Cosa contiene il decreto pubblica amministrazione (PA)

Il decreto Pubblica Amministrazione diventa legge: nuove assunzioni, aumenti fino a 300 euro e stop al precariato.

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Il decreto sulla Pubblica Amministrazione è ufficialmente legge. Dopo il via libera della Camera il 23 aprile, anche il Senato ha confermato la fiducia al provvedimento con 99 voti favorevoli, 70 contrari e due astensioni. L’iniziativa è firmata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo.

Il testo1 composto da 22 articoli cambia il modo in cui viene gestito il personale della PA, introduce nuove forme di reclutamento e punta a colmare squilibri che, da tempo, frenano l’efficienza di molti enti.

Novità assunzioni

Al centro della riforma ci sono le assunzioni, le stabilizzazioni e la riorganizzazione del sistema concorsuale. La governance delle procedure pubbliche di selezione viene affidata alla Commissione Ripam. A questo organismo spetta il compito di coordinare e gestire i concorsi, seguendo un modello centralizzato che vada a garantire trasparenza, tempi certi e qualità delle selezioni.

Sul fronte delle assunzioni, il decreto introduce anche una misura pensata per attrarre competenze tecniche tra i giovani. Le Regioni, le Province, le Città Metropolitane e gli Enti locali potranno assumere diplomati provenienti dagli Istituti Tecnici Superiori (ITS Academy) con contratti a tempo determinato, in qualità di funzionari.

In questo modo, da un lato si aprono le porte del pubblico impiego a nuove generazioni; dall’altro, si punta a rafforzare le amministrazioni con profili tecnici specializzati, spesso difficili da reperire nei concorsi tradizionali.

Il portale InPA diventa lo snodo obbligato per accedere a ogni concorso pubblico e rendere così più accessibile e uniforme l’ingresso nella Pubblica Amministrazione.

Precariato e aumenti di stipendio

Il decreto impone alle amministrazioni pubbliche di stabilizzare almeno il 15% del personale in comando da oltre dodici mesi, entro i limiti consentiti dalle facoltà assunzionali. Chi non rientrerà in questa soglia vedrà cessare automaticamente il proprio incarico dal 31 dicembre 2025. Nessuna proroga. Nessun margine per aggirare la norma. Inoltre, per i successivi diciotto mesi non sarà possibile riattivare gli stessi contratti. L’obiettivo è ridurre progressivamente il ricorso a forme di lavoro instabile nella Pubblica Amministrazione.

Un altro tema su cui il decreto interviene riguarda la disparità salariale tra enti locali e amministrazioni centrali. Una differenza storica che si traduce, nella pratica, in stipendi più bassi per chi lavora nei Comuni rispetto ai colleghi dei Ministeri.

Il decreto introduce un primo passo concreto in questa direzione, e prevede la possibilità di aumentare il salario accessorio per il personale degli enti locali fino a 300 euro. Il Governo prova così a ridare competitività a settori della PA spesso penalizzati nella corsa all’attrazione dei talenti.

Aiuti alle regioni colpite da eventi avversi

Previste misure specifiche anche per le aree colpite da eventi eccezionali, in particolare per i territori colpiti dal sisma del 2009 e del 2016, e nelle zone di Emilia-Romagna, Marche e Toscana alluvionate nel maggio 2023. L’obiettivo è garantire alle amministrazioni locali le risorse necessarie per affrontare la gestione dell’emergenza e della ricostruzione.

Infine, viene prevista la riassegnazione delle risorse non ancora utilizzate dai Comuni che avevano richiesto contributi per sostenere le spese legate alla figura del Segretario comunale.

  1. DECRETO-LEGGE 14 marzo 2025, n. 25 – Gazzetta Ufficiale ↩︎
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Jacopo Curletto

Giornalista e content manager

Giornalista e copywriter, laurea in Economia e statistica. Curo contenuti di economia, finanza, lavoro e investimenti dal 2019.

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