Dal 1° gennaio 2026 scatta per tutti gli esercizi economico l’obbligo di connettere i propri terminali POS con i registratore di cassa telematico (RT), come previsto dalla Legge di Bilancio 2025 per contrastare l’evasione fiscale e la piena tracciabilità dei pagamenti elettronici.
Tuttavia, anche se la norma di legge esiste, non è ancora tecnicamente applicabile poiché mancano le direttive da parte dell’Agenzia delle Entrate.
L’introduzione dell’obbligo
Per far sì che ogni pagamento elettronico sia automaticamente registrato e inviato al fisco, contrastando così fenomeni di evasione fiscale, la legge di bilancio 2025 (art. 1, commi da 74 a 77) ha stabilito che, dal 1° gennaio 2026, lo strumento hardware o software mediante il quale sono accettati i pagamenti elettronici (cioè il pos) deve essere sempre collegato al registratore telematico o a un sistema equivalente che registra i corrispettivi.
Tuttavia, anche se la legge impone il nuovo obbligo, il percorso attuativo è affidato all’Agenzia delle Entrate, alla quale è stato affidato il compito di emanare le specifiche tecniche.
Cosa succede se mancano le direttive
Senza queste direttive non si può sapere con certezza quali dispositivi o software saranno conformi, né quali sono le regole, le tempistiche e le modalità di invio dei dati, o tanto meno i protocolli di sicurezza, le eccezioni e le interpretazioni nonché l’applicazione delle sanzioni previste per chi non rispetta la normativa.
Considerando che al 3 ottobre 2025 le direttive attuative da parte dell’AdE non sono ancora state emanate , il primo rischio è quello di una paralisi operativa che rende di fatto inapplicabile l’obbligo normativo. Non avendo le specifiche precise, gli operatori si trovano in un limbo giuridico, per cui sono tecnicamente obbligati dalla legge ad adeguarsi, ma non hanno i mezzi legittimi e uniformi per farlo.
È possibile che, per evitare il caos, ci saranno interventi “ad hoc”. Per esempio, il legislatore stesso o l’Agenzia potrebbero trovarsi costretti a introdurre deroghe o proroghe all’entrata in vigore della misura.
Anche perché, se le norme di attuazione non riescono a definire in modo inequivocabile le modalità, i termini e i casi specifici di non conformità, l’applicazione della legge da parte degli enti di controllo rischia di diventare arbitraria o facilmente contestabile in sede giudiziaria. La naturale conseguenza sarà una proliferazione di ricorsi da parte degli esercenti, mettendo in crisi il sistema di riscossione e l’autorità stessa.
Redazione
Il team editoriale di Partitaiva.it