d’imposta successivo al 31 dicembre 2025 e subiranno un incremento graduale fino al 99% nel 2028. Qualche modifica anche sulla deducibilità delle svalutazioni dei crediti: per quelli a rischio di primo e secondo stadio sarà in quote costanti per cinque esercizi, a decorrere dall’anno di iscrizione a bilancio.

Manovra 2026, rottamazione quinquies in 54 rate è definitiva

Dopo le ipotesi più svariate, c’è l’accordo e la conferma definitiva della nuova pace fiscale, che riguarderà le cartelle dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2023, per i mancati versamenti di imposte e contributi previdenziali. Restano fuori le cartelle emesse a seguito di accertamento fiscale.

Si potrà regolarizzare la propria posizione: pagando in un’unica soluzione entro il 31 luglio 2026, oppure in 54 rate bimestrali di pari importo, a partire da luglio 2026 e fino al 31 maggio 2035. E senza acconto iniziale. La seconda opzione prevede l’applicazione di interessi del 4% annuo e non potrà essere applicata su rate singole inferiori a 100 euro.

C’è anche la norma anti-furbetti: coloro che non verseranno in modo completo e puntuale la prima rata, chi non paga l’ultima o ne salta almeno due – anche non consecutive – perde il beneficio. Le regioni e gli enti locali potranno autonomamente stabilire regole proprie per la riscossione dei tributi di loro spettanza – comprese le multe automobilistiche – non pagati.

Tassa rientro capitali: aumenta la flat tax per i “Paperoni”

Sale da 200 a 300 mila euro la flat tax per i “Paperoni” che riporteranno la loro residenza fiscale in Italia. E sale anche la tassazione prevista per i familiari, introdotta dal governo Renzi, da 25 mila a 50 mila euro.

Manovra 2026: quanto vale l’aumento delle pensioni

Aumentano le pensioni, ma solo per i soggetti in condizioni disagiate. In realtà, considerando l’aumento transitorio di 12 euro del 2025, l’aumento sarà di 8 euro. Rientrano nella misura di aumento i pensionati over 70, i percettori delle maggiori sociali, ovvero i titolari di pensioni e assegni sociali, gli invalidi civili totali, i ciechi assoluti, i sordomuti titolari di pensione.

Per ottenere la maggiorazione, il reddito individuale 2025 dovrà essere pari o inferiore a 9.721,92 euro. Il  requisito reddituale cumulato con quello del coniuge non dovrà superare 16.724,89 euro. Sempre sul fronte previdenziale, il testo proroga fino al 31 dicembre 2026 l’APE sociale, mantenendo i requisiti attuali (63 anni e 5 mesi con condizioni specifiche): nessuna proroga, invece per opzione donna e quota 103.

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